La questione budget cap violato sta mettendo in subbuglio lo schieramento della F1. Il boss Mercedes Wolff non ammette sconti.
Lo abbiamo ripetuto spesso. E lo faremo anche in questa occasione. Ormai ogni scusa è buona per i vertici Red Bull e Mercedes per bisticciare. Dall’inizio del 2021 quando le due scuderie si sono trovate a lottare ruota a ruota per il massimo risultato, è stato un continuo di accuse e dichiarazioni al vetriolo tra Christian Horner e Toto Wolff. Non certo uno spettacolo edificante. Specialmente trattandosi di persone di esperienza e non più giovanissime.
Eppure, nonostante ciò, anziché adottare il proposito calcistico secondo cui “quanto succede in campo, rimane in campo”, hanno preferito sfruttare la stampa per fare da cassa di risonanza ai rispettivi interessi.
Se dovessimo snocciolare tutte le voci che i dirigenti si sono presi per i capelli, metaforicamente parlando, staremmo qui fino a domani. Ci basta soffermarci sull’ultimo eclatante caso. Quello dello sforamento del tetto di spesa.
Riavvolgendo parzialmente il nastro, tutto è cominciato nel weekend di Singapore quando, il capo della Stella si è presentato davanti ai media sostenendo che un paio di squadra. Nella fattispecie Aston Martin e gli energetici, avevano speso più dei 145 milioni di dollari imposti dalla FIA per l’annata 2021.
Un’accusa grave, questa, in quel momento non verificabile. In quanto la Federazione, pur avendo in mano i report contabili dell’intera griglia, non aveva ancora reso note le eventuali non conformità. Per qualche motivo però il viennese sapeva qualcosa, e invece di comportarsi in maniera seria, ha spiattellato tutto alle televisioni. Venendo in parte sconfessato.
Se lui infatti aveva definito la violazione dell’equipe con base a Milton Keynes importante, la sentenza federale l’ha ridotta a “minore”. Una parola che il 50enne non ha accettato.
Wolff si ribella alla FIA per il caso cost cap
Sulla scia del “un po’ morto”, “un po’ incinta”, il manager delle Frecce d’Argento ha ribadito l’esigenza di provvedimenti qualsiasi sia stata la cifra incriminata.
“Spendere anche solo 5 milioni in più ha un grande impatto“, la sua denuncia. “Noi ad esempio per gli aggiornamenti abbiamo dedicato 3 milioni e mezzo a campionato. Di certo, se avessimo avuto 500.000 dollari in più starebbe stato diverso”.
Voci di corridoi di provenienza UK dicono che la somma sia al di sotto dei 2 milioni. Ma, ciò non pare importare agli altri partecipanti. Soprattutto all’austriaco che, se avesse potuto avrebbe fatto fare una cura dimagrante alla W13, l’auto più pesante in griglia. “Abbiamo rinunciato a produrre componenti più leggere perché non avevamo soldi a sufficienza. Se avessi omologato un nuovo telaio saremmo andati contro il regolamento“, ha concluso mostrandosi paladino della correttezza.
Dopo un lungo periodo di dominio il Mondiale scorso, progettista degli austriaci Adrian Newey aveva portato in pista una RB16B nettamente più performante rispetto alla sorella del 2020. Grazie a questa solidità Max Verstappen era riuscito a mettere in difficoltà Lewis Hamilton e a strappargli il titolo iridato.
A oggi non è stata annunciata l’eventuale punizione per l’infrazione alle regole. C’è chi ipotizza che la vicenda si concluderà con una semplice multa.