Quanto accaduto all’inizio del GP del Giappone e che ha visto protagonista Gasly fa ancora discutere. Ma c’è qualcuno che esce fuori dal coro.
Smaltita la festa per Max Verstappen campione del mondo per la seconda volta con ancora 4 GP da disputare, la F1 prova già a pensare a questo finale di stagione che vivrà della sfida della Ferrari alla Red Bull per centrare quella vittoria che manca dall’Austria. Ma soprattutto la Rossa dovrà allungare nei confronti della Mercedes in classifica costruttori, per confermarsi vicecampione alle spalle della scuderia anglo-austriaca. La realtà però è che ancora oggi il GP del Giappone sta facendo ancora discutere tanti protagonisti del Circus ma non solo, e non per quanto accaduto nel concitato finale, con la FIA che ha deciso non solo di penalizzare Charles Leclerc ma assegnare tutti i punti previsti, nonostante fosse una gara più che dimezzata.
In realtà tutti gli occhi di addetti ai lavori e fan è ancora per quello che è successo all’inizio della corsa, con l’incidente di Carlos Sainz Jr che ha costretto a far intervenire la safety car, con l’intervento in pista del trattore per rimuovere la Ferrari dello spagnolo mentre però i piloti sfrecciavano ancora pericolosamente da quelle parti. Basti chiedere a Pierre Gasly, rientrato in pista e che proprio in quel tratto si è trovato a sfiorare il trattore, con imprecazioni varie in radio e furia contro la direzione gara dopo la corsa.
Un episodio che però ha portato prima all’investigazione e poi alla penalizzazione del pilota dell’Alpha Tauri, reo di aver avuto una velocità eccessiva in regime di bandiera rossa, perché era stata adottata proprio qualche secondo prima che lui passasse in quel punto dove stava agendo il trattore. Ma non è passata in secondo piano la situazione di pericolo estrema corsa comunque dal pilota, che non ha visto il mezzo in azione, segnalato malamente da luci poco visibili e neanche da un addetto alla pista.
Gasly, da vittima a “carnefice”?
Dopo la corsa, la Federazione ha comunque aperto un’inchiesta su quanto accaduto a Suzuka, anche perché sono state numerose le proteste, in particolare verbali, su quanto accaduto in quelle circostanze. Sta di fatto però che non è andato giù l’aver penalizzato Gasly in quel frangente. Tanti gli attestati di solidarietà da parte dei piloti, ma c’è stata una voce che è uscita fuori dal coro ed è quella di Ralf Schumacher, ex pilota di F1 e fratello del grande Michael.
Sei volte vincitore di un gran premio e ora esperto di Formula 1 per German Sky, si è espresso per quanto accaduto a Gasly: “Posso capire le critiche dei piloti. Hanno ripetutamente indicato di non voler vedere nessuno di questi trattori finché ci sono ancora auto lungo il percorso”. Dunque il francese e gli altri hanno ragione ad arrabbiarsi per quanto accaduto: “Non può essere un problema aspettare che le vetture siano tutte ai box e solo allora inviare un mezzo di recupero. Deve essere spiegata completamente la questione perché le cose sono andate diversamente in Giappone rispetto a quanto discusso con i piloti”.
Ralf Schumacher però va controcorrente sulla decisione FIA: “Il fatto che Gasly guidi a 250 km/h in quel momento è stato tutt’altro che intelligente. La penalità per il francese è corretta e comprensibile, perché l’interruzione della gara era chiaramente visibile. C’è anche la regola che in una situazione del genere dovresti guidare a passo d’uomo e poterti fermare in qualsiasi momento. E con una buona ragione, perché dopotutto possono esserci persone in pista di tanto in tanto”.