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Formula 1

Sainz come Schumacher: il “record” che diventa una beffa

Published by
Francesco Domenighini

Non è bastata la Pole Position a Carlos Sainz per poter vincere ad Austin, con la sua gara che è finita con il record di Michael Schumacher.

C’era grande attesa per la Ferrari in occasione del Gran Premio degli Stati Uniti, perché i due migliori tempi di Carlos Sainz e Charles Leclerc facevano davvero ben sperare, ma alla fine lo spagnolo è uscito subito finendo così per eguagliare un mito come Schumacher in uno dei suoi primati peggiori.

Collage (Ansa Foto-LaPresse)

Il Mondiale è già stato messo in cassaforte da Max Verstappen, ma il fenomeno olandese non ha la benché minima intenzione di mollare il piede sull’acceleratore e lasciare spazio ai rivali.

L’olandese vince di forza e cattiveria la gara di Austin, con gli Stati Uniti che per il secondo anno consecutivo diventano il terreno fertile dell’olandese che ora è sempre più pronto per entrare nella storia.

Max ha raggiunto così Schumacher nel 2004 e Vettel nel 2013 in quanto a vittorie in una singola stagione e ora ha ben tre gare per poter diventare il primatista solitario di questo straordinario traguardo.

Chi ne esce davvero molto deluso e contrariato dalla prova di Austin è invece Carlos Sainz, con lo spagnolo che paga una disastrosa partenza, facendosi infilare subito da Verstappen, e rallentando a tal punto da essere raggiunto anche dalle due Mercedes.

Non ha colpe l’ex McLaren per l’impatto subito con George Russell, con il britannico che è stato anche penalizzato con 5 secondi, decisamente troppo poco per l’accaduto, ma Sainz in un modo o nell’altro sta faticando troppo in questa stagione.

Di recente lo spagnolo si è lamentato del fatto che le critiche attorno a lui piovessero come se non ci fosse un domani, peccato però che il ritiro di Austin è il suo sesto stagionale, un risultato che in Ferrari non accadeva addirittura dal 2005.

Dunque questa è la giornata dei record eguagliati con Michael Schumacher, peccato però che se Verstappen può esultare per aver pareggiato una delle migliori annate del Kaiser con la Rossa, Carlos deve masticare amaro perché il record è con l’anno 2005.

In quel Mondiale la Ferrari era davvero irriconoscibile rispetto al bolide che aveva dominato la Formula 1 nelle cinque stagioni precedenti, tanto è vero che la lotta al titolo fu solamente tra McLaren e Renault.

Schumacher non aveva a disposizione una monoposto degna del suo talento e del grande nome della Ferrari e nel complesso per lui furono ben sei i ritiri, un triste record che nel nuovo millennio perdurava ormai da 17 anni.

Sainz ha ancora tre gare per poter fare ancora peggio di Schumacher di quella stagione, un anno dove solo il grande ingegno del tedesco permise di chiudere al secondo posto, ma ora Carlos è in crisi.

Sainz sei volte fuori: come Schumacher nel 2005

Per quanto sembri impossibile che anche per quanto riguarda i record negativi si possa trovare il nome di Michael Schumacher, bisogna anche tenere in considerazione come le cose siano ben diverse tra la realtà del teutonico e quella dello spagnolo.

Verissimo il fatto che il 7 volte campione del mondo era già considerato il Kaiser supremo della Formula 1, ma la Ferrari F2005 era davvero improponibile per certi livelli e fu sicuramente la peggiore mai guidata dal tedesco.

Neppure quella del 1996, anno del suo debutto a Maranello, era da considerarsi superiore, tanto è vero che Michael in quell’edizione vinse solamente negli Stati Uniti a Indianapolis, ma solamente per l’esclusione di tutte le Scuderie con gomme Michelin, dunque con le Bridgestone corsero solo Ferrari, Minardi e Jordan.

La situazione di Sainz invece è completamente diversa, perché nel suo caso l F1-75 è una monoposto in grado di poter realizzare grandi prestazioni in pista, anche se gli è sicuramente mancata l’affidabilità.

In certe gare il rammarico per problemi legati al motore non è mancato, con i casi più eclatanti che sono stati i ritiri di Baku e Spielberg, ma in Australia un suo errore era costato davvero caro.

Oggi non si può certo parlare di colpa di Sainz per il suo ritiro, con Russell che deve essere considerato come l’unico colpevole dell’incidente, ma nonostante questo lo spagnolo non si sarebbe trovato in quella condizione con la giusta partenza.

Effettivamente lo start non sembra favorire lo spagnolo, altra caratteristica che in qualche modo lo accomuna a Schumacher che spesso e volentieri perdeva terreno all’inizio, peccato che poi il tedesco sapeva come rimontare.

La stagione di Sainz è stata davvero di tante ombre e poche luci, con il quinto posto del 2021 che era stato visto come un grande traguardo, mentre nel 2022 il rischio di riconfermarsi nella stessa posizione sta crescendo sempre di più e sarebbe un fallimento.

Speriamo che Carlos abbia modo di eguagliare altri primati di Schumacher, ma possibilmente che questa volta siano positivi.

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Francesco Domenighini

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