La Red Bull è un colosso mondiale nell’ambito delle bibite energetiche, ma non solo. Andiamo a scoprire tutti i loro introiti.
Il mondo della F1 ha pianto nelle ultime ore la scomparsa di Dietrich Mateschitz, il proprietario della Red Bull, uno degli imprenditori più illuminanti dello scorso secolo. La fondazione del marchio è datata 1984, e da quel momento in poi iniziò un’ascesa irrefrenabile, che l’ha portato a diventare un impero, creato da zero.
Ovviamente, la Red Bull è divenuta famosa grazie soprattutto ai grossi investimenti fatti dall’imprenditore austriaco nello sport, e va ricordata anche la sua grande umanità. Per farvi un esempio, oltre alle tantissime iniziative benefiche di cui era stato protagonista nel corso della sua vita, “Didi” salvò tantissimi posti di lavoro quando decise di entrare in F1 con un proprio team, rilevando la Jaguar e confermando tutto il personale.
Mateschitz si è visto diverse volte all’interno del paddock, e lo abbiamo potuto ammirare in tutta la sua passione per questo mondo in occasione del Gran Premio di Abu Dhabi del 2010, quando abbracciò Sebastian Vettel dopo la vittoria del primo dei suoi quattro titoli mondiali.
La notizia della sua scomparsa si è diffusa nella serata di sabato (orario italiano), quando ad Austin stavano per scattare le qualifiche del Gran Premio degli Stati Uniti. Vettel stesso, appena appresa la triste novella, si è diretto verso il box della Red Bull, dove ha incontrato Christian Horner ed un commosso Helmut Marko.
Le immagini del meeting hanno fatto subito il giro del mondo, ed hanno fatto capire il grande legame che c’era tra il tedesco e Mateschitz. Le voci sui suoi problemi di salute erano note ormai già da oltre un mese, tant’è che qualcuno ne aveva già riportato la morte, che però non era mai stata ufficializzata. Dopo giorni di attesa e di notizie poco chiare, la triste notizia è stata data, ed il mondo della F1 e dello sport è in lutto.
Red Bull, ecco quanto fattura l’azienda austriaca
La Red Bull è ormai divenuta un colosso mondiale, ed è famosa non soltanto per le bibite energetiche, ma anche per il grande impegno e la copertura che è presente in tutti gli sport. Tralasciando per un attimo la squadra che sta dominando in F1, basta pensare a quello che è stato creato nelle altre discipline.
In MotoGP, tantissimi piloti hanno il logo dei “bibitari” sul loro casco, così come nello sci ed in molti sport estremi, che la Red Bull ha sempre finanziato. Anche nel calcio, il Lipsia ed il Salisburgo sono di proprietà di questa azienda, e c’è da dire che Dietrich Mateschitz ci ha visto lunghissimo quando ha deciso di puntare sullo sport per promuovere il proprio prodotto.
Ovviamente, il fatturato è elevatissimo, ed al 2020, secondo i dati diffusi, era pari a circa 6,307 miliardi di euro all’anno, un dato davvero pazzesco. Questo rende bene l’idea di quanto si possa arrivare lontano pur partendo praticamente da zero, come è capitato al compianto Mateschitz, la cui morte ha gettato nello sconforto il paddock di F1.
Questo marchio era stato fondato nel 1984 assieme ad un suo socio thailandese, vale a dire Chaleo Yoovidhya, e l’arrivo di Alexander Albon nel Circus qualche anno fa con i colori della Toro Rosso e poi del team ufficiale era proprio legato alla grande vicinanza presente tra Mateschitz e la Thailandia.
Il futuro dell’azienda è ben saldo, ma ci sarà da capire se ora finirà tutto in mano al suo socio o se sarà possibile trovare qualche alternativa. Il lutto è ovviamente fresco e per pensare a ciò ci sarà tempo, ma non possiamo non ringraziare “Didi” per ciò che ha fatto per il mondo dello sport, un personaggio davvero unico e che mancherà tantissimo a tutto l’ambiente dei motori.