Ferrari e Red Bull hanno costruito le migliori F1 ad effetto suolo in questo 2022, ma la Rossa paga un aspetto molto rilevante.
La Red Bull vola verso la conquista del quinto titolo mondiale costruttori della sua storia in F1, ed il 2022 potrebbe scrivere la storia: nel corso dell’era ibrida, soltanto la Mercedes ha messo le mani sul titolo dedicato alle squadre, con otto mondiali consecutivi vinti tra il 2014 ed il 2021.
In Giappone, Max Verstappen si è confermato campione tra i piloti, ed il team di Brackley è matematicamente fuori dai giochi per il costruttori. L’unica ancora in corsa è la Ferrari, che paga ben 165 lunghezze di distacco con 191 punti ancora disponibili a quattro gare dalla fine.
Gli anglo-austriaci hanno cannibalizzato la prima stagione della nuova era della F1 contraddistinta dal ritorno delle monoposto ad effetto suolo, e c’è da dire che Adrian Newey ha piazzato l’ennesimo capolavoro, dando una bella lezione alla concorrenza. Sul fronte motoristico, la Honda ha ribadito la sua superiorità rispetto alla Ferrari, sia dal punto di vista delle performance che sull’affidabilità.
La Red Bull aveva iniziato la stagione con una monoposto molto più efficiente e che garantiva ai suoi piloti una velocità sui rettilinei impareggiabile, ma in seguito, tramite l’alleggerimento della vettura, è diventata superiore anche sul fronte telaistico, risultando irraggiungibile per gli altri.
Se a ciò aggiungiamo la maggiore freddezza e velocità di Verstappen ed una power unit Honda superiore agli altri, capiremo al meglio il motivo di questa vittoria mondiale così anticipata rispetto alla fine della stagione. Contro una squadra così perfetta, c’era poco da fare per la concorrenza, che per il futuro dovrà rivedere il proprio pacchetto per sperare di lottare.
F1, confronto sulle power unit devastante per la Ferrari
La Ferrari ha lavorato a lungo sul progetto della monoposto per il 2022, la prima F1 ad effetto suolo dai tempi di Gilles Villeneuve. Dopo un biennio di purgatorio, il Cavallino era riuscito a presentare una monoposto competitiva, che però ha pagato a caro prezzo gli errori di strategia, quelli dei piloti ed i guai legati all’affidabilità.
Da questo punto di vista, la Red Bull è stata nettamente superiore, grazie ad un lavoro eccezionale svolto dalla Honda. Vi ricordate di quanto la casa di Sakura subiva delle umiliazioni clamorose ai tempi della McLaren con i famosi team radio di Fernando Alonso? Oggi parliamo di una realtà del tutto diversa, che ha costruito la miglior power unit dell’intera griglia.
La Red Bull, nel 2021, mandò in penalità Max Verstappen soltanto in occasione del Gran Premio di Russia, concludendo il campionato con quattro power unit utilizzate contro le tre concesse dal regolamento. La Mercedes, invece, sostituì per ben tre volte il motore endotermico sulla monoposto di Lewis Hamilton, che andò in penalità in varie occasioni, perdendo punti importantissimi in chiave mondiale.
La Honda, dopo anni di delusioni, ha guadagnato un’affidabilità eccellente, ed anche quest’anno ha fatto la differenza da questo punto di vista. Verstappen è andato in penalità per la prima volta in Belgio, dove sulla sua RB18 è stato introdotto anche un nuovo sistema ibrido che ha garantito un balzo in avanti notevole in termini di performance.
La conferma arriva proprio dalla rimonta svolta dal figlio di Jos in quel di Spa-Francorchamps, dove riuscì a risalire dal 14esimo al primo posto in meno di metà gara, sino a trionfare con mezzo minuto di vantaggio sulla Ferrari di Carlos Sainz che aveva chiuso in terza piazza dopo essere partita dalla pole position.
Nello stesso week-end belga, anche sulla Rossa di Charles Leclerc si era deciso di montare una nuova parte ibrida, ma il confronto con Verstappen e la power unit Honda è stato nettamente a favore del team di Milton Keynes. Anche a Monza sulla RB18 è stato sostituito il motore termico, e pure in quel caso la penalità non ha causato problemi, visto che Super Max ha vinto scattando dalla settima casella.
Quando le Ferrari sono partite nelle retrovie, non sono mai riuscite a salire sul podio, segno evidente del fatto che non sono riuscite a sfruttare nello stesso modo la potenza extra garantita da una power unit fresca. L’affidabilità, nella F1 odierna, è sicuramente un tema, ed i troppi guai che hanno colpito Leclerc e Sainz in questo 2022 hanno portato la Scuderia modenese a dover fare un passo indietro sulle mappature.
La Red Bull e la Honda sono ormai un’accoppieta che appare imbattibile, e pare ci sia la seria possibilità che la casa giapponese possa continuare con gli uomini di Christian Horner anche dal 2026 in avanti. L’accordo con la Porsche è infatti saltato, ed il futuro può nascondere una nuova occasione per i nipponici nella massima serie automobilistica.