Schumacher sarà dentro o fuori dalla F1 nel 2023? Alla domanda che i fan romantici dello sport ha provato a rispondere il boss Haas.
Alla sua seconda stagione nel Circus, Mick Schumacher non ha di certo fatto sfracelli. Nel 2021 a dargli una mano c’erano stati due aspetti importanti. Il primo, che il compagno di squadra, debuttante come lui, ovvero Nikita Mazepin, non era certo un asso del volante. In secondo, anch’esso non trascurabile, che la macchina, per stessa ammissione del vertici Haas era praticamente quella del 2020. Rivista soltanto nelle componenti base, per essere conforme alla normativa federale.
Dunque, grazie a queste due giustificazioni, lo scorso anno il tedesco ha potuto lottare nelle retrovie e sbagliare senza dare troppo all’occhio o sollevare su di sé critiche eccessive. Eppure già allora c’era un dato allarmante. Nessuno come lui aveva rimediato tanti danni. E in un campionato, come sappiamo, complicato per i team piccoli a causa del post pandemia, le risorse che ha obbligato a tirare fuori hanno finito per pesare eccome sul bilancio complessivo dell’equipe a stelle e strisce.
Nel 2022, sulla carta, la line-up avrebbe dovuto essere la stessa. Ma lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha cambiato le carte in tavola. Il moscovita è stato allontanato e il figlio d’arte si è trovato a condividere il box con l’esperto Kevin Magnussen.
Un passo verso il precipizio per il 23enne, visto che il danese si sarebbe dimostrato subito in sintonia con la nuova VF-22. Ed infatti, mentre questi raggiungeva in più occasioni la top 10, lui accumulava sbagli e auto accartocciate.
La svolta però arriva con l’estata. Subissato di improperi per costare alla squadra senza dare niente in cambio, a Silverstone arriverà ottavo. E nel round successivo in Austria, sesto. Poi il nulla. Il ritorno in fondo al gruppo e agli incidenti, come quello rimediato venerdì scorso a Suzuka.
Schumacher resterà davvero alla Haas?
Va detto che in Giappone il responsabile del muretto Gunther Steiner non è stato esattamente tenero nei suoi confronti. Anzi. Lo ha accusato di essersi distratto e di non aver saputo controllare la monoposto su asfalto bagnato.
Nonostante quindi gli episodi a suo sfavore siano numerosi, Schumi Jr. potrebbe comunque essere salvato. E forse più per ragioni di marketing, che altro, restare a Banbury pure nel Mondiale venturo.
“E’ assolutamente in vantaggio per il sedile“, ha affermato il tecnico e manager meranese, convinto che la continuità premi in ogni frangente. “Se puoi avere qualcuno con cui lavori da tempo, è sempre meglio rispetto a prendere uno nuovo che non ha le giuste opportunità per imparare“, ha proseguito il ragionamento, evidenziando come la mancanza di test toglie anche la chance ai giovani di mettersi in mostra o farsi le ossa.
“Questa è altresì la ragione per cui siamo tornati ad ingaggiare K-Mag. Pur essendo stato via una stagione conosceva tutti. Un assoluto beneficio per noi“, ha ribadito il concetto.
Ma se il driver di Roskilde non è mai stato messo in discussione sebbene sia da Spielberg che non calca più la zona calda, il tedeschino di tanto in tanto viene minacciato di licenziamento. “Non è possibile continuare in questa maniera“, uno dei rimproveri più noti che, mezzo stampa, gli ha sollevato il suo boss.
Invece, all’improvviso, dopo la trasferta asiatica i toni si sono raffreddati, facendo intendere la volontà di proseguire assieme. “Sono soddisfatto del suo rendimento. E’ stato pure in grado di guadagnare dei punti. Abbiamo sicuramente assistito ad un miglioramento da parte sua. Quando un pilota non capisce e non riesce a crescere, certi risultati non arrivano“, ha rimarcato.
Nelle scorse settimane, lo stesso capo della Williams Jost Capito non aveva nascosto un interessamento nei confronti del #47.