La Lotus ha creato soltanto otto hypercar elettriche dedicate alla leggenda di Emerson Fittipaldi, bi-campione di F1. Ecco come va.
I nomi di Emerson Fittipaldi e della Lotus sono legati a doppio filo, e non potrebbe essere altrimenti pensando alla loro storia da corsa. Il pilota brasiliano, nato a San Paolo del Brasile il 12 dicembre del 1946, ha vinto ben due mondiali in F1, il primo dei quali proprio al volante della monoposto nera ed oro nel 1972.
“Emmo” esordì nel Circus nel 1970 assieme alla leggendaria squadra di Colin Chapman, e sin dall’anno del debutto assaggiò il gradino più alto del podio imponendosi nel Gran Premio degli Stati Uniti, nell’anno in cui il compagno di squadra Jochen Rindt divenne iridato dopo la sua morte, rimanendo l’unico campione del mondo postumo della storia.
Nel 1971, il titolo andò alla Tyrrell di Jackie Stewart, ma nel 1972 la Lotus tornò a dominare la scena, e fu proprio Fittipaldi a riportarla sul tetto del mondo. Il brasiliano si impose in Spagna, in Belgio, in Gran Bretagna, in Belgio ed in Italia, laurenadosi campione del mondo per la prima volta all’età di 26 anni.
Il 1972 fu il primo anno in cui la casa britannica appose una livrea nera ed oro sulla sua monoposto, visto l’accordo di sponsorizzazione con il marchio di sigarette John Player Special, partnership che sarebbe durata sino al 1986, ai tempi di un giovanissimo Ayrton Senna che si stava ancora affacciando al mondo della F1.
Tornando al ’72, Fittipaldi dominò del tutto la scena, vincendo il suo primo titolo con 61 punti all’attivo contro i 45 di Stewart, il quale dovette arrendersi con largo anticipo rispetto alla fine del campionato. Tuttavia, Emerson cambiò casacca molto presto, e nel 1974 passò alla McLaren, con la quale bissò il successo mondiale proprio all’ultima gara contro Clay Regazzoni, che sfiorò il titolo al volante della Ferrari.
Da quel momento in poi, la carriera di Emerson iniziò a calare, a causa di scelte sbagliate. Inspiegabilmente, il brasiliano decise di lasciare anche il team di Woking dopo sole due stagioni, fondando un team che portava il suo nome assieme al fratello Wilson. Tra il 1976 ed il 1979, questa vettura si chiamò Copersucar-Fittipaldi per motivi legati agli sponsor, ma i risultati furono abbastanza deludenti.
La sua ultima vittoria in carriera risale infatti ai tempi della McLaren, in particolar modo al GP di Argentina del 1975, stagione in cui Niki Lauda e la Ferrari dominarono la scena. “Emmo” tornò sul podio soltanto con un secondo posto in Brasile nel 1978, per poi chiudere la sua carriera alla fine del 1980. La sua carriera nel Circus fu piuttosto breve, visto che ebbe una durata di un solo decennio, ma c’è la netta sensazione che se avesse continuato in un top team avrebbe potuto ottenere ben di più.
Lotus, ecco l’hypercar elettrica dedicata a Fittipaldi
Per omaggiare la vittoria del titolo mondiale del 1972, la Lotus ha deciso di dedicare una hypercar elettrica ad Emerson Fittipaldi. La vettura è stata realizzata in sole otto unità, ed è stata chiamata Evija Fittipaldi, per richiamare proprio il nome del due volte campione del mondo brasiliano.
La livrea è nera ed oro, riprendendo i colori di quella meravigliosa vettura, la 72D, che gli consentì di salire sul tetto del mondo per la prima volta. Su questo gioiello è presente un’ala posteriore, sulla quale sono apposte alcune scritte che omaggiano la vittoria mondiale del nativo di San Paolo del Brasile.
La Lotus può contare sulla spinta di ben quattro motori elettrici, che portano la potenza massima a 2039 cavalli, per una coppia di 1704 Nm. La vettura, grazie ad un’accelerazione portentosa, raggiunge i 100 km/h da ferma in meno di 3 secondi, ed i 300 in meno di 9 secondi, un dato da far spavento.
La velocità massima è stata limitata tramite l’elettronica a circa 350 km/h, ma vista la potenza complessiva si parla di un massimo di oltre 400 km/h senza le limitazioni. Per quanto riguarda l’autonomia, la Evija Fittipaldi può coprire circa 402 chilometri tramite il ciclo WLTP, ed ha una potenza di carica di circa 800 kW. In poco più di dieci minuti attaccata alla presa di corrente può raggiungere l’80% della carica partendo da zero, cosa che pochissime altre auto elettriche riescono a fare.
Come detto, le unità costruite sono soltanto otto, e risulta che tutte siano state già vendute. Il prezzo non è stato rivelato, ma da ciò che si è appreso uno dei personaggi che è riuscito ad assicurarsela è Jenson Button, campione del mondo di F1 nel 2009 con la Brawn GP. Un gioiellino davvero esclusivo ed irraggiungibile, dedicato ad una leggenda della massima serie automobilistica.