Negli ultimi giorni, Giorgia Meloni ha accettato l’incarico ed è diventata Presidente del Consiglio. Ecco l’auto che ha deciso di usare.
L’Italia sta attraversando un momento storico, dal momento che nelle ultime ore, l’onorevole Giorgia Meloni ha accettato l’incarico dal presidente Sergio Mattarella, diventando la prima Presidente del Consiglio dei Ministri donna della storia italiana, una conquista molto importante per tutto il gentilsesso, che dopo anni di disuglianza può dire di avercela fatta.
Giorgia Meloni, tralasciando ogni tipologia di orientamento politico, non ha mai mollato nonostante le difficoltà che ha incontrato per via delle sue posizioni, ed ora avrà l’arduo compito di cercare di migliorare le condizioni dell’Italia, un paese davvero in grossa difficoltà a causa della crisi energetica, dei rincari, della povertà dilagante e dei problemi legati alla sicurezza, che ormai non è più una certezza come accadeva in passato.
La Premier, per rimanere in tema di motori, è anche una grande appassionata, ed ha sempre amato la guida. Infatti, in passato, era solita arrivare in Parlamento con la propria vettura, di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa. La Meloni ha dichiarato di voler guidare senza farsi accompagnare da qualcuno poiché questo la fa sentire libera, posizione inusuale rispetto a coloro che usufruiscono dell’Auto Blu.
La leader di Fratelli d’Italia è spesso arrivata nel centro di Roma con la sua Mini Cooper S, versione che uscì nel 2018 e che ha comunque un’anima molto sportiva, visto il motore 2.0 turbo di cui è dotata, capace di sprigionare sino a 192 cavalli, con cambio robotizzato a sette marce. Tra le possibilità c’è anche quella di poter scegliere la versione con cambio manuale, anche se è molto meno frequente.
Giorgia Meloni, ecco l’Alfa Romeo che ha scelto
Negli ultimi giorni, come troppo spesso avviene, si sono scatenate alcune polemiche riguardo al fatto che Giorgia Meloni si era presentata con un’Audi A6, ovvero uno dei simboli dell’automotive tedesca, un qualcosa che dagli haters è stato visto come privo di senso.
La Meloni è sempre stata una fiera sostenitrice del Made in Italy, ed aveva fatto strano vederla a bordo di questo gioiello teutonico. Tuttavia, le cose sono cambiate sin da domenica, quando si è celebrata la cerimonia di insediamento della neo-premier. La politica romana, infatti, è arrivata a bordo di un’Alfa Romeo Giulia, nello specifico, in una versione che è stata prodotta nei pressi di Cassino, proprio nel Lazio, la sua regione di origine.
Si tratta, ovviamente, di un modello blindato, come fanno pensare alcuni dettagli che non sono sfuggiti agli occhi dei più esperti. La blindatura è stata realizzata a Casale Monferrato, in Piemonte, dalla Repetti e Montiglio, veri esperti di questo settore, che hanno realizzato simili attrezzature anche per la Polizia e molti altri corpi.
Giorgia Meloni usufruirà di un’auto blu dell’Alfa Romeo, in particolare della “cattivissima” Giulia in versione benzina 2.0 turbo che sprigiona circa 280 cavalli, una delle più spinte e prestazionali di quelle realizzate in questi ultimi anni dalla casa di Arese. Il prezzo? Attorno ai 77 mila euro, ma va detto che in questa cifra influiscono, anche ed ovviamente, tutti gli introiti legati alla sicurezza, che quando si parla di queste personalità non è mai abbastanza.
Sui social, in questi giorni, non sono affatto mancate le polemiche per questo via vai di auto che i politici hanno a disposizone, ed anche la stessa scelta di puntare inizialmente su un’Audi aveva scatenato le discussioni. Con ogni rispetto per un marchio storico come l’Alfa Romeo, va detto che la casa di Ingolstadt realizza delle vetture che sono delle garanzie da generazioni, mentre il marchio del Biscione ha sempre avuto alcuni scheletri nell’armadio.
Persino l’amministratore delegato, Jean-Philippe Imparato, lo scorso anno aveva detto che bisognava intervenire sulla qualità e l’affidabilità delle Alfa Romeo, nel tentativo di portarle a competere con le rivali straniere dello stesso segmento. Andare a contrastare l’Audi, la Mercedes o la BMW non sarà mai facile, ma iniziare a migliorare potrebbe essere positivo in vista del futuro. Probabilmente, per la Meloni si era scelto di puntare su un’A6 proprio per un discorso di sicurezza del mezzo e di affidabilità, mentre ora la scelta è ricaduta su un’Alfa, nella speranza che non si presentino problemi nei prossimi tempi.
L’eccellenza del Made in Italy è dimostrabile anche in altre maniere e non solo con l’utilizzo di un’automobile, che fra l’altro, quando si parla di politica, ha un ruolo a dir poco marginale. Vi terremo aggiornati in chiave futura, per capire se ci saranno ulteriori cambiamenti o se la scelta verrà confermata.