La Ferrari è obbligata a vincere il titolo mondiale nel 2023, altrimenti verrà eguagliato un record molto negativo. Ecco di cosa si tratta.
Altra delusioni per la Ferrari in questo 2022, ennesima stagione che si chiuderà senza aver vinto nulla, se non quelle quattro gare che di certo non possono consolare. In molti giustificano la sconfitta parlando del confronto con gli ultimi due anni, dove la Rossa non poteva lottare neanche per il podio, ma questo è un ragionamento da perdenti nell’animo.
Una squadra come quella diretta da Mattia Binotto ha il dovere di puntare sempre in alto, ed in questa stagione c’era tutto per far bene, ma gli errori strategici, quelli dei piloti ed i problemi di affidabilità hanno compromesso tutto. A ciò va aggiunto che un avversario come Max Verstappen, già straordinario di suo, ha poi avuto a disposizione una Red Bull perfetta dal Belgio in poi, ed il Cavallino è crollato sul fronte sviluppi come ogni anno.
La Ferrari commette sempre gli stessi errori, ed è assurdo pensare di giustificare il tutto con la questione Budget Cap. Sicuramente, a Milton Keynes sono stati molto furbi, anche se per ora la violazione riscontrata è relativa al 2021, e sul 2022 non c’è nessuna prova di ulteriori sforamenti.
Semmai dovessero essercene, ci preme comunque sottolineare che né la Scuderia modenese né tantomeno Charles Leclerc meritavano questo titolo. Il monegasco, nonostante una narrazione distorta da parte dei grandi media che lo idolatrano ad ogni respiro, ha commesso gravi errori, e non è ancora pronto per sfidare uno come Verstappen, nonostante il talento fuori dal comune che tutti gli riconosciamo.
L’amarezza è tanta a Maranello, ed il 2023 ora rappresenta un’ultima spiaggia. La stagione comincerà con la solita promessa, ovvero che bisognerà vincere e riportare quei titoli mondiali che mancano ormai da un decennio e mezzo, davvero troppo tempo per una squadra che può contare su un blasone di questo tipo, e che è amata ed idolatrata da gran parte dei fan della F1.
La Mercedes prima e la Red Bull ora, hanno letteralmente bastonato la Rossa in questi ultimi anni, ed a giudicare dai loro progressi fatti gara dopo gara, non hanno la minima intenzione di fare un passo indietro. Binotto ha già confermato in blocco la squadra per il prossimo anno, e la meritocrazia, ancora una volta, va a farsi benedire. Ora daremo un’occhiata ad un dato che fa davvero rabbrividire i tifosi.
Ferrari, ecco quale primato negativo si rischia
La Ferrari, come ben noto, non vince un mondiale piloti dal 2007 con Kimi Raikkonen ed il costruttori dal 2008, anno in cui Felipe Massa venne beffato per appena un punto da Lewis Hamilton nel pirotecnico finale di Interlagos. Il brasiliano ed il suo compagno di squadra portarono comunque l’iride a squadre alla Scuderia modenese, l’ottavo in un decennio intero tra il 1999 ed, appunto, il suddetto 2008.
Si trattò della chiusura di un cerchio di un periodo dominato dalla Rossa, che di lì a poco avrebbe iniziato a recitare il ruolo della comparsa, surclassata dalla superiorità della Red Bull e della Mercedes, che dal 2010 in avanti si sono spartite i trionfi iridati, lasciando a bocca asciutta tutti altri.
Parlando di statistiche, c’è da dire che la Ferrari non sta affrontando un’epoca semplice. Quello intercorso tra il 2010 ed il 2019 è stato il primo decennio in cui non è stato conquistato neanche un titolo mondiale, né piloti né costruttori, cosa che non era mai accaduta nella gloriosa storia del Cavallino.
Dal 2009 in avanti, sono quella attuale è la 14esima stagione consecutiva senza vincere titoli, e se ciò dovesse avvenire anche nel 2023 verrà eguagliato un primato davvero poco ambito: la Scuderia modenese eguaglierà le 15 stagioni di fila senza vincere neanche un titolo costruttori, cosa avvenuta tra il 1984 ed il 1998.
Nel biennio 1982-1983 infatti, la casa di Maranello non vinse il titolo piloti, ma portò a casa per due volte quello riservato ai team, con Patrick Tambay e René Arnoux che riuscirono nell’impresa nell’83. Da quel momento in poi iniziò un lungo digiuno, spezzato soltanto nel 1999 da Eddie Irvine, Michael Schumacher e Mika Salo, con quest’ultimo che sostituì il tedesco per diverse gare dopo l’incidente di Silverstone che gli causò la frattura di tibia e perone.
Dunque, alla Rossa non resta altro che vincere nel 2023 e spezzare questo incantesimo, mentre per la classifica piloti c’è ancora tempo fino al 2028, quando saranno trascorsi 21 anni esatti dal titolo di Raikkonen, gli stessi che intercorsero tra il 1979, anno del trionfo di Jody Scheckter, ed il 2000 con Schumacher. Tempi duri a Maranello, e vista l’incompetenza del muretto ed i tanti problemi palesatisi quest’anno, sarà dura evitare che tali disastri si ripetano.