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Formula 1

Ferrari, ecco perché in Messico si può vincere: la Red Bull è avvisata

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Giovanni Messi

La Ferrari non ha mai vinto a Città del Messico da quando si è tornati a correre nel 2015. Questa vettura può essere della partita.

Il Gran Premio del Messico è il primo che si disputa in questo 2022 con entrambi i mondiali già assegnati. Max Verstappen si è confermato re tra i piloti a Suzuka, e ad Austin ha regalato anche il costruttori alla Red Bull, vincendo con Sergio Perez in quarta piazza. La Ferrari deve guardarsi dal ritorno della Mercedes, con la speranza che si possa ritrovare un briciolo di competitività nelle ultime gare.

Ferrari F1-75 (ANSA)

La tappa di Austin è stata deludente, visto che dopo l’ennesima doppietta in qualifica è arrivato soltanto un terzo posto con Charles Leclerc. Il monegasco era partito dodicesimo vista la sostituzione di turbo e motore endotermico, rimontando con rabbia sino ad agguantare il gradino più basso del podio.

Tuttavia, quella di Charles è stata si una bella rimonta, ma non totalmente arrivata grazie al passo della sua vettura. Nel primo stint, c’è da dire che la Rossa è stata competitiva, riuscendo ad allungare la durata della vita delle gomme, sino ad approfittare poi della Safety Car per passare alla gomme Dure e rientrando in quarta posizione.

Leclerc si è poi inventato un sorpasso pazzesco su Perez, andando a caccia di Lewis Hamilton e Verstappen. Da quel momento in poi si è spenta completamente la luce, con Red Bull e Mercedes che hanno dimostrato di averne chiaramente di più in termini di gestione delle mescole.

Leclerc ha poi avuto un altro bel colpo di fortuna, superando Super Max al pit-stop grazie al problema patito dai meccanico con la pistola sull’anteriore sinistra. Verstappen si è dovuto sudare il sorpasso grazie alla tenacia del giovane rivale, che però non ha potuto nulla contro la velocità di punta strabiliante della RB18.

La Ferrari ha poi macinato gli pneumatici, ed il monegasco non è più stato in battaglia per il successo. Fa davvero rabbia pensare che questa vettura abbia conquistato ben 12 pole position su 19 qualifiche, lasciandone solo 6 alla Red Bull ed una alla Mercedes, per poi ritrovarsi soltanto con quattro vittorie ottenute. Questo 2022 ha sicuramente insegnato al Cavallino che i punti si fanno alla domenica, e se non si risolverà il tema del degrado gomme ci sarà tanto da soffrire anche il prossimo anno.

Enrico Cardile e soci dovranno trovare la quadra, dopo una stagione che si è rivelata l’ennesimo bluff, nonostante i tanti proclami che erano stati fatti, partiti nel lontano 2020. Mattia Binotto si è rivelato incapace nel gestire anche i temi politici, accettando la TD39 che di certo non ha fatto il gioco della Scuderia modenese, ed è ormai un uomo solo al comando, abbandonando da una dirigenza priva di passione.

Ferrari, in Messico si punta al colpaccio

La Ferrari può forse giocarsi l’ultima carta per andare a vincere una gara proprio in Messico, anche se la Red Bull qui ha spesso fatto un sol boccone degli avversari. Sul fronte della qualifica, Charles Leclerc e Carlos Sainz sono i grandi favoriti, mentre in gara sarà necessario un attento lavoro al venerdì per cercare di evitare il solito degrado.

La pista è per gran parte favorevole alle caratteristiche di questa monoposto, specialmente nel secondo e nel terzo settore. In quei tratti conta molto il carico aerodinamico, ma la cosa potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Se i due “Carli” potrebbero fare la differenza proprio in quelle zone in qualifica, sanno benissimo che proprio le curve medio-lente e lente metteranno particolarmente sotto stress le coperture in gara, come spesso è avvenuto ultimamente.

La Ferrari deve anche considerare un altro vantaggio su cui la Red Bull potrà contare, ovvero il turbo di dimensioni maggiori della Honda che lavora meglio ad oltre 2000 metri, dove c’è aria rarefatta. Il lungo rettilineo dei box e quello che segue la chicane saranno i punti più favorevoli alla RB18, che poi si appresta a doversi difendere (in qualifica, ovviamente), nel resto della pista messicana.

Blindare la prima fila sarebbe molto importante, ma è chiaro che i 71 giri da percorrere saranno poi eterni, soprattutto per i due del Cavallino. Il tanto carico aerodinamico della Rossa ha portato ad un irrigidimento delle sospensioni dopo la TD39, e proprio questo fattore è stato indicato come una delle cause dell’eccessivo degrado visto dal Belgio in avanti.

Ciò significa che occorrerà intervenire sulla meccanica per cercare di migliorare la situazione, con il 2023 che si avvicina e grandi novità alle porte. Negli ultimi giorni si è infatti parlato di un potenziale passaggio alla sospensione anteriore Multi link ed al pull rod, ma al momento è ancora presto per dare conferme ufficiali sulle scelte definitive.

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Giovanni Messi
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