Ad Austin arriva un’altra delusione per la Ferrari, che adesso deve interrogarsi su cosa manca per tornare davvero a sognare in grande.
Un’altra pole, un’altra notte a sognare una domenica da protagonisti, un’altra occasione mancata. La Ferrari ad Austin è tornata a vivere quello che ormai gli sta capitando troppe volte in questo 2022, ossia l’illusione di essere grande per poi tornare alla dura realtà, che dice che la Rossa non vince una gara dal GP d’Austria con Charles Leclerc. Andati i due Mondiali, per Maranello c’era solo da sperare in questi ultimi appuntamenti iridati di togliersi qualche soddisfazione, che non è solo di strappare una pole qua e là ma di tornare sul gradino più alto del podio. Finora però la pista ha detto che questa non è la Ferrari di inizio stagione, non è più quella macchina performante che poteva contendere la vittoria alla Red Bull.
Viene da chiedersi cosa è successo alla Rossa in questa stagione? Come è possibile che una vettura che fino al GP di Francia sembrava poter portare a casa ogni gara (al netto di errori e problemi tecnici) ma che poi ha lentamente ma inesorabilmente ceduto il passo alla concorrenza? E’ solo una questione di aggiornamenti o c’è di più?
Ferrari, una crisi che non sembra finire
In Ungheria era arrivato un segnale inquietante, con una prestazione della Rossa decisamente sottotono che aveva lanciato l’allarme sul proseguimento del campionato. Tra Belgio e Olanda però i timori erano stati confermati, con l’avanzata anche della Mercedes che ha cominciato a destare qualche spettro a Maranello. Alla fine la verità è che proprio a un passo indietro su alcuni concetti portati avanti sulla F1-75 e con altri sviluppi per ora si è messa una pezza a una situazione che poteva aggravarsi ancora di più, ma non basta.
La Ferrari deve lavorare su più fronti da qui alla fine del campionato, perché da stagione dei grandi rimpianti si sta trasformando nel volgere di poco tempo in quella della grande illusione. Sì, dell’illusione che davvero la Rossa potesse essere forte e capace di lottare non solo per vincere i GP ma anche un Mondiale. L’illusione di poter essere finalmente lì a emozionare il pubblico con le proprie prodezze. Invece la F1-75 sembra essere piombata in una mediocrità che non ci si aspettava. E ora non è più una questione di errori dei piloti (a dire il vero pochi in stagione) o del muretto box ma di un progetto di auto che non solo si è bloccato sul più bello ma che non sembra neanche dare quei frutti sperati in chiave futura.
La Ferrari si conferma al top quando c’è da andare veloci il sabato, ma è la domenica che si fanno i punti pesanti. E qui purtroppo la Rossa sta mancando. Manca quel guizzo di genio che può portare la squadra a fare quel salto di qualità che serve per essere davvero grandi. Questo è un campanello d’allarme in chiave 2023, perché con la possibile penalità della Red Bull sotto l’aspetto dello sviluppo della nuova vettura, rischiamo di nuovo di vedere Maranello rimanere di nuovo beffata da qualcun’altro (vedi Mercedes) nella corsa alla leadership. O addirittura peggio di essere la terza forza in campo. Un peccato che sarebbe mortale e che porterebbe a un ulteriore ribaltone in un team che in questi anni di rivoluzioni ne ha fatte, senza mai trovare realmente la quadra.