Il Gran Premio di Città del Messico è stato uno scempio per la Scuderia Ferrari. Sainz e Leclerc hanno chiuso ad un minuto dal vincitore.
La Ferrari è crollata nel finale di stagione, tra problemi tecnici e strutturali, palesando diversi limiti sotto tutti i punti di vista. La squadra, sotto il profilo manageriale, è allo sbando con un team principal incapace di comprendere i motivi che portano un’auto ad un minuto dalla concorrenza e un gruppo di meccanici, che senza alcun tipo di pressione, continuano a commettere sbavature nei pit stop. L’affidabilità è diventata una ansia costante, da quando sono iniziati ad andare in fumo i primi motori Superfast. Se da una parte i tecnici potranno agire per porre rimedio, sul piano tecnico, all’inaffidabilità delle PU, circa altri aspetti la situazione appare essere irrisolvibile.
Partendo dalla testa del problema e dell’organizzazione, il Presidente attuale della Rossa, John Elkann, non si trasformerà negli anni in un Montezemolo. E lo stesso, dopo anni al comando, si può dire di alcune figure apicali del muretto. Dietro i successi clamorosi di Michael Schumacher, vi sono stati uomini che hanno reso possibile uno dei cicli vincenti e più importanti della storia del Motorsport. Un ciclo, appunto, la Rossa aveva promesso di aprirlo con il lancio del nuovo regolamento tecnico. La Ferrari ha aspettato con ansia il 2022 per la reintroduzione delle auto ad effetto suolo. Il regolamento, ritardato anche di un anno a causa della pandemia da Covid-19, avrebbe dovuto avvicinare le squadre, rendendo la F1 ancora più entusiasmante.
Si era decisi di fare un passo indietro notevole, rispetto alle auto della precedente gen, per semplificare alcuni concetti aerodinamici che avevano reso molto difficili i sorpassi e le battaglie in pista. Il nuovo corso non ha stravolto i valori di forza. I top team sono rimasti tali e tutte le altre squadre sono crollate a distacchi siderali. Negli anni scorsi erano riuscite a salire sul primo gradino del podio anche AlphaTauri, McLaren, Racing Point, Alpine. Quest’anno hanno calcato il podio solo Max Verstappen, Sergio Perez, Charles Leclerc, Carlos Sainz, Lewis Hamilton, George Russell e Lando Norris. Quest’ultimo, terzo ad Imola, semplicemente per un errore di guida del monegasco.
Dopo due anni e mezzo, la Scuderia è tornata a vincere Gran Premi ma questo non può bastare se ti chiami Ferrari. L’hat trick di Bahrain e il grand chelem in Australia hanno creato nei fan l’illusione che la Scuderia sarebbe tornata, quantomeno, in lotta per un mondiale. Le gare successive, invece, hanno confermato che si è trattato di un fuoco di paglia. La Rossa ha commesso i medesimi errori di sempre, con un muretto in confusione totale nelle strategie e una comunicazione non degna del marchio fondato da Enzo Ferrari. Dopo aver provato a credere, sino a quando la matematica non lo ha condannato, nella possibilità di vincere un titolo, Leclerc è crollato, proprio come la sua Rossa. La F1-75, dopo Spa, ha fatto dei clamorosi passi indietro. Di sicuro la direttiva anti porpoising ha spinto i competitor in avanti.
La frustrazione di Charles Leclerc in Messico
Charles, solitamente un asso in qualifica, si è dovuto accontentare della settima piazza a causa di alcune limitazioni al motore. L’altura messicana ha rovinato i piani del Cavallino e i tecnici hanno impostato un assetto molto carico che non ha favorito il monegasco. La combinazione di questi due fattori ha portato il #16 a lottare con l’Alfa Romeo di Bottas, in partenza, e ad avere, per alcuni tratti della corsa, lo stesso passo dell’Alpine di Fernando Alonso. Alla partenza Charles si è ingaggiato in un duello anche con il suo teammate ma ha desistito, anche per non creare ulteriori guai. La Rossa ha pensato di massimizzare, portando a casa le auto, come ha confessato Leclerc.
“Dovremmo fare delle analisi, ma abbiamo sofferto di più rispetto a Mercedes e Red Bull Racing. Non è stato un buon weekend e quello che fa male dire è che abbiamo massimizzato il potenziale oggi. Quando lo massimizziamo e siamo un minuto dietro fa male!”, ha dichiarato a Sky. Uno sfogo durissimo. Inoltre, durante la corsa, i dialoghi con il suo ingegnere non sono stati sereni. C’è stato un silenzio imbarazzante, come sottolineato su Twitter da Alex Brunetti, quasi come se ci fosse una consapevolezza di un passo indietro preoccupante.
Radio Ferrari è un continuo: “tenta di andare più morbido qui”; “satura meno qui”; “approccia in maniera diversa qui”. Sainz si è lasciato andare a qualche commento del tipo “sono al limite (del grip)”. Charles ormai neanche risponde… #MexicoGP
— Alex Brunetti (@deadlinex) October 30, 2022
Il bicampione del mondo Verstappen, in classifica piloti, ha raggiunto il record di 14 vittorie, con 416 punti, mentre Charles Leclerc è risceso al terzo posto, a quota 275, cinque punti in meno di Sergio Perez. George Russell, a 231, ha 15 punti di vantaggio su Lewis Hamilton, a 216. Sainz è scivolato al sesto posto a quota 212. Nella graduatoria costruttori la Red Bull Racing ha già celebrato il quinto titolo della sua storia, conquistando 696 punti. La Mercedes potrebbe ancora provare a beffare la Ferrari al secondo posto. La Ferrari ora presenta un vantaggio di 40 punti sulla Stella a tre punte. Pensate che la RB ha totalizzato 209 punti in più della Rossa e mancano ancora due Gran Premi.