Suppo parla della MotoGP di oggi esprimendosi soprattutto su Bagnaia, Quartararo e Marquez: parole interessanti le sue.
Quando ha accettato di tornare in MotoGP da team manager della Suzuki non si aspettava certamente che la casa di Hamamatsu si sarebbe ritirata. Ma Livio Suppo ha comunque una grande carriera alle spalle ed è stato appagato dai tanti successi ottenuti tra Ducati e Honda.
Nel 2007 è stato protagonista dell’unico di titolo MotoGP vinto finora dal team italiano. Casey Stoner fece un’impresa che è rimasta unica e che Francesco Bagnaia spera di replicare in questo finale di campionato. Poi il dirigente sportivo ha firmato con HRC, vincendo di nuovo prima con Stoner stesso e poi anche con Marc Marquez.
A fine 2017 decise di lasciare la Honda e si è dedicato alla sua azienda di biciclette elettriche. Poi l’offerta della Suzuki lo aveva convinto a rientrare nel Motomondiale. Gli piacerebbe rimanere nell’ambiente, magari da manager di piloti, però non c’è ancora nulla di definito in tal senso.
Livio Suppo si espone su Bagnaia, Quartararo e Marquez
Suppo in un’intervista concessa al Corriere dello Sport si è espresso sull’attuale corsa per il titolo MotoGP che vede protagonisti Francesco Bagnaia e Fabio Quartararo: “Sono fortissimi. Pecco sta facendo la differenza con la Ducati e mi spiace che glielo riconoscano meno del dovuto perché ci sono tante Ducati in pista e vanno tutte forte. Bagnaia sta facendo un campionato pazzesco. Quando si parte col piede storto e si è sotto di tanti punti, è complicato continuare a crederci. Sarà un bel finale”.
Al team manager Suzuki viene domandato se Stoner e Bagnaia abbiano qualcosa in comune e risponde così: “Non conosco abbastanza Pecco per dirlo. Caratterialmente direi di no, come stile di guida neppure. L’unica cosa in comune è la Ducati. Pecco mi sembra molto carino e tranquillo, Casey era più ‘fumino’”.
Inevitabile parlare anche di Marc Marquez, rientrato alla grande dopo l’ultima operazione al braccio destro: “Ha fatto cose mirabolanti in questi due anni, nonostante guidasse con un braccio solo o comunque con grossi fastidi. Ci si può aspettare qualsiasi cosa da Marc. Gestione Honda dell’infortunio? Bisogna esserci per giudicare. Ma quando ho scoperto che sarebbe tornato in pista pochi giorni dopo la prima operazione… L’ho trovata una pazzia totale. Mi sarei opposto in tutti i modi”.
Effettivamente, fu clamoroso vedere il pilota spagnolo in pista a breve distanza dal primo intervento all’omero destro fratturato. Una scelta certamente sbagliata da parte di tutti. Dai dottori che diedero il via libera e arrivando sia al team Honda sia al pilota. Bisognava agire diversamente.