Secondo alcuni addetti ai lavori la Moto3 ormai è obsoleta. Per questo c’è bisogno di cambiare. Ed ecco la prima proposta sul tavolo per il futuro del Motomondiale.
A Phillip Island, dopo una stagione di grandi battaglie, la Moto3 ha trovato il suo nuovo campione. Si tratta di Izan Guevara, che è riuscito ad avere la meglio di una concorrenza molto agguerrita e a portare a casa il titolo 2022. Una stagione da incorniciare per il talento del GasGas Team Aspar, nonostante un inizio non troppo brillante, con la prima vittoria centrata solo a Jerez. Poi però è stata una vera e propria excalation, con tanti podi e cinque vittoria, tra cui l’ultima e decisiva in Australia. Per i rivali solo le briciole, colpa non solo di un iberico in grande forma ma anche per i tanti errori commessi in questa annata.
Con due gare alla fine del campionato, per la Moto3 però è anche tempo di bilanci e di guardare al futuro. Infatti da più parti si è alzata la voce riguardo la necessità di evolvere la categoria di accesso al Motomondiale. Le recenti modifiche alle norme sull’età minima per poter entrare e i gravi infortuni che si sono registrati nelle classi per tutto il 2021 e il 2022 hanno fatto maturare l’idea che si debba cambiare una categoria che molti iniziano a considerare troppo lenta per gli standard odierni. E dunque poco formativa per i piloti.
La Moto3 è stata introdotta nel 2012, lasciandosi alle spalle la stagione delle 125 due tempi per puntare su motori monocilindrici da 250 cc, quattro tempi e 60 cv, motori che dovevano essere venduti anche a basso prezzo (non più di 16.000 euro), che permettevano una facile manutenzione, dando la priorità alla longevità rispetto alle pure prestazioni. Ma a dire il vero nel tempo questa classe non ha fatto praticamente nessun progresso in termini di potenza. Nonostante gli attuali prototipi siano chiaramente più veloci e competitivi delle prime Moto3 uscite, molti concordano sul fatto che questa categoria abbia già raggiunto il suo apice tecnologico e che sia arrivato il momento di are una svolta.
Non essendo in grado di offrire prestazioni brillanti, è normale vedere in Moto3 grandi gruppi lottare per la vittoria. E questo rende la classe più piccola del Motomondiale una delle più avvincenti ma anche una delle più pericolose. I recenti lutti purtroppo stanno a confermare questo, così come gli incidenti che solo per poco non si sono tramutati in tragedia. Per questo si è agito in primis sull’età dei piloti, che è stata alzata per impedire che arrivino impreparati all’appuntamento iridato.
Adesso però c’è da agire sulle moto, che troppo spesso per questi ragazzi, che crescono in fretta anche fisicamente, diventano davvero troppo scomode da guidare. Ma c’è anche un altro motivo: la Moto3 infatti non è per nulla allenante per la Moto2, viste le differenze di potenza. Attualmente i piloti che passano dalla Moto3 alla Moto2 si lasciano alle spalle un motore monocilindrico da 250 cc e 60 cv per prendere i comandi di una moto da 765 cc con 150 cv di potenza ed elettronica molto più avanzata. Insomma un salto davvero importante. Allora ecco arrivare la prima proposta concreta.
Luca Boscoscuro, team manager della Beta Tools Speed Up, a Speedweek ha ammesso che oggi i piloti arrivano al Motomondiale a 18 anni, sono alti 1’80 cm e pesano 70 chili, e con quelle dimensioni “devono guidare queste piccole macchine monocilindriche da 250 cc con 60cv”. Per questo “per la categoria Moto3 servono moto più grandi con motori più potenti. Non solo per i debuttanti che ora hanno 18 anni, ma anche perché il divario tra i motori 250cc e i tre cilindri 765cc in Moto2, che è diventato troppo grande”.
Per Boscoscuro il passaggio a motori 400 o 500 cc e una configurazione bicilindrica a V rappresenterebbe una spinta importante per una categoria che sembra ormai superata: “Aprilia, ad esempio, ha di serie un ottimo motore V2 da 500 cc che eroga 70 cv. Nel Mondiale Supersport la cilindrata massima è stata aumentata da tempo oltre i 600 cc”. In sostanza vuole dire: muoviamoci pure noi o la Moto3 diventerà una categoria inutile.
Dalla Dorna, però, non la vedono allo stesso modo. Infatti Carmelo Ezpeleta ha specificato che sebbene siano aperti a introdurre cambiamenti nella categoria, al momento le loro mani sono legate da un contratto di quattro anni: “Non cambieremo la cilindrata fino alla fine del 2026. Entro il 2027, possiamo pensare a qualcosa di nuovo consultandoci con le varie marche presenti nel Mondiale”. Sull’opzione motore da 400 cc però è scettico: “I giapponesi non hanno queste moto nel loro programma. Potremmo anche salire fino a 500 cc in Moto3, non sarebbe un problema. Aprilia e KTM hanno già moto di questo tipo”.
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