Quanto accaduto nell’ultimo GP può essere determinante per l’esito del campionato. In particolare quanto fatto da Fabio Quartararo.
In Thailandia il Mondiale MotoGP si è riaperto in maniera definitiva. In realtà la rimonta pazzesca di Pecco Bagnaia nei confronti di Fabio Quartararo si era concretizzata già un paio di settimane fa, ma complice il passo falso (in realtà mezzo, visto l’ottavo posto del francese) a Motegi, solo adesso il pilota Ducati può dirsi ufficialmente in lotta per il titolo. Il terzo posto a Buriram è coinciso con un altro GP da dimenticare per il campione del mondo in carica, che dopo prove sull’asciutto convincenti si è ritrovato con la pista allagata ad annaspare nelle retrovie del gruppo, senza riuscire mai a trovare la quadra di una Yamaha M1 che sembrava andare sul sapone.
E pensare che in Indonesia, nelle stesse condizioni e con una moto praticamente uguale, il francese era riuscito ad arrivare secondo. Quindi per il team e per il pilota stesso è qualcosa di inspiegabile. Sta di fatto che questo risultato ha praticamente azzerato il vantaggio accumulato fino al Sachsenring a giugno, che era di 91 punti nei confronti di Bagnaia e della Ducati.
Ad Assen però, prima della pausa estiva, qualcosa si è rotto nel bel giocattolo creato da Quartararo con la M1. Un binomio quello tra il campione del mondo in carica e la Yamaha che, nonostante l’evidente superiorità tecnica degli avversari, ha saputo rispondere in maniera decisa agli assalti, sfruttando ogni occasione buona per portare a casa il massimo. Tutto questo però fino al GP d’Olanda.
Quartararo, l’errore che non ti aspetti
Crisi tecnica, errori del pilota? La realtà vede proprio un mix di queste cose. Proprio ad Assen si è visto che anche un campione come lui, con quel vantaggio mostruoso, può sbagliare per la troppa frenesia. Con il contatto con Aleix Espargarò ha fatto capire che smaniava in maniera esagerata, che non sopportava vedere Bagnaia condurre la gara. Voleva arrivare davanti al rivale anche prima della sosta, per dargli la mazzata definitiva. Invece questa eccessiva foga lo ha tradito e gli si è ritorta contro, minando un po’ le certezze che fino a quel momento aveva acquisito.
Da quel momento in poi ha subìto il ritorno del pilota italiano, rispondendo realmente solo in Austria con una gara all’altezza. Poi tanti piazzamenti figli non solo di una M1 che ha decisamente mollato dal punto di vista prestazionale, ma anche di un ritorno di tutte le altre Ducati, non solo quella di Bagnaia. Lottare contro otto moto è in pratica come sfidare i mulini a vento per Don Chisciotte.
Ma quello che più preoccupa è il crollo mentale che ha accusato in Thailandia. Il non presentarsi davanti ai microfoni della stampa, lasciando le sue sensazioni prima a un semplice comunicato stampa e poi, dopo diverse ore, ai social, è la conseguenza di un malessere che Quartararo sta covando da settimane. E un grave segno di debolezza. Campioni come Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Marc Marquez, hanno dimostrato a più riprese che un Mondiale non si vince solo in pista ma anche fuori, magari condizionando l’avversario, mettendogli pressione a parole. Ma al tempo stesso mostrandosi comunque forte, anche in un momento di difficoltà. Il francese invece ha mostrato a tutti la sua parte più debole, e in una lotta così serrata potrebbe essere una mossa fatale. Una cosa è certa: con quei campioni citati sarebbe stato “sbranato” in un attimo.
Solo i prossimi tre e conclusivi appuntamenti ci diranno se è stato un errore decisivo, se Bagnaia ne saprà approfittare o se Quartararo, con uno scatto d’orgoglio, saprà tirare fuori lo spirito del campione e ancora una volta risollevarsi da una situazione difficile.