Fernando Alonso è l’uomo che ha disputato più gare di tutti in F1, ma in Giappone ha scavalcato anche Michael Schumacher. Ecco in cosa.
La storia della F1 si è scritta a Singapore domenica 2 ottobre, giorno nel quale Fernando Alonso è diventato il pilota con il maggior numero di gare disputate. Lo spagnolo, al 350 Gran Premio in carriera, ha così sopravanzato Kimi Raikkonen, e non ha alcuna intenzione di fermarsi dopo aver raggiunto questo traguardo.
Con ogni probabilità, il nativo di Oviedo raggiungerà quota 400, dal momento che ha già firmato un contratto con l’Aston Martin, alla quale sarà impegnato almeno per i prossimi due anni. Stiamo parlando di un eterno ragazzo che lo scorso 29 luglio ha compiuto 41 anni, e che ci sta portando indietro nel tempo, quando in F1 correvano piloti “anziani” rispetto a quelli che vediamo oggi.
Alonso ha debuttato in F1 nel lontano 2001 con la Minardi, in un Circus che non aveva niente a che vedere con quello odierno. C’erano ancora i motori V10, la Ferrari dominava e non erano presenti tutte le assurde regole a cui siamo costretti ad assistere oggi, che sicuramente hanno peggiorato lo spettacolo e fatto disinnamorare gli appassionati di una volta.
Ai suoi tempi d’oro, lo spagnolo delle Asturie siglò diversi record, poi battuti andando avanti nel tempo. Al Gran Premio della Malesia del 2003, seconda gara in Renault, divenne il più giovane pilota a far segnare una pole position (per poi essere battuto prima da Lewis Hamilton e poi da Sebastian Vettel, che detiene ora questo primato da ormai 14 anni).
Chiudendo terzo in quella gara, divenne il secondo spagnolo sul podio della massima serie dopo il marchese Alfonso de Portago, che con la Lancia-Ferrari D50 giunse secondo al GP di Gran Bretagna del 1956. Più avanti, nel corso di quel 2003, divenne il più giovane vincitore della storia imponendosi in Ungheria all’età di 22 anni, anche se quel record venne poi demolito da Max Verstappen, che appena minorenne si impose sulla Red Bull a Barcellona nel 2016.
Fernando vinse ben due titoli mondiali nel 2005 e nel 2006 a bordo della Renault, diventando il più precoce campione del mondo della storia, ma anche in questo caso fu poi battuto da Hamilton nel 2008 e da Vettel nel 2010. La carriera di Alonso è stata brillante all’inizio, ma molto sfortunata più tardi.
Pensate che con appena 11 punti in più nella sua carriera, Nando avrebbe adesso all’attivo ben cinque titoli iridati, visto che perse il titolo nel 2007 per appena un punto, nel 2010 per quattro lunghezze e nel 2012 per tre punti. Tante, troppe le beffe subite da Alonso, che non ha mai mollato, sino a tornare sul podio lo scorso anno con l’Alpine, con la quale chiuse terzo in Qatar.
F1, Alonso batte un record di Schumacher
Il Gran Premio del Giappone della scorsa domenica ha segnato il ritorno di Suzuka nel calendario della F1 dopo ben tre anni. A causa del caos frutto del violento acquazzone che si è riversato sulla pista nipponica, in testa alla gara, per un brevissimo tratto, sono finiti sia Fernando Alonso che Mick Schumacher.
Quest’ultimo ha completato un giro in testa, diventando il primo pilota della Haas ad essere leader di una gara in F1. Tuttavia, anche lo spagnolo ha scritto la storia al passaggio precedente, diventando il pilota con più anni di distanza tra il primo giro condotto in un Gran Premio e l’ultimo.
Alonso si era trovato al comando per la prima volta in Malesia nel 2003, dove ottenne la sua prima pole position, e 19 anni, 6 mesi e 16 giorni più tardi è tornato davanti a tutti domenica scorsa in Giappone. Il primato precedente apparteneva a Michael Schumacher, visto che tra il GP del Belgio del 1992 (nel giorno della sua prima vittoria con la Benetton) e quello del Giappone del 2011 erano trascorsi 19 anni, 1 mese e 9 giorni.
Il terzo posto è per Kimi Raikkonen, che aveva all’attivo 16 anni e 3 mesi esatti trascorsi tra il GP di Francia del 2002 e quello degli Stati Uniti del 2018. Dietro di loro ci sono Lewis Hamilton, Rubens Barrichello, Riccardo Patrese, David Coulthard e Sebastian Vettel, tutti piloti che hanno avuto una carriera molto longeva, durata ben oltre un decennio e mezzo.
Conoscendo Alonso, siamo convinti che non sarà sazio di record e di obiettivi da raggiungere, e con ogni probabilità vorrà tornare quantomeno a lottare per il podio dal prossimo anno in avanti. Vedendo la situazione dell’Aston Martin, in molti hanno storto il naso quando ha deciso di lasciare l’Alpine per passare al team di Lawrence Stroll, temendo il solito errore già fatto varie volte in carriera. Il tempo ci darà una risposta.