La Mercedes sta vivendo la peggior stagione dell’era ibrida, ed i problemi sembrano destinati a non finire. Ecco cosa accadrà in futuro.
Per la Mercedes il 2022 potrebbe essere una stagione storica, ma dal punto di vista più negativo del termine. Il team di Brackley non ha ancora ottenuto neanche una vittoria, e si avvia a concludere il campionato costruttori al terzo posto, visto il ritardo dalla Ferrari di ben 67 lunghezze a sole quattro gare dalla fine.
Il mondiale era iniziato con dei gravi problemi di porpoising, che portavano gli ingegneri a dover alzare la monoposto, perdendone, ovviamente, in carico aerodinamico e velocità, sia in curva che nei rettilinei. La freccia d’argento è stata competitiva su alcune piste, come Paul Ricard, Budapest e Zandvoort, ottenendo anche una pole position in Ungheria con George Russell.
Su altre, invece, la Mercedes ha affrontato delle clamorose difficoltà, soprattutto su quelle a basso carico come Monza, dove il distacco in qualifica da Ferrari e Red Bull è stato nell’ordine del secondo e mezzo. Questa vettura soffre di gravi carenze aerodinamiche eh ha un eccessivo drag, che la rende una delle più lente in rettilineo.
Questo penalizza moltissimo nei duelli, e tante volte abbiamo visto in questa stagione dei sorpassi molto agevoli subiti, come quello di Max Verstappen su Lewis Hamilton alla ripartenza dalla Safety Car in Olanda, con il campione del mondo che ha passato il suo rivale anche senza l’utilizzo del DRS.
Si tratta di un progetto nato male e che non riesce a trovare continuità, e tutto ciò potrebbe essere un guaio anche in vista della prossima stagione. Secondo alcune indiscrezioni, gli uomini di Toto Wolff potrebbero abbandonare il concetto “no sidepods”, ovvero delle pance laterali praticamente inesistenti, e di avvicinarsi a quanto studiato dalla Red Bull, rivelatasi la vera regina delle F1 ad effetto suolo.
Sul discorso 2023, Hamilton si è detto molto fiducioso, ma ci sono comunque grossi punti di domanda. Al momento, la casa della Stella a tre punte non ha ancora deliberato il progetto definitivo, cosa che verrà fatta attorno al mese di novembre, e se si dovesse decidere di seguire i concetti della RB18, è chiaro che ci vorrà del tempo per pareggiare le prestazioni.
Il team di Brackley vince almeno una gara l’anno dal 2012, e solo nelle prime due stagioni di rientro nel Circus non era riuscita a salire sul gradino più alto del podio, ai tempi della coppia formata da Michael Schumacher e Nico Rosberg. Il record di Hamilton, ovvero quello di aver vinto almeno una corsa per ogni stagione disputata dal lontano 2007, sta ormai vacillando, e servirà un miracolo per cambiare le carte in tavola.
Mercedes, Mike Elliott parla dei problemi della vettura
La Mercedes dovrà sudare parecchio per pensare di giocarsi il mondiale nel 2023, e le parole del direttore tecnico Mike Elliott non sembrano di buon auspicio. L’ingegnere ha parlato dopo il Gran Premio del Giappone, dove Lewis Hamilton e George Russell non sono andati oltre il quinto e l’ottavo posto, parlando anche della prossima stagione.
Ecco le sue parole: “Il tempo che c’è a disposizione per effettuare alcune prove sulla nostra macchina è davvero molto poco. Possiamo sfruttare solo circa un’ora al venerdì mattina, un’altra ora il venerdì pomeriggio, ma poi non possiamo andare avanti, dal momento che occorre concentrare il nostro tempo nella preparazione della vettura per il fine settimana di gara“.
“Proprio per questo motivo, ci vuole del tempo per provare a capire qualcosa di più della monoposto. Allo stesso tempo, bisogna anche calcolare l’approccio che c’è in fabbrica sul nostro lavoro. Abbiamo scoperto, probabilmente dopo Baku, che c’è un altro guaio che affligge la vettura“.
La speranza della Mercedes è quella di capire i veri guai di questa monoposto nei mesi invernali, per poi cercare di presentarsi al via del mondiale 2023 con un’auto di livello: “Abbiamo poi controllato a lungo i dati e le simulazioni ed abbiamo confermato tutto ciò che avevamo trovato, ma purtroppo c’è un tempo molto limitato per provare a risolvere il tutto. Il problema è legato all’aerodinamica della nostra macchina e ci vuole tempo per risolverlo, dovremo attendere l’inverno e sperare di riuscire a venirne a capo“.
Al momento, la Red Bull appare di un altro pianeta rispetto agli inseguitori: la RB18 è la migliore nei rettilinei, nelle curve veloci ed anche in quelle più lente, grazie ad un durissimo lavoro di “dimagrimento”, che l’ha portata ad essere la più forte anche in termini di gestione delle gomme. Per i rivali la rimonta non sarà semplice.