Bagnaia ci tiene a evidenziare i suoi meriti nell’essere leader della classifica MotoGP: nessuno gli ha regalato niente.
Dopo la caduta e il ritiro al Sachsenring, era difficile immaginare che Francesco Bagnaia sarebbe riuscito a rimontare e ad essere oggi primo nella classifica MotoGP. Era scivolato a 91 punti da Fabio Quartararo e adesso si trova a +14.
Nessuno era mai riuscito a recuperare uno svantaggio così grande. Pecco ha compiuto una vera impresa, anche se adesso deve completarla vincendo il titolo. A due gare dalla fine del campionato è inevitabilmente il favorito al trionfo finale. Già in questo fine settimana in Malesia potrebbe laurearsi campione del mondo, se riuscisse a guadagnare almeno altri 11 punti sul rivale della Yamaha.
Certamente a Sepang sarà importante non sbagliare, non gli errori sono dietro l’angolo e il ducatista ne ha commesso più di uno durante la stagione. Servirà massima concentrazione, non deve pensare che sia già fatta. Quartararo è pronto ad approfittare di un eventuale passo falso.
MotoGP, Bagnaia non è primo per i giochi di squadra Ducati
Negli ultimi gran premi MotoGP del 2022 non è escluso che un piccolo aiuto possa anche arrivare dai compagni di marchio. Spesso si è parlato dei giochi di squadra o ordini di scuderia in casa Ducati. Finora non si può dire che Bagnaia ne abbia granché beneficiato. Vero che Johann Zarco a Buriram ha evitato di attaccarlo e Marco Bezzecchi a Phillip Island è stato particolarmente cauto quando era dietro all’amico, però sarebbe sbagliato dire che Pecco è in vetta alla classifica grazie a queste situazioni.
Il pilota Chivasso è leader della MotoGP con merito, ha compiuto un’impresa enorme e nessuno gli ha regalato nulla. Anzi, bisogna ricordare di quanto Takaaki Nakagami lo ha stesso a Barcellona e gli ha fatto perdere un probabile podio. Se in questo finale di campionato qualche collega di marchio è cauto quando si trova alle sue spalle, non c’è niente di strano. Succederebbe anche con altri piloti di altri team.
Bagnaia, interpellato da Motorsport.com sull’argomento ordini di scuderia, è stato netto nella risposta: “Ho vinto quattro gare di seguito, sei in totale, senza ordini di squadra e senza nessun aiuto. Quindi non penso di averne bisogno”.
Il pilota piemontese ci tiene a ribadire che la sua leadership è frutto del merito, non di aiuti. Sicuramente lo infastidiscono un po’ determinati discorsi, però deve concentrarsi pienamente sulle prossime gare e riportare il titolo piloti MotoGP a Borgo Panigale a distanza di quindi anni dall’ultima (e unica) volta. Dopo Casey Stoner, può essere lui a scrivere una bella pagina di storia della Ducati.