Terminata la prima sessione di prove libere della F1 sul circuito dedicato ai fratelli Rodriguez. La Ferrari scappa. La Red Bull insegue.
Il weekend della F1 a Città del Messico si è aperto con la decisione finale da parte della FIA circa l’infrazione operata dalla Red Bull relativamente al mancato rispetto del tetto di spesa del 20121 fissato dal regolamento a 145 milioni di dollari.
Sebbene ancora non sia stato chiarito il motivo di tale violazione e dove siano finite le risorse in eccesso, probabilmente al catering, la Federazione ha spiegato che si è trattata di una cifra limitata, pari a 1,8 milioni di sterline, e che tutto sarebbe stato originato da ben 13 errori procedurali, per cui parte del budget che doveva essere inserito nel computo, è stato tenuto fuori.
Morale della favola la scuderia austriaca se l’è cavata con una multa da 7 milioni di dollari e una riduzione del 10% del tempo da trascorrere in galleria del vento.
“Prendiamo atto che ci sono delle cose da imparare e che sono stati commessi degli sbagli nella nostra presentazione”, il commento a caldo del boss Christian Horner.
Oltre al responso sul caso energetico, il collegio federale si è pronunciato pure su quello Aston Martin. Nella nota diffusa a poche ore dal via della prima giornata di azione, si precisa che la verdona avrebbe “in parte escluso e in parte riportato in maniera imprecisa i costi più rivelanti, come quelli dedicati alla nuova sede, alla galleria del vento e al simulatore“.
Per questo l’equipe con base a Silverstone dovrà sborsare 450.000 dollari entro 30 giorni.
Con le coppe piloti e costruttori assegnate, la prima a Max Verstappen, già trionfatore a Suzuka, la seconda alla Red Bull ottenuta ad Austin, è scattato il terzultimo fine settimana del 2022 della top class dell’automobilismo.
Alla bandiera verde subito dentro le due Alfa Romeo di Bottas e Zhou, le McLaren di Ricciardo e Norris e l’Aston Martin di Vettel.
La sessione si annuncia tranquilla sotto il profilo del meteo. Non sono previste piogge e la temperatura si aggira attorno ai 20 °C.
Il primo crono è firmato dalla papaya di Daniel con un 1’25″867.
Da segnalare la presenza in pista del futuro pilota Williams Nyck De Vries con la Mercedes, Liam Lawson con l’Alpha Tauri e il futuro portacolori della Williams Logan Sargeant.
Per la AT03 del neozelandese subito noie ai freni.
Intanto al vertice Sergio Perez porta la sua RB18 al comando con un 1’22″702 Perez su gomme dure.
Ma poco dopo arriva il compagno di box Mad Max con un 1’22″291 sempre su hard. Alle spalle della coppia energetica Gasly, Bottas, Sainz e Riccardo.
Aiutato dalle soft Charles Leclerc guadagna la vetta con un 1’20″753.
A poco meno di mezz’ora dal termine testacoda senza conseguenze per il campione del mondo. Intanto Carlos Sainz segna un 1’20″707 che gli consente di sorpassare il team-mate.
Quando mancano 25′ gravi problemi per l’Alfa Romeo di Guanyu Zhou che, in uscita di pit lane non riesce a partire. La direzione gara tergiversa. Non viene esposta alcuna bandiera. Vengono soltanto inviati i marshal a tirare indietro la monoposto.
Pochi istanti dopo è bandiera rossa. La Haas della riserva Piero Fittipaldi viene fatta fermare all’altezza della curva 15 per un guasto alla MGU-H. Dalla vettura esce del fumo e il box americano lo avvisa.
Si riprende senza grossi movimenti in classifica.
A quattro minuti dal termine Lawson viene invitato a parcheggiare. Guai ai freni per lui, con tanto di principio d’incendio. Di nuovo una bandiera rossa ad interrompere il turno.
Bandiera a scacchi! Sainz precede Leclerc per 46 millesimi e di un decimo e due la Red Bull di Perez. Quarto Verstappen, poi Hamilton.
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