F1, Red Bull ma cosa combini? Ecco come hanno sforato il budget cap

La squadra con sede a Milton Keynes è sempre al centro delle critiche in merito allo sforamento del limite di spesa imposto dalla FIA. Sono emersi nuovi dettagli sulle azioni della Red Bull.

E’ sempre questione di soldi, anche in F1. Il superamento del limite del budget da parte di Red Bull Racing e Aston Martin è sempre sulle prime pagine di tutti i giornali. Dopo settimane di indiscrezioni, a seguito di un articolo del magazine tedesco AMuS, finalmente è emerso che entrambi i team con sede in Inghilterra hanno sforato il limite. Non di quanto si era paventato all’inizio, ma si tratta sempre di una cifra considerevole. Quando sono rimbalzati i primi rumor sulla vicenda il team principal della Red Bull Racing ha cercato di minimizzare la cosa, affermando che la sua squadra era un bersaglio facile.

Red Bull Max Verstappen (Ansa Foto)
Red Bull Max Verstappen (Ansa Foto)

Le scuse sono state “abbiamo inserito spese che magari si potevano tenere fuori” e “i regolamenti sono nuovi e complicati”. Frasi che hanno fatto accapponare la pelle a Toto Wolff e Mattia Binotto che sono partiti all’attacco dell’armata austriaca. Si è scatenata l’ennesima battaglia politica, specialmente perché nel 2021 la sfida tra Max Verstappen e Lewis Hamilton si è corsa sui minimi dettagli. I team avevano la possibilità di sforare entro un limite del 5 per cento il budget che ricordiamo, nel 2021, era di 145 milioni, mentre per la stagione in corso erano stati stabiliti 140 milioni. Dalla stagione 2023 in poi, il Budget Cap sarà, ulteriormente, abbassato a 135 milioni di dollari. Una delle questioni principali è ruotata sulle eventuali penalità per uno sforamento leggero. Sempre se si può parlare di leggerezza, quando non tornano nei conti milioni di euro.

La strategia della Red Bull Racing è stata chiara sin dal principio. Il team principal, Christian Horner, in occasione della tappa di Monaco aveva già iniziato a mettere le mani avanti. “Sono convinto che tutte le squadre principali andranno oltre la soglia dei 140 milioni di budget cap. Qual è la sanzione per una violazione lieve di questo tetto salariale? Perché un aggiornamento, che può anche costare sui 4,5 milioni può fare la differenza nella corsa al mondiale, perciò c’è bisogno di chiarezza e trasparenza nel più breve tempo possibile”, aveva annunciato il manager inglese a Sky Sport. Tutti i team, però, avevano accettato il compromesso con la chiara convinzione che nessuno avrebbe rischiato di superare il limite. Di fatto chi ha la possibilità economica di andare oltre sono proprio le grandi squadre, con ingenti capitali, e con i costi in aumento, la possibilità è diventata sempre più concreta.

La Red Bull Racing colta sul fatto

Il budget cap era apparso, sin dal principio, un bluff, un compromesso ad un problema di competitività ed economico dei team minori. La griglia si è spaccata, però, ulteriormente nel 2022, dato che a dominare è stato un solo team, mentre soli 4 piloti hanno vinto un Gran Premio. Oltre a Max Verstappen che ha fatto incetta di trionfi, solo Sergio Perez, Charles Leclerc e Carlos Sainz sono saliti sul primo gradino del podio. La rivoluzione tecnica e finanziaria non ha portato clamorosi stravolgimenti. I team nelle ultime posizioni sono rimasti in fondo alla graduatoria. Per di più l’Aston Martin, controllata dal boss Lawrence Stroll, è scivolata in fondo alla classifica costruttori, nonostante le spese pazze. La realtà è che in F1 va a cicli e, difficilmente, questo principio cambierà in futuro.

La FIA si è trovata in una posizione piuttosto delicata. Una sanzione leggera potrebbe portare anche le altre squadre a sforare il budget, considerato l’impatto che può avere sul piano tecnico. Qualche milione investito in più non rappresenta un problema per colossi come Ferrari e Mercedes. Da quanto è riportato dal magazine FP.it, il budget cap è stato sforato per spese relative al catering, ai membri del team che non hanno potuto lavorare perché malati o a spese riconducibili al gardening leave. Oltretutto i calcoli sono stati sbagliati a causa del diverso inquadramento dei livelli di tassazione e di fisco, avendo il team sede a Milton Keynes in Inghilterra.

La FIA per chiudere la questione ha dato la possibilità alla Red Bull Racing di accettare un accordo transattivo. Sarebbe una ammissione di colpevolezza e darebbe una bella botta all’immagine della squadra, ma nel caso non volessero accettare di chiudere la partita, potrebbe rischiare pene più severe. Rinunciare al diritto di appello si tradurrebbe come una chiara violazione del regolamento stesso, finendo quantomeno per salvaguardare i risultati sportivi ottenuti nella scorsa stagione. I riconoscimenti iridati sarebbero salvi, ma l’infrazione sarebbe un duro colpo per l’ambiente Red Bull. Ormai si è arrivati al punto che un team di Formula 1 può anche decidere di correre il rischio di sforare il limite di spesa, imbrogliare e falsare una stagione per poi patteggiare eventualmente 365 giorni dopo la sanzione. Uno scenario a dir poco preoccupante.

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