Brutta notizia per la MotoGP: è scomparso uno dei piloti più iconici del circus. Una vera leggenda che ha scritto pagine storiche.
A 83 anni è morto Phil Read, sette volte campione nel Motomondiale. Un titolo nella classe 125, quattro nella 250 e due nella 500. Una leggenda, senza dubbio.
A dare la notizia della scomparsa dell’ex pilota è stato il figlio Phil junior tramite la sua pagina ufficiale Facebook. Nella nota ha spiegato che il padre è morto serenamente durante il sonno nella sua casa di Canterbury, in Inghilterra.
Read era stato più volte ricoverato in ospedale a causa di un cancro. Era stata anche organizzata una raccolta fondi al fine di aiutarlo nelle cure necessarie per la guarigione dai suoi problemi di salute. Aveva anche dei problemi di tipo finanziario, per questo un amico deciso di promuovere tale iniziativa.
MotoGP, Phil Read è morto: la carriera del Principe della Velocità
Nato a Luton il 1° gennaio 1939, aveva un grande talento e non a caso veniva soprannominato il Principe della Velocità. Prima di arrivare nel Motomondiale, si fece notare nelle gare del Manx Grand Prix. Nel 1960 fu vice-campione nazionale alle spalle di un’altra leggenda, Mike Hailwood.
Dal 1961 ha corso in pianta stabile nel Motomondiale. Il primo titolo lo ha conquistato nel 1964 nella classe 250 e in sella a una Yamaha, che per la prima volta ha vinto un mondiale di corse su strada. Il suo legame con la casa di Iwata è andato avanti per tanti anni e ha prodotto altri quattro titoli. Nel 1968 fece la doppietta 125-250.
Nel 1972 si è trasferito in MV Agusta e ha avuto una grande rivalità con Giacomo Agostini, che è riuscito a battere nella classe 500 nel 1973 e nel 1974. I due hanno dato vita a grandi duelli. L’italiano si prese la rivincita nel 1975, poi dall’anno seguente Phil si trasferì in Suzuki e corse solamente i primi tre gran premi del calendario.
Per il 1977 firmò con la Honda, si aggiudicò il campionato del mondo TT-F1 e anche il Senior TT. Ha disputato la sua ultima gara a 43 anni nel Tourist Trophy del 1982. Ha chiuso la carriera con 145 gran premi disputati, 52 vittorie e 121 podi. Nel 1972 era stato nominato Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico per meriti sportivi e nel 2002 era parte dell’Hall of Fame del Motomondiale.