Michele Pirro, collaudatore Ducati, vive con emozione l’attesa per l’ultima gara a Valencia. Ducati vicina ad un traguardo storico.
Ducati ha già conquistato il titolo mondiale costruttori e il titolo a squadre, a Valencia deve compiere l’ultimo passo per ottenere anche il titolo piloti e portarsi a casa la Triple Crown. Tutto merito di Pecco Bagnaia che, nella seconda parte del campionato, ha dato una grande prova di carattere, collezionando quattro vittorie di fila dopo la pausa estiva e due podi che gli hanno permesso di portarsi a +23 su Fabio Quartararo alla vigilia dell’ultimo round.
Ma dietro le quinte c’è un nutrito gruppo di lavoro che ha contribuito a questo grande successo. A cominciare dal collaudatore Michele Pirro che da un decennio si prende cura dell’evoluzione della Desmosedici GP e della Panigale V4R impegnata nel Mondiale SBK. “Da quella di Rossi a oggi, sono l’unico ad avere guidato tutte le Ducati, compresa la MotoE del prossimo anno”, ha ricordato il tester pugliese a ‘La Gazzetta dello Sport’.
Michele Pirro padre della Ducati Desmosedici
La Casa di Borgo Panigale, dopo il GP della Malesia, è vicinissima ad un traguardo storico, raggiunto solo da Casey Stoner nel 2007. Da allora il prototipo Ducati ha fatto enormi progressi, grazie soprattutto all’arrivo di Gigi Dall’Igna che ha saputo spingere su motore e aerodinamica. Andrea Dovizioso ha sfiorato il colpaccio iridato per tre volte, pur lamentandosi di avere notevoli problemi in percorrenza di curva. “Lui nei curvoni veloci era meno veloce di me, perché era una sua caratteristica, non della moto. Oggi la gente pensa che la moto sia cambiata. Invece no. È migliorata, ma i piloti giovani fanno percorrenza, si spingono fuori e questo aiuta a girare”.
Per anni il marchio italiano ha dovuto sottostare al monopolio giapponese, ma adesso ha messo la freccia del sorpasso e non teme nessun confronto. L’azienda ha puntato tanto sulle carene aerodinamiche, Honda ha preferito investire su Marc Marquez. “Ma il giorno che si è infortunato la Honda è sparita. Io ho cercato di non essere legato a un solo pilota, ho dato feedback per allestire una moto che vada bene a tutti, da Petrucci che pesa 90 chili a uno di 60”.
Ora i tempi sono maturi per raccogliere i frutti di anni di lavoro e impegno, dentro e fuori la pista. Dal prossimo anno si rincorrerà il bis iridato con Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini, una coppia scoppiettante che preannuncia grande spettacolo ma anche scintille. “Tutti e due sono molto veloci, poi andranno gestiti. Ci vorrà rispetto e non bisognerà fare stupidaggini, perché alle spalle c’è un’azienda, tante persone, non bisogna pensare solo a se stessi”.