La Ferrari non vince a Suzuka dal 2004, e la pista giapponese non sembra essere troppo adatta alla Rossa. Eccone tutti i motivi.
Il Gran Premio del Giappone tornerà in calendario in questo fine settimana, dopo un’assenza di ben tre anni. L’ultima edizione, disputata nel 2019, venne dominata dalla Mercedes di Valtteri Bottas, che si rese protagonista di una gara magistrale, battendo la Ferrari di Sebastian Vettel ed il compagno di squadra Lewis Hamilton.
Le Rosse dominarono le qualifiche, disputate alla domenica mattina per via dell’uragano che portò gli organizzatori a cancellare la giornata del sabato. Il tedesco siglò la sua ultima pole position in carriera, battendo Charles Leclerc che veniva da un filotto di quattro partenze al palo consecutive.
Purtroppo però, le Ferrari furono protagonista di una partenza terribile, che regalò il primo posto a Bottas, il quale sfruttò poi il miglior passo gara della sua freccia d’argento per volare a vincere, nel giorno in cui il team di Brackley festeggiò il sesto titolo mondiale costruttori consecutivo.
La buona notizia per il Cavallino fu proprio il ritorno in pole position, che nel paese del Sol Levante mancava dal lontano 2006, quando Felipe Massa riuscì a beffare Michael Schumacher in qualifica. L’ultima vittoria, invece, risale al 2004, quando il Kaiser di Kerpen ottenne il tredicesimo ed ultimo successo di quella stagione da record, che ha però segnato la fine di un ciclo vincente.
Da quel momento in poi, la Scuderia modenese ha raccolto davvero poco in Giappone, con Vettel che è giunto terzo nel 2015 e secondo nel 2019, mentre Fernando Alonso concluse sul terzo gradino più basso del podio nel 2010 e sul secondo nel 2011. Per il resto, a farla da padrone sono state sempre Red Bull e Mercedes, ma c’è da dire che la casa della Stella a tre punte ha vinto consecutivamente dal 2014 in avanti.
La grande favorita per questo fine settimana è ovviamente la RB18, con Max Verstappen che con vittoria e giro più veloce porterebbe a casa il secondo titolo mondiale della sua carriera, senza fare calcoli nei confronti di Charles Leclerc e Sergio Perez. La vittoria del messicano a Singapore ed il secondo posto del ferrarista uniti al settimo dell’olandese hanno però dato qualche speranza in merito ad un’ulteriore rinvio della festa.
Infatti, Charles e Checo avranno la possibilità di giocarsi la vittoria, e così facendo, il figlio di Jos dovrebbe aspettare il prossimo GP, previsto per il 23 di ottobre ad Austin. Ovviamente, la cosa cambierebbe poco o nulla, ma è comunque un motivo di stress ulteriore per l’olandese, che a Marina Bay qualche errore l’ha commesso.
Ferrari, le gomme sono un fattore di preoccupazione
Il più grande problema della Ferrari in questa seconda parte della stagione è sicuramente il consumo delle gomme. La Rossa, grazie anche al grande talento di Charles Leclerc, è ancora la monoposto migliore in qualifica, come dimostrato soprattutto a Monza, dal momento che la pole position di Singapore è stata aiutata dall’errore di calcolo della Red Bull con Max Verstappen.
La RB18 sale poi in cattedra in gara, dove riesce a gestire al meglio le mescole, avendo una finestra di utilizzo più ampia e che abbraccia tutti i vari compound, dalla Soft alla Dura passando per la Media. Lo sviluppo del team di Milton Keynes ha avuto un impatto cruciale su tutto ciò, dal momento che le migliorie apportate al fondo e l’alleggerimento del peso hanno reso la Red Bull bilanciata e molto più gentile sulle coperture.
Suzuka è una di quelle piste che ha sempre messo sotto stress le gomme, e questo per la Ferrari non è di certo un fattore positivo. Alla vigilia del Gran Premio del Giappone, sulle colonne di “Formulapassion.it” sono state riportate le parole di Carlos Galbally, responsabile dell’area pneumatici della Scuderia modenese.
“Sulle gomme si genera tanta energia in Giappone, dal momento che la pista è composta da punti dove si toccano alte velocità ed anche da forti cambi di direzione. Per quanto riguarda la distribuzione dello sforzo, è una pista davvero atipica. L’energia che viene creata nelle curve a destra è identica di quella che si viene a produrre a sinistra“.
Galbally ha poi aggiunto: “Proprio per questi fenomeni che avvengono solo a Suzuka, la Pirelli porta sempre le gomme più dure della gamma con le mescole C1, C2 e C3, combinazione che vediamo poche volte durante tutto l’arco del campionato. Anche il livello dell’abrasività è elevato, parliamo di una pista in cui è medio-alto. Suzuka è una pista molto impegnativa sul fronte della gestione del degrado, sarà una bella sfida per tutti“.