La Ferrari è rientrata perfettamente all’interno del Budget Cap relativo al 2021. Cerchiamo di capire perché non andrà mai a violarlo.
Dopo l’ennesima sconfitta di Suzuka, per la Ferrari è tempo di preparare le ultime quattro gare della stagione, nella speranza di ottenere almeno un’altra vittoria e di interrompere il dominio Red Bull. Il team di Milton Keynes è imbattuto dal 24 luglio, quando Max Verstappen sbancò il Paul Ricard dopo il clamoroso errore di Charles Leclerc, finito a muro mentre conduceva la corsa.
Gli anglo-austriaci, da quel momento in poi, hanno infilato ben sette vittorie consecutive, la seconda miglior striscia vincente della loro storia dopo le nove affermazioni filate firmate da Sebastian Vettel alla fine del 2013, tra il GP del Belgio e quello del Brasile. Un dominio totale quello degli uomini di Christian Horner, che va anche oltre il discorso Budget Cap.
Il fattaccio che ha coinvolto la Red Bull dovrebbe risolversi in un nulla di fatto, visto che l’infrazione è rientrata in quelle non gravi, ovvero con una spesa extra-budget inferiore al 5%. Tuttavia, urge porsi un paio di domande: perché non era stato specificato in precedenza che tra le violazioni ci sarebbe stata una differenziazioni tra gravi e meno gravi? Perché non sono state decise a priori delle penalità certe?
Probabilmente, non avremo mai delle risposte certe, ma è sicuro che ora si aprirà un nuovo caso, nell’attesa che alla Red Bull venga comminata una sanzione, che verosimilmente non sarà nient’altro che una multa di qualche milione, totalmente ininfluente su un’azienda che un fatturato di miliardi di dollari.
La Ferrari, dal canto suo, ha pienamente rispettato le regole così come tutti gli altri, dal momento che l’Aston Martin ha effettuato una violazione procedurale, probabilmente un invio in ritardo o errato della documentazione, non spendendo più di quanto concesso. Anche la Mercedes è rientrata nel Budget Cap previsto dalla FIA, ed ora sarà molto curioso capire come agiranno le squadre in vista della prossima stagione.
Tutti saranno legittimati ad oltrepassare il tetto di spese, dal momento che per un team di F1 una multa corrisponde ad un buffetto. Questa vicenda ha ulteriormente ridotto il livello di credibilità della Federazione Internazionale, la quale sta mettendo in ridicolo anche il Circus detenuto da Liberty Media.
Su questo aspetto, dagli americani non sono ancora pervenuti commenti, né tantomeno dal CEO della massima serie automobilistica, vale a dire Stefano Domenicali. Le follie dei giudici viste a Singapore ed a Suzuka non faranno altro che aumentare le polemiche, ma ora occorre concentrarsi su una breve riflessione.
Ferrari, ecco perché non sforerà mai il tetto di spese
Un’interessante analisi sulla questione Budget Cap è apparsa nelle ultime ore sulle colonne di “FormulaPassion.it“, grazie alla firma di Federico Albano. L’esperto di F1 ha analizzato varie dinamiche, ed abbiamo trovato particolarmente interessante l’ultima parte del suo operato, nel quale parla delle motivazioni per le quali la Ferrari e la Mercedes non si prenderanno mai il rischio di sforare il Budget Cap.
Secondo Albano, una delle motivazioni sta nel fatto che entrambe sono quotate in borsa, che hanno un enorme mercato che riguarda l’automotive ed un’enorme risonanza mediatica, mentre per la Red Bull il discorso è ben diverso. Il team di Milton Keynes è parte di un colosso mondiale, che però punta sul commercio di bevande energetiche e non certo sulla vendita del prodotto stradale.
Per la Ferrari o la Mercedes un’infrazione del genere potrebbe costare un danno d’immagine enorme, in termini di valori azionari e fiducia del mercato e dei clienti, mentre al consumatore della Red Bull poco importa del Budget Cap, visto che la squadra anglo-austriaca ed il marchio fondato da Dietrich Mateschitz non sono neanche quotati in borsa.
Questo aspetto potrebbe fare la differenza in chiave futura, anche se occorre effettuare un’altra piccola analisi: l’illecito commesso dalla Red Bull ha comunque cambiato le carte in tavola, dal momento che prima nessuno si era mai trovato in una situazione del genere, ed ora che si fa? Le altre squadre, come detto prima, potrebbero sentirsi legittimate a sforare, visto che la penalizzazione per gli uomini di Christian Horner sarà praticamente pari a zero sul fronte sportivo, che è quello che conta maggiormente a questi livelli.
La situazione è davvero complessa e per risolverla ci vorrà del tempo, e siamo certi che uno come Toto Wolff non ingoierà facilmente una beffa di questo livello. La Red Bull ha battuto tutti e si è comportata in modo molto furbo, sfruttando le ambiguità di un regolamento che non è mai stato chiaro.