La Ferrari è stata sconfitta anche a Suzuka, ma non è la sola cosa negativa. Una graduatoria mette la Rossa lontana dai migliori.
Le delusioni non si placano in casa Ferrari, così come le polemiche per l’ennesima decisione della FIA che ha sfavorito la Scuderia modenese. Finalmente, nelle ultime due settimane, Mattia Binotto ha preso una posizione decisa contro la Federazione Internazionale ed il discorso Budget Cap, invocando pene severe contro la Red Bull a Singapore, per poi criticare la penalità a Charles Leclerc a Suzuka.
Collegato con “SKY Sport F1” direttamente dal remote garage di Maranello (il team principal non era presente al Gran Premio del Giappone), Binotto ha definito “inaccettabile” la penalizzazione inflitta al monegasco per il taglio dell’ultima chicane, che ha regalato la seconda posizione a Sergio Perez ed il titolo mondiale a Max Verstappen con una gara di anticipo.
A Singapore, Perez aveva commesso un’irregolarità che era chiaramente da sanzionare, ma se l’è poi cavata con 5 secondi di penalità che non gli hanno sottratto la vittoria. Per prendere la decisione, i giudici hanno atteso circa tre ore dopo la gara, ascoltando anche la versione del messicano.
A Suzuka, invece, è andato in scena il più classico dei due pesi e due misure, comminando la penalità a Leclerc appena prima del podio. Una scelta imbarazzante, che ancora una volta ha dimostrato lo scarsissimo potere politico della Ferrari, ormai assoggettata in tutto e per tutto al dominio della Red Bull, come accadeva con la Mercedes in passato.
Una brutta figura per la FIA, che continua a far discutere ed a ricevere pesanti critiche ad ogni gara. Già all’inizio della gara era successo di tutto, con la solita decisione di sospendere tutto a causa della pioggia, condizione in cui ormai sembra non si possa più correre, nonostante delle monoposto ben più sicure rispetto a quelle del passato, con le quali si gareggiava sempre e comunque.
La Scuderia modenese, in questo 2022, ha commesso tantissimi errori, ma c’è da dire che i giudici non sono mai dalla sua parte. La penalità inflitta a Leclerc è un vero e proprio scandalo, dal momento che Perez non avrebbe avuto alcuna possibilità di superarlo all’ultima chicane, ma è bastata una piccola lamentela di Checo via radio per scatenare il pandemonio.
Non stiamo qui a prenderci in giro, è evidente che fosse tutto preparato per assegnare il titolo a Verstappen ed alla Red Bull proprio a Suzuka, a casa della Honda, nella speranza della F1 di assicurarsi la presenza dei giapponesi anche nel 2026 dopo l’uscita di scena della Porsche. Il Circus sembra essersi ridotto ad un mero giro di interessi, dove il risultato sportivo non conta più nulla, ma c’è anche da dire che la Rossa si provoca da sola molti dei suoi problemi.
Ferrari, dato statistico pessimo sui pit-stop
La Ferrari continua a faticare in maniera impressionante sul fronte delle soste ai box, dove è lontana anni luce dalla concorrenza. La Red Bull è la regina assoluta da questo punto di vista, ma a Suzuka non è stato il team di Milton Keynes il più rapido nei cambi gomme, ma la sorellina AlphaTauri.
La sosta più rapida ha infatti visto protagonista Pierre Gasly, che ha visto i suoi meccanici sostituire le proprie gomme in 2,45 secondi, precedendo di appena un decimo l’Aston Martin di Lance Stroll. Terza l’altra AlphaTauri di Yuki Tsunoda, che è passato alle gomme Intermedie in 2,52 secondi.
La Red Bull è quinta con Max Verstappen in 2,75 secondi, due decimi più lenta anche dell’Alpine di Fernando Alonso. Nella top ten delle soste più veloci, per l’ennesima volta, manca all’appello proprio la Ferrari, che ha sostituito le gomme a Charles Leclerc in oltre 4 secondi.
C’è una piccola scusante per il Cavallino, dal momento che il monegasco ha dovuto attendere il passaggio di Sergio Perez per evitare un unsafe release, ma la sostanza non cambia poi troppo, visto che questo è un problema che va avanti da tanti anni e che non sembra avere soluzioni.
I rivali, sul fronte dei cambi gomme, sono avanti anni luce, in un aspetto che una volta era fonte di vanto per la Scuderia modenese. I meccanici di Maranello erano definiti i migliori del mondo ai tempi dei titoli di Michael Schumacher e Kimi Raikkonen, ma quando si è passati alle gomme Pirelli ed alla cancellazione dei rifornimenti qualcosa è cambiato.
Al contrario del passato, infatti, dal 2010 i pit-stop si basano sulla velocità pura nella sostituzione degli pneumatici, e la Rossa non è mai stata all’altezza dei rivali da questo punto di vista. Tanti, troppi errori sono stati commessi negli ultimi anni, e con il passare del tempo le cose non sembrano cambiare.