La Ferrari non ha più avuto prestazioni buone dopo l’estate, e Mattia Binotto ha analizzato i motivi. Ecco cosa ha detto il boss.
In casa Ferrari c’è grande rammarico per l’ennesima stagione che si chiuderà senza titoli mondiali. Il 2022 era stato indicato da Mattia Binotto e John Elkann come l’anno della rinascita dopo un biennio terribile, ed i trionfi di Charles Leclerc in Bahrain ed in Australia avevano dato credito alle speranze ed alle promesse del team principal e del presidente del Cavallino.
Purtroppo, come accade ormai da un decennio e mezzo, la Scuderia modenese è stata incapace di sviluppare a dovere una monoposto che aveva un potenziale eccezionale, venendo surclassata dalla Red Bull e da Max Verstappen, che vincendo in Giappone si è laureato campione del mondo con ben quattro gare di anticipo.
Un’umiliazione pesante per la casa italiana, che resta ancora una volta a bocca asciutta, e che non può di certo dirsi soddisfatta delle misere quattro vittorie ottenute. L’astinenza dal gradino più alto del podio prosegue dal lontano 10 luglio, giornata in cui Leclerc dominò in Austria, proprio in casa della Red Bull.
La Ferrari, da quel momento in poi, non c’è più stata, nonostante un lieve miglioramento nella gestione delle strategie che si è registrato da Spa-Francorchamps in poi. Binotto ha già confermato tutta la squadra, mentre Elkann, a Monza, ha fatto sapere che è necessario un netto passo in avanti nella gestione delle gare, perché sono stati commessi sin troppi errori.
Il 2023 è ormai alle porte, ed è necessario cercare di ripresentarsi al via con una monoposto in grado di sfidare il team di Milton Keynes, che rischia di aprire un ciclo di dominio tecnico simile a quello firmato dalla Mercedes. Anche la casa della Stella a tre punte è in alto mare, e servirà un miracolo per sperare di agguantare la Red Bull la prossima stagione.
Ferrari, Binotto scagiona la direttiva tecnica
La Ferrari aveva iniziato la stagione con la monoposto migliore, e la Red Bull ha cominciato a recuperare terreno da Imola in poi. Tuttavia, gli sviluppi portati sulla Rossa in Spagna l’avevano resa nuovamente l’auto più prestazionale, anche se purtroppo i risultati non sono arrivati, a causa di errori strategici, dei piloti e di problemi di affidabilità.
Il Cavallino ha mantenuto un lieve vantaggio prestazionale sulla RB18 sino alla Francia, gara gettata al vento da Charles Leclerc con l’uscita di pista precedente al primo pit-stop. Dall’Ungheria in poi sono iniziati i guai soprattutto sul passo gara, ed il crollo definitivo è partito dal Belgio, gara in cui è stata introdotta la TD39, la direttiva tecnica che controlla la flessione dei fondi ed il porpoising.
Mattia Binotto ha sin da subito sottolineato che la direttiva tecnica non ha avuto alcun influenza nel calo prestazionale, e lo ha ribadito nuovamente in un’intervista riportata da “Motorsport.com“. Il team principal della Ferrari ha incolpato gli sviluppi che non hanno funzionato, sottolineando che la Red Bull ha svolto un lavoro migliore dal punto di vista degli upgrade.
“Credo che ci siano stati degli evidenti cambiamenti sui fondi per via della direttiva tecnica, ma non dico che abbiano influito sulle perfomance della nostra vettura, ne sono certo. Sono sicuro del fatto che non è la TD39 che ha causato i nostri principali problemi, dal momento che già a Budapest ci eravamo accorti che qualcosa non andava, e lì si è corso un mese prima del Belgio, quando la direttiva non era ancora entrata in vigore“.
Binotto ha poi aggiunto: “La nostra macchina è stata molto veloce fino alla Francia, ma in Ungheria non era più così brillante e la tendenza si è confermata nelle gare successive. Non è stata di certo la TD39 a rallentarci, ma siamo stati penalizzati dal fatto che la Red Bull ha sviluppato la RB18 in maniera impressionante, sono stati velocissimi nel migliorarla“.
Il team principal della Scuderia modenese ha concluso: “Non siamo riusciti ad essere bravi come loro nel perfezionare il potenziale della monoposto, e lo si può capire anche guardando il resto delle auto. La Mercedes partiva da molto lontano perché non erano veloci ed hanno recuperato abbastanza, ma rispetto a tutti gli altri abbiamo mantenuto lo stesso vantaggio“.
Da ora in avanti sarà fondamentale cercare di ritrovare performance in questo finale di stagione, ed in Giappone è arrivato un nuovo fondo che ha dato i risultati sperati sull’asciutto in qualifica, mentre in gara c’è stato un gap enorme con la Red Bull sul bagnato. Quel mezzo minuto pagato da Leclerc da Max Verstappen in mezz’ora di corsa spaventa e non poco, ed il prossimo anno è ormai alle porte.