Capace di battere i grandi costruttori, la Red Bull resterà anche in F1 la creatura di Mateschitz. Ecco il pensiero del boss Horner e dei piloti.
Che le sue condizioni di salute non fossero buone lo si sapeva già da qualche settimana, ma quando si riceve la notizia di una scomparsa, pur attesa che sia, è sempre un colpo al cuore. Lo sanno bene alla Red Bull che, poco prima dell’avvio delle qualifiche di Austin, si sono trovati a dover convocare la stampa presente per rendere noto che il loro patron Dietrich Mateschitz se n’era andato.
Una notizia, questa, che ha scosso l’intero paddock stravolgendo la scaletta delle comunicazioni. Niente più focus sulle prestazioni in pista, o sul budget cap violato, bensì su questa perdita che non ha colpito una scuderia, ma lo sport globale. Perché l’austriaco è stato un visionario. Un pasionario. Un uomo che nella sua vita ce l’ha messa tutta per portare il suo marchio ovunque. Non solo nel mondo dei motori che tanto amava.
Esperto di marketing e laureato a Vienna ebbe il pregio di saper intuire le potenzialità di una bevanda energetica tailandese, la Krating Daeng, indirizzata a tutti coloro che facevano lavori pesanti. Portata in Europa e declinata in vari gusti, gli frutterà una popolarità internazionale e un patrimonio da 21esima persona più ricca del pianeta, almeno secondo la classifica stilata da Forbes nel 2021.
Horner e Verstappen ricordano Mateschitz
Il suo debutto nel Circus avverrà nel 2005 dopo aver rivelato la Jaguar, mentre nel 2006 raddoppierà la sua presenza acquisendo la Minardi e facendola diventare Toro Rosso, oggi Alpha Tauri.
Affidata la gestione all’esperto Christian Horner, al genio del tecnigrafo Adrian Newey e al consulente Helmut Marko, riuscirà a battere come Red Bull diversi costruttori importanti di auto.
“È stato un uomo straordinario di grande ispirazione per molti“, le parole commosse del boss della squadra. “È lui il motivo per cui siamo qui. Era sempre entusiasta, solidale e motivante, nei giorni belli e in quelli brutti. Personalmente mi sento privilegiato per averlo conosciuto. In questo fine settimana, nonostante lo shock, faremo esattamente quello che avrebbe voluto. Andare là fuori e con le sue auto fare il meglio che possiamo per cercare di chiudere questo campionato costruttori“, ha concluso ricordando come non ebbe problemi ad ingaggiarlo ancora giovane e a credere nelle potenzialità dirigenziali anche in un ambiente complesso come la F1.
Altrettanto colpito si è mostrato Max Verstappen il quale, non appena sceso dall’auto dopo le qualifiche ha affermato. “Ha creduto in me quando ero un ragazzino. Il nostro rapporto è cresciuto man mano diventando qualcosa di speciale. Ricorderò per sempre l’ultimo incontro avvenuto pochi giorni fa. Le nostre chiacchiere, il tempo speso assieme. Se prima quei momenti erano speciali. Ora lo sono ancora di più”.
E a caldo ha parlato pure colui che diede vita ad una vera e propria era di dominio per l’equipe con base a Milton Keynes tra il 2010 e il 2013, Sebastian Vettel.
Piuttosto emozionato il tedesco ha preferito non dilungarsi troppo. “Non voglio dire molto perché sono davvero stordito. Ho dei grandi ricordi che lo riguardano. Il mio rispetto nei suoi confronti è enorme”, il suo commento.