Alex Zanardi ha da poco compiuto 56 anni in tranquillità, circondato dai suoi familiari. Ecco come sta l’ex piloti di Formula 1.
Corridore, atleta paraolimpico e uomo encomiabile, Alex Zanardi è riuscito ad entrare nel cuore degli amici sportivi per il suo temperamento. Nato a Bologna da una famiglia umile. Suo padre Dino, idraulico, e sua madre, Anna lo hanno motivato a seguire la sua passione per i motori. Da bambino dovette superare la scomparsa improvvisa di sua sorella maggiore, deceduta in un incidente stradale nel 1979. Dopo essersi diplomato come geometra, Alex aveva già maturato una grande disciplina e messo in mostra un talento straordinario per le quattro ruote.
Suo padre, infatti, gli regalò un kart quando aveva 14 anni e cominciò a diventare un qualcosa di più serio di un bel passatempo con gli amici, quando vinse le prime gare nella categoria 100cc nel campionato nazionale. Nell’ambiente divenne famoso con il soprannome il Parigino per le sue skill velocistiche. Il padre di Alex lo aiutò, facendogli anche da meccanico. In quella annata, nonostante un mezzo non all’altezza dei rivali in pista, si tolse la soddisfazione di arrivare terzo nella classifica generale, catturando l’interesse del proprietario di un’azienda produttrice di pneumatici. A quel punto arrivò il primo sponsor che lo aiutò a gareggiare nella categorie 100 Super e coprire le spese per le prime trasferte internazionali. Nei primi anni ’80, Zanardi iniziò a collezionare diversi trionfi, gareggiando come pilota non ufficiale per il team di Achille Parrilla.
Nel 1985 arrivò il titolo italiano, in un’annata indimenticabile in cui si aggiudicò tutte le gare ad eccezione di una. Nel 1987 si dimostrò il migliore anche in ambito europeo nella categoria 135cc. In quella annata, in una pazza gara a Göteborg, sfidò un giovanissimo Michael Schumacher che approfittò nel finale di un contatto tra Massimiliano Orsini e Alex Zanardi. Quest’ultimo fu speronato dal rivale italiano, finendo per regalare il successo al tedesco. Se vi state chiedendo il motivo per cui a 21 anni Zanardi era ancora sui kart, va ricordato che i tempi sono, clamorosamente, cambiati rispetto all’epoca. Alex esordì a 22 anni nella F3 italiana, con una Dallara-Alfa Romeo del team di Coperchini, grazie al supporto del padre di Max Papis. In molti aiutarono il giovane nel suo percorso di crescita, sia per le sue indubbie qualità al volante, ma anche per un cuore d’oro.
Dopo un primo anno di adattamento alla nuova categoria, riuscì a tirar fuori il meglio da una Ralf-Toyota, ricca di problemi tecnici, dalla stagione successiva. La prima vittoria arrivò nel 1990. Dopo aver sfiorato il titolo scelse di passare alla Formula 3000. Nonostante le otto partenze in prima fila su dieci gare non si portò a casa il titolo. Christian Fittipaldi approfitto dei suoi problemi tecnici. In quella stagione Alex finì sul taccuino di Eddie Jordan. Quest’ultimo era un asso nello scovare giovani talenti dalle categorie minori. Dopo aver perso Michael Schumacher, la scuderia Jordan scelse di far esordire Alex al volante della monoposto che era stata guidata da Roberto Moreno.
Le condizioni di Alex Zanardi
La sua storia in F1 non fu così esaltante a causa di vetture che non erano all’altezza dei top team. Nella categoria regina del Motorsport Alex ha ottenuto un solo punticino con la Lotus 107B in Brasile. Decise di lasciare il circus per lanciarsi sulle Champ Car. La serie automobilistica americana era nota come CART e sino al 1996 tale campionato era spesso associato al marchio IndyCar. Alex vinse il campionato nella stagione 1997 e si riconfermò in quella 1998. Le porte della F1 si riaprirono ma in Williams, nel 1999, le cose non andarono come nelle aspettative. La squadra con sede a Grove attraversò una annata storta e per Alex fu l’ultimo anno nella categoria regina del Motorsport.
Un buon risultato avrebbe, probabilmente, cambiato tutto ma nel 2000 tornò in Champ Car con il team di Mo Nunn, suo ingegnere all’epoca dei titoli conquistati poi diventato proprietario della scuderia. Il tragico incidente avvenne nell’appuntamento europeo del Lausitzring. Il pilota perse le gambe, ma miracolosamente si salvò per poi proseguire la sua storia in altre categorie del Motorsport e nei giochi Paraolimpici, dove colse due ori nelle Paralimpiadi. Il 19 giugno 2020, durante una staffetta di beneficenza in handbike, ebbe un secondo incidente terribile sulla Statale 146 a Pienza, in Toscana, perdendo il controllo del mezzo e scontrandosi con un camion. Dopo un periodo molto lungo in ospedale è rientrato a casa appena le sue condizioni si sono stabilizzate. Dopo un incendio domestico, nell’agosto 2022, che lo costrinse ad un nuovo passaggio in ospedale è tornato, definitivamente, a casa dove sta recuperando lentamente, circondato dall’amore dei suoi familiari.