Agostini ha detto la sua opinione sulla corsa al titolo MotoGP e anche su una necessità del campionato per il futuro.
La stagione MotoGP volge verso il termine, mancano solamente due gare e in questo momento c’è un chiaro favorito per la vittoria finale. Ovviamente ci riferiamo a Francesco Bagnaia, che dopo il Gran Premio d’Australia è leader della classifica con 14 punti di vantaggio su Fabio Quartararo.
Davvero incredibile la rimonta effettuata dal pilota del team ufficiale Ducati, che in seguito al ritiro nella gara al Sachsenring si era ritrovato a -91 dal rivale. Dopo il weekend a Phillip Island si è capovolto tutto e ora è Pecco il principale candidato a vincere la corona iridata.
Nel prossimo weekend c’è l’appuntamento in Malesia, dove c’è un circuito che sulla carta potrebbe favorire il ducatista. Se a Sepang riuscisse ad accumulare almeno altri 11 punti di vantaggio sul francese della Yamaha, diventerebbe matematicamente campione del mondo MotoGP 2022. Non sarà semplice. La cosa importante è che abbia il giusto approccio e non arrivi lì pensando di aver già vinto il mondiale.
Giacomo Agostini parla di Bagnaia, Quartararo e MotoGP
Nel caso in cui Bagnaia vincesse il titolo MotoGP con la Ducati, compirebbe una grande impresa. Non solo per la rimonta che ha fatto in questi mesi, ma anche perché dopo 50 anni un altro pilota italiano trionferebbe in top class in sella a una moto italiana. L’ultimo fu Giacomo Agostini nel 1972 con la MV Agusta.
Proprio il quindici volte campione del mondo è stato intervistato da La Repubblica per commentare la corsa al titolo che vede Pecco favorito alla vittoria finale: “Glielo auguro. In classifica ha superato il povero Quartararo e mi sa che non lo ferma più nessuno. Magari diventa campione già in Malesia, anche se nelle moto è meglio attendere le matematica. Può succedere di tutto”.
Agostini ha usato la parola “povero” per Quartararo e ha motivato tale espressione: “Mi dispiace vederlo così. È bravo, però oggi la Ducati è la Ducati. Pecco con la moto forma un binomio eccezionale. Viaggia su un’autostrada libera, gli basta finire ancora una volta prima – ci può riuscire, quello malese è un circuito favorevole – e praticamente è fatta”.
La leggenda del Motomondiale ha anche messo in evidenza la mancanza di una star nella classe regina: “Serve un personaggio, qualcuno che si imponga con continuità, che conquisti e faccia sognare i tifosi. Se ogni anno c’è un campione differente, la gente penserà che chiunque possa comandare la MotoGP. Serve una stella”.