Cosa ne sarà delle questione Porsche? Il marchio entrerà davvero in F1 nonostante la fine della trattativa con la Red Bull?
Sembrava fatta. Una questione di giorni. Ed invece il matrimonio tra la Red Bull e la Porsche è tramontato ancora prima di iniziare. La paura di perdere l’autonomia decisionale in termini di aspetti tecnici e piloti, ha portato la coppia dirigenziale formata da Christian Horner ed Helmut Marko a rispondere picche al costruttore tedesco che pretendeva di entrare al 50% nell’azienda con tutte le conseguenti implicazioni.
In un attimo ciò che sembrava scontato si è sciolto come neve al sole e il Gruppo Volkswagen si è trovato azzoppato. Convinto di poter entrare in pompa magna nel Circus, con Audi, nuova proprietaria della Sauber, e appunto con il marchio del cavallino di Stoccarda, il collettivo di brand germanici si è visto d’un tratto rimbalzare. Rimanendoci ovviamente male.
Come più volte ripetuto da chi partecipa alla serie, specialmente dal boss Mercedes Toto Wolff, innesti di quella portata non possono far altro che portare benefici alle casse del Circus. Ecco dunque, che lo sport ha deciso di non mollare la presa.
E in queste ore, la FIA stessa ha promesso che troverà una soluzione.
Porsche entra in F1 anche senza Red Bull?
Ritornando ai motivi dello strappo con gli energetici questo è ciò che aveva dichiarato il manager inglese a caldo per giustificare il cambio di rotto proprio quando i giochi sembravano fatti. “Parliamo di una Casa importantissima, ma il DNA è differente“, il suo pensiero. “Durante le discussioni è emerso che strategicamente non eravamo allineati. Noi come team abbiamo dato prova di ciò che siamo in grado di F1. E in qualità di indipendenti, ora pure sotto il profilo della power unit, ci teniamo a competere con i produttori sotto tutti i punti di vista“.
Dal canto suo l’azienda germanica aveva evidenziato come l’accordo, poi sfumato, avrebbe dovuto prevedere un perfetto equilibrio di influenza per quanto concerne il motore e il telaio. Un aspetto mai andato giù agli austriaci.
Ottenuta comunque dalla Federazione Internazionale una normativa più favorevole in termini di snellimento della complessa PU e di un rafforzamento della componentistica elettrica, Porsche non vuole mollare. E per il 2026 o forse dopo, vuole esserci. “Continueremo a monitorare, perché si tratta di un ambiente attrattivo per la nostra compagnia“, aveva rilanciato nel frangente dell’annuncio della fumata nera.
In occasione del meeting tenutosi questo mercoledì a Londra, l’organo federale ha fatto sapere che gli azionisti si sono dati un gran da fare per sviluppare le regole del futuro, come detto, indulgenti verso le new entry. E che appunto il costruttore del Baden-Württemberg sarebbe ancora in piene chiacchiere con altre scuderie.
Non si sa al momento chi siano queste squadre. Si ipotizza la Williams, in scadenza di contratto con Mercedes al termine del 2025. E non si scarta neppure Andretti, sempre in attesa di avere il via libera. Il figlio di Mario, Michael, ha più volte domandato di poter iscrivere una propria equipe nella massima serie. Venendo costantemente messo in un angolo, in quanto ritenuto superfluo e non portatore di risorse economiche.