L’ex pilota di F1, Alex Zanardi, ha attraversato momenti drammatici nella sua vita. I tanti incidenti non gli hanno tolto la voglia di lottare.
Alex Zanardi è stato un talento indiscusso del Motorsport nostrano. Diversi eventi tragici hanno segnato la sua vita, a partire dalla scomparsa di sua sorella maggiore a causa di un incidente stradale nel 1979. All’epoca Alex aveva solo 13 anni, ma la sua passione dei motori era così forte da voler continuare a gareggiare sui kart. Dopo aver ottenuto il titolo italiano ed europeo, il pilota passò alla F3 italiana e alla F3000, prima di essere scelto da Eddie Jordan in F1.
Dopo il Gran Premio del Belgio del 1991, il patron del team Jordan si mosse subito per mettere al volante nelle ultime gare l’italiano. Michael Schumacher, dopo aver lasciato tutti a bocca aperta, era sul punto di passare alla Benetton e la squadra decise di tutelarsi con il bolognese. Alex corse appena tre gare, al posto di Roberto Moreno, con la scuderia inglese, ma con l’attuale sistema di punteggio avrebbe colto quattro punti perché arrivo in due occasioni al nono posto. All’epoca solo i primi 6 erano premiato con i punti.
In ogni caso tre corse gli bastarono per entrare nelle simpatie di Gian Carlo Minardi e di Flavio Briatore. Quest’ultimo gli propose un contratto come collaudatore e terza guida per la Benetton, affidandogli il compito di svolgere test aerodinamici per lo sviluppo della vettura. Il pilota italiano, però, era intenzionato a correre e scelse, appena si creò l’occasione utile, di correre al posto Christian Fittipaldi, infortunatosi durante le prove del Gran Premio di Francia. Non riuscì a fare la differenza, a causa di problemi tecnici che ne limitarono la competitività nei 3 weekend di gara che ebbe a disposizione. Alex non ebbe mai la copertura finanziaria di grandi capitali, provenendo da una famiglia molto umile. Suo padre, idraulico, e sua madre, sarta, lo hanno sempre aiutato nel suo percorso in pista.
Tutto ciò che ottenne in carriera fu un suo merito. Oltre ad indubbie qualità velocistiche, il driver bolognese si distinse per il suo carattere sui generis. Nonostante i risultati non esaltanti, il sorriso non lo abbondò mai negli anni nel circus. Il suo sogno era stato raggiunto. Nel 1993 Alex corse con la Lotus e sulla 107B ottenne il suo primo ed unico punto nella categoria regina del Motorsport, arrivando sesto in Brasile. A Le Castellet, l’italiano, aveva realizzato tempi più veloci di Michael Schumacher in una simulazione di gare e fu scelto per fare da spalla all’esperto Johnny Herbert. Il suo ruolino di marcia fu altalenante e al termine della stagione salutò, temporaneamente, il circus per abbracciare l’avventura in Champ Car. Dopo un primo anno di ambientamento, vinse il campionato nel 1997 e nel 1998 con prestazioni d’autore.
Alex Zanardi, F1 e il crash in Champ Car
Nel ’99 arrivò la chiamata della Williams in F1, ma Alex non resse il passo del fratello minore di Michael Schumacher. Non conquistò nemmeno un punto e chiuse, definitivamente, l’esperienza nel circus. Una drammatico fatalità lo colpì nel 2001 nel team Mo Nunn Racing. Le cose non andarono bene nella prima parte di stagione, tuttavia Alex si era lasciato convincere del progetto dal suo ingegnere all’epoca dei titoli conquistati in Champ Car. L’incidente che portò all’imputazione delle gambe del pilota avvenne nell’appuntamento europeo del Lausitzring.
Le qualifiche non si disputarono a causa di una pioggia incessante. I piloti partirono nelle posizioni della graduatoria. Nonostante fosse scattato ventiduesimo, Zanardi fece una super rimonta sino alla prima posizione. A 13 giri dalla fine, dopo essere rientrato per l’ultima sosta, il pilota perse il controllo della vettura, probabilmente per la presenza di olio o di acqua nella traiettoria e finì in testacoda. Fu un attimo e subito sopraggiunsero Patrick Carpentier e Alex Tagliani a velocità sostenuta. Il primo riuscì a scansare Alex, ma Tagliani prese in pieno, nella fiancata, il pilota.
L’impatto fu terribile. Le condizioni sembrarono essere disperate, anche dopo l’intervento dello staff medico che provò a fermare l’emorragia. Condotto all’ospedale di Berlino, fu sottoposto a quindici operazioni. Dopo quattro giorni di coma farmacologico, lasciò l’ospedale per cominciare la riabilitazione. Dopo essere diventato un atleta paraolimpico di grande successo, proprio sulla handbike che gli ha dato tante gioie sportive, si è di nuovo, gravemente, ferito in uno scontro con un camion sulla Statale 146 a Pienza, in Toscana nel 2020. Sottoposto a un intervento neurochirurgico e maxillo-facciale al policlinico le Scotte di Siena, il pilota si è salvato e sta proseguendo la riabilitazione a casa, circondato dai suoi affetti.