La Red Bull è la forza dominante della F1, ma Christian Horner vuole modifiche al Budget Cap. Ecco cosa ha dichiarato il boss.
In casa Red Bull proseguono i festeggiamenti per la vittoria del titolo mondiale costruttori, il quinto della storia del team di Milton Keynes ed il primo nell’era della power unit turbo-ibrida, periodo in cui solo la Mercedes si era imposta con gli otto allori iridati riservati alle squadre portati a casa tra il 2014 ed il 2021.
Un ruolino di marcia impressionante, che però adesso è stato fermato da Max Verstappen e Sergio Perez, ma anche da Christian Horner, Adrian Newey ed Helmut Marko, la “triade” che gestisce la squadra, nelle sue questioni tecniche e sportive. La vittoria del costruttori è arrivata comunque in un week-end triste, dal momento che è stata ufficializzata la scomparsa del patron Dietrich Mateschitz.
Il fondatore della Red Bull aveva 78 anni, ed aveva fondato quello che sarebbe poi diventato un vero e proprio impero sin dal 1984. Il logo del marchio aveva fatto il proprio debutto in F1 nella seconda metà degli anni Novanta come sponsor della Sauber, per poi diventare un team vero e proprio dopo l’acquisto della Jaguar avvenuto nel 2004.
In pochi anni, i “bibitari” sono saliti al top, considerando che le prime vittoria sono targate 2009, stagione in cui Sebastian Vettel sfiorò il titolo mondiale, conquistato dalla Brawn GP di Jenson Button. Tuttavia, si era ormai capito che gli anglo-austriaci nutrivano delle intenzioni serie nel Circus, e la loro volontà era quella di salire sul tetto del mondo.
Per riuscirci dovettero attendere il 2010, con Seb che nel gran finale di Abu Dhabi si laureò campione per la prima volta in carriera, mentre la squadra vinse il costruttori con una gara di anticipo. Il ciclo di dominio iniziò proprio dalla notte di Yas Marina, protraendosi sino al termine del 2013.
In seguito, con l’inizio dell’era ibrida, la Mercedes ha iniziato a dominare, ma va detto che Newey ha continuato a sfornare dei capolavori sul fronte aerodinamico, frenati però dai poco potenti e scarsamente affidabili motori Renault. La scommessa vinta è stata quella con la Honda, che ormai è divenuta il punto di riferimento per tutti nel Circus.
L’unica macchia in tutto ciò è la questione Budget Cap, scoppiata a Singapore e che ha portato alla colpevolezza del team di Milton Keynes. A quanto pare, Horner ha accettato un accordo con la FIA relativamente al pagamento di una multa ed alla riduzione di un quarto delle ore disponibili in galleria del vento per il prossimo anno. Un buffetto, che evidenzia anche lo strabiliante potere politico di questa corazzata.
Red Bull, ecco la richiesta di Christian Horner
Il Budget Cap Gate ha scatenato un putiferio nel paddock della F1, con la Red Bull messa alle strette da tutti i rivali che è destinata a cavarsela senza particolari patemi d’animo. Christian Horner, il team principal del team di Milton Keynes, si è duramente sfogato in conferenza stampa, parlando anche di un fatto piuttosto clamoroso.
Il britannico ha infatti affermato che i figli dei grandi capi della squadra anglo-austriaca (presumibilmente anche i suoi), siano oggetto di scherno da parte dei compagni di scuola da quando è emersa tutta questa triste vicenda. Difficile capire quanto ci sia di vero, ma sta di fatto che il buon Christian ha affrontato alla perfezione tutto ciò che è accaduto, salvando il bilancio della sua squadra.
Horner ha parlato anche di una modifica al Budget Cap, che a suo parere sarebbe utile per migliorare le cose in futuro e fare chiarezza più in fretta: “Se vogliamo proprio dirla tutta, le discussioni su questa vicenda e con la FIA riguardano circa un paio di centinaia di migliaia di dollari“.
Il team principal della squadra campione del mondo ha concluso: “La finestra del 5% è una parte del regolamento che credo sia il caso di valutare al meglio per avere una gestione migliore in futuro, ci sono una gamma di sanzioni che sono totalmente soggettive. Penso che questo sia stato la base per creare una campagna mediatica concertata verso la richiesta di una penalizzazione draconiana contro noi della Red Bull, così è davvero troppo“.
In questo ultimo mese si è creato un clima d’odio nei confronti dei campioni, ed alcune scene piuttosto brutte le abbiamo viste in mondovisione anche ad Austin. Max Verstappen e Sergio Perez sono stati fischiati nella fan zone del tracciato texano, venendo additati come “ladri” ed “imbroglioni“. Certe immagini non appartengono al DNA della F1 ma al calcio, e ne faremmo volentieri a meno, considerando che parliamo comunque dei più forti, come hanno dimostrato in pista.