Il potente manager della classe regina si è soffermato sul ritorno di Marc Marquez. Lo spagnolo potrebbe aver un asso nella manica nella prossima stagione.
Marc Marquez ha rubato la scena, nel momento in cui è tornato a seguito dell’ennesima operazione chirurgica all’omero destro sulla griglia della MotoGP. Il suo rientro era attesissimo anche perché, a livello di immagine, è uno di quei piloti che attira sempre l’attenzione del pubblico. I suoi risultati passati sono il suo migliore biglietto da visita. I tifosi del Cabroncito hanno dovuto attenderlo a lungo nel 2022, dopo alcune gare saltate a causa del riacutizzarsi dei problemi di visione doppia che lo hanno tenuto ai box anche nel finale della scorsa stagione. Lo spagnolo, già tagliato fuori dalla lotta al titolo, dopo il Mugello, ha preferito volare negli Stati Uniti per porre fine ai suoi problemi alla spalla destra.
L’ultima stagione completa dell’asso spagnolo è stata nel 2019, quando riuscì, grazie a 12 vittorie, a conseguire il suo ottavo titolo mondiale e il record di punti in una singola stagione. Sta di fatto che ora in casa Honda c’è un disperato bisogno di riaverlo a quei livelli in ottica 2023. La casa giapponese è crollata all’ultimo posto della graduatoria costruttori in una crisi profondissima che in pochi potevano pronosticare negli anni scorsi. La squadra Hrc ha sempre investito su di un solo alfiere in grado di fare la differenza e la strategia non ha mai generato malumori all’interno del team. Sino all’inizio del 2020 la tattica è sempre risultata vincente per ottenere trionfi in successione. Prima del terribile schianto di Jerez della Frontera il #93 aveva perso un solo titolo mondiale nel 2015 nella serrata lotta tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo.
Il centauro della Honda sembrava destinato a battere qualsiasi record, compresi quelli degli italiani Giacomo Agostini e Valentino Rossi. Un destino beffardo lo ha colpito nelle ultime annate, ma il desiderio di tornare al vertice lo ha sempre spinto a non gettare mai la spugna. Nel 2023, Marc Marquez, compirà trent’anni e con tutto quello che ha vinto e conquistato in carriera non ha alcuna voglia di appendere il casco al chiodo. In questo aspetto è molto diverso dal suo predecessore nella casa di Tokyo, Casey Stoner, avendo forse anche una passione superiore rispetto all’australiano. I problemi fisici che lo hanno falcidiato non hanno affievolito il suo desiderio di poter tornare a conquistare altri titoli in top class. Bezzecchi “difende” Valentino Rossi: sentite la battuta su Marquez.
In 3 anni, però, sono cambiate tante cose in MotoGP e la Ducati ha fatto dei passi in avanti clamorosi. Per il terzo anno consecutivo la casa di Borgo Panigale si è confermata sul tetto del mondo, diventando la prima minaccia per i costruttori giapponesi. Al momento non sembra esserci partita anche perché sul piano tecnico la Honda non è più quel bolide agile e veloce che consentiva allo spagnolo di fare la differenza. Marc ha stretto i denti per tornare nei test di Misano per impostare il lavoro di sviluppo in ottica 2023. Da quanto è emerso nel Paddock la Honda sarebbe attardata anche rispetto ad Aprilia e Yamaha. Sotto questo aspetto il #93 può fare ben poco nonostante il suo enorme talento.
Pernat, messaggio di incoraggiamento a Marc Marquez
Le parole di Carlo Pernat, rilasciate in un’intervista a MOW, hanno confermato il problema della casa di Tokyo. MM93 è voglioso di mettere in mostra tutte le sue capacità anche nell’ultimo appuntamento di Valencia, ma ora il problema non è più di carattere fisico. La mancanza di un mezzo meccanico all’altezza del suo talento potrebbe segnare anche la prossima annata del catalano. Il manager di Enea Bastianini si è sbilanciato con una previsione lucida sul futuro di Marquez in sella alla Honda.
Carlo Pernat ha dichiarato: “Marquez lo vedo abbastanza bene, è la Honda che vedo male. Su Marquez dico ‘abbastanza’ perché comunque ha subito un intervento che non è una passeggiata e si vede anche da fuori che ha una posizione in sella strana e che la migliore condizione fisica non è ancora arrivata. Però Marquez con un braccio solo e con tutti i problemi che può avere è comunque lì a giocarsela con i primi, visto che il suo talento è smisurato e non ha paragoni al momento in nessuno degli altri. La Honda, invece, soffre troppo. Il valore di una moto si vede nei risultati del secondo pilota. Il primo pilota fa la differenza mettendoci del suo, il secondo, invece, è quello che ti mette davanti ai reali riferimenti e come sono andati Pol Espargarò, Alex Marquez e Takaaki Nakagami è sotto gli occhi di tutti. Francamente non so se vorrei essere nei panni di Joan Mir o di Alex Rins il prossimo anno”.
“Perché? Beh, ovviamente Honda dovrà fare una moto intorno a Marc Marquez, lasciando indietro le esigenze degli altri che, di conseguenza, dovranno adattarsi alla moto di Marquez. Solo che se poi Marc Marquez non dovesse ritrovare la migliore condizione si starebbe di nuovo nel buio più pesto. E non è così scontato che Marquez torni il vero Marquez perché, come ripeto, l’intervento a cui si è sottoposto e quello che ha passato non sono uno scherzo. E’ un po’ quello che successe in Ducati ai tempi di Stoner. Casey con quella Desmosedici ha vinto, ma poi ci sono voluti anni e anni per farla diventare una moto con cui avrebbe potuto vincere anche qualcun altro. I grandissimi campioni ti condannano un po’ a questa cosa qui, era successo anche in Yamaha fino all’arrivo di Jorge Lorenzo quando c’era Valentino Rossi”, ha concluso Pernat.