Cristian Gabarrini, capotecnico di Pecco Bagnaia, rivive le stesse emozioni di quindici anni fa con Casey Stoner.
Il Gran Premio della Malesia sarà una tappa cruciale per la corsa al titolo mondiale. Pecco Bagnaia è il nuovo leader del campionato dopo la conquista del terzo posto e la caduta di Fabio Quartararo, adesso il pilota torinese guida la classifica con 14 punti di vantaggio sul rivale francese della Yamaha. Il fine settimana di Phillip Island è stato quello della svolta, sotto gli occhi di Casey Stoner, che ha fatto visita al box Ducati e a Bagnaia.
Da tempo l’ex pilota australiano e Pecco coltivano una bella amicizia, a distanza, ma quando si presenta l’occasione per vedersi e incontrarsi è sempre una bella occasione per scambiare idee e suggerimenti. Casey Stoner prova a dare informazioni utili su set up della moto e traiettorie, stile di guida, nonostante abbiano vissuto epoche diverse con moto differenti. Tra loro molti punti in comune, tra cui lo stesso capotecnico Cristian Gabarrini che ha vinto il titolo iridato quindi anni fa e ora potrebbe fare il bis.
Bagnaia e Stoner quindici anni dopo
L’ingegnere di pista Gabarrini, in una intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, sottolinea l’importanza del terzo posto in Australia, dove Pecco Bagnaia non si è fatto trascinare dalla foga della vittoria. Sembrava impossibile conquistare il primato in classifica dopo che al Sachsenring lamentava un gap di 91 punti dal francese della Yamaha. Dalla gara di Assen è iniziata una rimonta che ha corrisposto ad una fase calante di Quartararo, manca solo la ciliegina sulla torta per il piemontese della Ducati.
Casey Stoner assisterà da casa al possibile trionfo di Bagnaia: “Sono passati 15 anni, io ho avuto la fortuna di essere lì in quel momento e oggi ho la fortuna di provare a ripetere quella impresa. Vediamo se ci riusciamo”, ha commentato il capotecnico Cristian Gabarrini, che conosce molto bene la moto dell’epoca e quella attuale e le loro differenze “abissali”. La Ducati di Stoner “era una moto rozza, difficile da guidare, estrema da tutti i punti di vista. Quella di oggi è una Ducati molto sofisticata, tecnologicamente al top, come tutte le MotoGP difficile da portare al limite”.
E’ pur vero che oggi ci sono almeno cinque o sei piloti che riescono ad andare forte con la Desmosedici GP, mentre nel 2007 era solo Stoner a portare al limite la moto della Casa di Borgo Panigale. “Quella con cui ha vinto Casey mi viene da dire che era davvero ai limiti delle capacità umane”. Fra i due c’è però un filo diretto: “A volte Casey spiega le cose a me, gli dico che sono onorato, ma è meglio se le dice direttamente a Pecco”.