La Ferrari si prepara per il Gran Premio degli Stati Uniti, che non scatta sotto i migliori auspici. Ecco cosa succederà in Texas.
In casa Ferrari ci si prepara per il Gran Premio degli Stati Uniti, che si disputerà ad Austin come avviene dal 2012 a questa parte. Questo tracciato, uno dei più belli e tecnici del mondiale, non ha regalato grandi gioie al Cavallino in passato, fatta eccezione per l’edizione del 2018 che vide trionfare Kimi Raikkonen, alla sua ultima affermazione in F1, l’unica dal suo ritorno a Maranello avvenuto quattro anni prima.
Per il resto, in Texas hanno sempre dominato Red Bull e Mercedes, con la McLaren che vinse la prima edizione del 2012 con Lewis Hamilton. Il britannico si è poi ripetuto per ben quattro volte consecutive tra il 2014 ed il 2017 con il team di Brackley, mentre gli anglo-austriaci hanno avuto la meglio nel 2013 con Sebastian Vettel e lo scorso anno con Max Verstappen.
La Ferrari è spesso andata in difficoltà su questa tipologia di pista, che viste le sue caratteristiche dovrebbe permettere alla Red Bull di dominare la scena. La RB18 è ormai la macchina migliore in tutte le condizioni, ed il lungo rettilineo del secondo settore lungo oltre un chilometro preoccupa e non poco la Scuderia modenese, che rischia di pagari diversi km/h in velocità di punta.
La pista texana è molto impegnativa sul fronte della gestione delle gomme, e questo è un altro punto che va decisamente a favore del team di Milton Keynes. Sulla Rossa vista da Spa-Francorchamps in poi il tema del degrado è a diventato dir poco allarmante anche in chiave futura, ed il nuovo fondo portato in Giappone non sembra aver prodotto i risultati sperati.
Verstappen ha vinto rifilando mezzo minuto a Charles Leclerc in una gara durata 40 minuti, un gap allarmante, maturato però in condizioni di bagnato che non hanno fatto che accentuare la crisi della Rossa sulla gestione delle mescole, in particolar modo all’anteriore. Per quanto Mattia Binotto sia certo che la TD39 non abbia nulla a che vedere con il calo di performance, è sotto gli occhi di tutti il peggioramento nel comportamento di questa vettura, che ad inizio anno non aveva rivali in termini di gestione degli pneumatici.
La Red Bull è stata strepitosa con gli sviluppi, è già da Imola ha iniziato a girare a proprio favore la contesa. In quel di Austin, Super Max potrebbe agganciare Sebastian Vettel e Michael Schumacher in termini di vittorie in una stagione, salendo a quota 13, e visto il potenziale della sua monoposto e la tranquillità di aver già in tasca il secondo titolo è molto probabile che riesca nell’impresa.
Ferrari, Leclerc ancora in penalità ad Austin
Uno dei motivi del sogno mondiale sfumato in casa Ferrari è legato all’affidabilità, con ben tre power unit andate in fumo durante questa stagione. Charles Leclerc ha perso due vittorie sicure a Barcellona ed a Baku per i problemi a turbo ed MGU-H, mentre Carlos Sainz è letteralmente andato a fuoco in Austria, nel momento in cui stava infilando la Red Bull di Max Verstappen per regalare una bella doppietta al Cavallino.
Leclerc è partito dal fondo sia a Montreal che a Spa-Francorchamps per via delle sostituzioni delle power unit che lo hanno mandato in penalità, e la stessa cosa è accaduta a Sainz al Paul Ricard ed a Monza. Il calvario del Cavallino non è ancora finito, dal momento che Charles, secondo quanto riportato da “Motorsport.com“, scatterà indietro anche ad Austin domenica prossima.
Sulla sua Ferrari verrà montato un nuovo ICE (il motore a 6 cilindri a combustione interna), dotato di diversi aggiornamenti che saranno la base per il propulsore del 2023. La penalità sarà di 5 posizioni, visto che la parte ibrida non verrà toccata, ed anche per il fatto di aver già sostituito il motore termico in passato, il che permette al penalizzato di avere una sanzione dimezzata rispetto al normale.
Questo permetterà a Leclerc di andare full power fino a fine stagione, senza avere limitazioni che servano per minimizzare il rischio di rottura. Sarà curioso capire quello che sarà il vantaggio garantito dal nuovo motore, anche per valutare se l’affidabilità è stata migliorata o se c’è ancora del lavoro da fare su questo fronte.
Qualche giorno fa avevamo parlato del discorso assetti, che potrebbero essere stati scaricati in maniera eccessiva per compensare una potenza ridotta dopo i tanti guasti riscontrati tra primavera ed estate. Austin sarà un gran bel banco di prova per il prossimo anno, nella consapevolezza che il 2023 sarà il momento della verità.