A Phillip Island Bezzecchi è diventato l’esordiente dell’anno. Un pilota che non è solo figlioccio del Dottore, ma è molto di più.
Un quarto posto ad un niente dal podio ma anche dalla vittoria. Per Marco Bezzecchi il GP d’Australia è stata la conferma ulteriore che ormai è lì, sempre più vicino alla vetta. E che dal prossimo anno, se avrà i mezzi per farlo, potrà davvero essere uno dei piloti che si giocheranno almeno qualche vittoria. Se non qualcosa di più. Intanto però il pilota italiano si gode il titolo di Rookie of the Year della MotoGP, un riconoscimento niente male, visto che in passato è andato a nomi importanti che hanno fatto la storia di questo sport.
Quei riccioli che ricordano tanto un altro campione italiano e amato dal pubblico, Marco Simoncelli, ma anche la faccia di quello che la sa lunga, il birbante delle due ruote, uno che si diverte come un bambino a correre e che ha mantenuto intatta questa passione pur arrivando in un mondo come la MotoGP sempre più ingessato e bisognoso di atleti fino nel midollo. Bezzecchi è pronto per diventare il nuovo idolo delle folle in Italia, perché lo sta dimostrando in pista quanto sia talentuoso. Alla faccia di chi dice che sia solo il “figlioccio” di Valentino Rossi.
Bezzecchi, un talento pronto al grande passo
Che fosse uno speciale lo si era capito fin da piccolo, perché di talento ne ha avuto sempre. C’è voluta una spinta in più per farsi notare, quella di un reality, “Motorhome – Piloti di famiglia“, e intanto diventa vicecampione italiano di Moto3 nel 2014, per poi prendersi il titolo l’anno successivo. Poi le prime wild card nel Motomondiale, fino allo sbarco definitivo nel 2017 con la Mahindra, con la quale conquista in Giappone anche il primo podio in carriera.
Nel 2018, passato sulla KTM, arriva anche terzo nel mondiale ma la svolta c’è nel 2020, quando a credere in lui è Valentino Rossi, che lo piazza in Moto2 nel suo team accanto a Luca Marini. Ed è qui che continua la sua crescita, con due successi il primo anno e uno il secondo, dove però è terzo in classifica generale. La stoffa c’è, si vede, in moto è molto fisico ma ha uno stile molto redditizio. E con il team MotoGP del Dottore ormai pronto a nascere, la scelta di Bezzecchi è scontata. E al suo primo anno un solo podio (ad Assen) ma anche qualche exploit in qualifica, dove spesso chiude in top ten, ecco il meritato premio di rookie dell’anno.
Va forte, questo senza dubbio, ma piace perché è genuino davanti alle telecamere, come spesso lo è chi viene da quella zona della motor valley come Rimini. Ma soprattutto piace perché sa ascoltare i consigli di chi ne sa di più del mondo delle due ruote e incamera. Incamera informazioni vitali per crescere e le mette sempre a frutto. Questo primo anno in MotoGP ne è la dimostrazione, perché ha saputo adattarsi velocemente alla Ducati e, con un lavoro di fino, ha cambiato anche il modo di guidare, per trovare il giusto mix che gli permette di essere sempre veloce. E ora? La vittoria non è così lontana, ma intanto quel ricciolone continua a emozionare. In attesa di esplodere definitivamente.