A Phillip Island il sorpasso di Bagnaia in classifica su Quartararo. Merito di mesi di rincorsa ma anche di un lavoro duro alle spalle.
A Phillip Island la MotoGP ha vissuto un momento davvero storico, quello del recupero di Pecco Bagnaia ai danni di Fabio Quartararo con relativo sorpasso in classifica a due soli GP dalla conclusione del Mondiale. Dopo il GP del Sachsenring sembrava impossibile che ci potesse essere un recupero da parte del pilota Ducati su quello francese, con ben 91 punti a dividere i due rivali. Un gap che per chiunque altro sarebbe stato come scalare il K2, ma non per la Rossa di Borgo Panigale e il suo pilota, che dopo il recupero dello scorso anno e la delusione patita erano pronti a mettere a segno, passo dopo passo, un risultato incredibile.
Ad Assen, prima della pausa estiva, c’è stato il momento che ha davvero cambiato le sorti di questo Mondiale. Una vittoria per Bagnaia che sembrava essere solo un contentino dopo mesi di alti e bassi e una GP di Germania vissuto come un ko definitivo per le chance iridate, ma che invece era il primo tassello di una possibile rimonta. Sì perché l’errore di Quartararo e il primo zero in classifica per il campione in carica era sembrato a Ducati un segnale, ossia quello di crederci comunque, anche senza fare troppi calcoli, perché con i risultati e la costanza poteva davvero pensare qualcosa di clamoroso.
Bagnaia, il segreto dietro alla rimonta
E più che pensarlo, Bagnaia e la Ducati lo hanno fatto realmente, tramutando in risultati i loro sogni. Con un distacco così ampio in classifica, l’unica cosa da fare era lavorare a testa bassa, tornare a essere competitivi a grandi livelli e non sbagliare più. E in pratica è stato così, se si toglie la caduta in Giappone. La Rossa e il pilota italiano sono riusciti a non mettersi troppa pressione addosso, facendo semplicemente il proprio lavoro, ossia quello di condurre la moto più forte del lotto lì davanti. Ogni volta la tattica di squadra è stata perfetta, e questo ha giovato senz’altro a Bagnaia.
Ma c’è anche un altro fattore che ha inciso tantissimo in questi mesi: il lavoro psicologico fatto da team e pilota su se stessi. La Ducati, soprattutto dopo gli errori iniziali, nel post- Sachsenring ha davvero resettato tutto, facendo quadrato attorno al proprio pilota per ritrovare quella serenità che era svanita. Al tempo stesso Bagnaia ha cercato di lavorare sulla sua testa per ottenere sempre quella tensione che gli permette di rendere al massimo ogni weekend di gara. Tutto questo anche con l’aiuto di voci “amiche” come quella di Casey Stoner e Valentino Rossi, due “consiglieri” eccellenti per uno come lui.
Tassello dopo tassello la squadra e il pilota sono diventati un insieme perfetto, che ora punta all’obiettivo massimo. Perché sì, vincere un titolo costruttori per una marchio conta tantissimo, ma quello piloti mantiene intatto il proprio fascino. Perché il pubblico, in fin dei conti, ricorda il pilota e la moto vincente, non quella che è stata più costante in una stagione. Ora ci sarà da proseguire su questo trend, perché proprio questo profondo lavoro fatto finora ha sfiancato, anche mentalmente, la Yamaha e Fabio Quartararo. Che adesso si trovano costretti ad inseguire. La situazione si è ribaltata, vedremo in questi ultimi GP chi è sarà più bravo a gestire la tensione.