Mercedes, il segreto dietro la rinascita: ecco com’è tornata in vetta

In Messico è arrivata la conferma che la Mercedes è di nuovo a grandi livelli. E in chiave 2023 sta lanciando messaggi chiari agli avversari.

La Mercedes c’è, verrebbe da dire citando la celebre frase di un noto conduttore tv che segue però le moto. Però è la frase che meglio si addice al team anglo-tedesco in questo momento. Il team è tornato a grandi livelli e in Messico è arrivata la conferma. Che sembra incredibile poi solo pensando a quanto visto nella prima parte di stagione, dove Toto Wolff e soci prendevano schiaffi a destra e a sinistra senza soluzione di continuità, rimanendo fin dalle prima battute fuori dalla corsa iridata, in maniera del tutto clamorosa. Dopo un decennio di dominio, ci si poteva aspettare un momento di sbandamento, ma non a questi livelli. Ma, come sempre, ha saputo rispondere in maniera decisa. Da campione.

Lewis Hamilton su Mercedes (ANSA)
Lewis Hamilton su Mercedes (ANSA)

Una rincorsa partita da lontanissimo quindi, perché davvero la Mercedes all’esordio era a distanza siderale da Ferrari e Red Bull. E invece, dopo un periodo di deciso appannamento e anche di terrore, il team è riuscito a mettersi in carreggiata e a ritrovare la giusta strada. E i risultati attuali la dicono lunga su quanto è stato fatto in termini di miglioramento.

Mercedes, un ritorno da grande che mette paura

Ci si aspettava una Ferrari davanti a tutti, o quantomeno lì con Red Bull e Mercedes, ma con lo stravolgimento da un test all’altro della W13 da parte del team angol-tedesco si è pensato al colpo di teatro che sconvolge le carte. Invece si è rivelato un vero bluff, come a poker. La W13, dalle forme spaziali, si è dimostrata fin dai suoi esordi una vettura difficile da capire e anche da sviluppare.

Un vero rompicapo, che però ha fruttato fino al GP di Francia sette podi, comunque non pochi per una monoposto decisamente indietro rispetto alle big. Vedere le frecce d’argento lontane almeno un secondo in qualifica e poco meno in gara ha fin da subito fatto intendere che sarebbe stata un’impresa titanica riavvicinarsi ai migliori entro la fine della stagione. La Mercedes è stata brava quantomeno a sfruttare gli errori degli altri e portare a casa più del dovuto. Ma alla fine della fiera tutti erano consci di questo e che la scuderia era in netta difficoltà. Come in difficoltà era il suo re, Lewis Hamilton, che dopo il fattaccio di Abu Dhabi ha dovuto ingoiare anche quest’amara sorpresa, come anche la concorrenza fin troppo scomoda del nuovo compagno di box George Russell.

Poi qualcosa è cambiato. E non è solo la questione della direttiva tecnica 39, che ha evidentemente inciso sulle prestazioni altrui piuttosto che su quelle Mercedes. La verità è che, dopo un momento di comprensibile sconforto di un gruppo che non era abituato a toppare così clamorosamente, tutti hanno risposto da campioni del mondo, trovando finalmente la chiave di volta di una vettura che sembrava poco migliorabile. Oggi la W13 è una monoposto che si difende sì in rettilineo, ma è tornata ad essere decisa sui cordoli ed efficace in curva. Una vettura insomma che finalmente rende ad alti livelli. Ed è merito del grande lavoro di tutti. Un qualcosa che forse Ferrari dovrebbe guardare con più attenzione e imparare.

E non è una citazione a caso quella della Rossa. Perché ora sono solo 40 i punti da difendere in chiave costruttori dal ritorno della Mercedes. Dal GP di Francia l’aria è decisamente cambiata in favore della scuderia anglo-tedesca, che tranne per qualche passaggio a vuoto ora è lì a giocarsi qualcosa che sarebbe incredibile. Sarebbe la certificazione che è tornata a fare paura, ma la realtà lo dice già adesso che fa paura. Magari non alla Red Bull infallibile e invincibile di adesso, ma alla Ferrari sì. E in chiave 2023 lo sarà ancor di più, se questi sono i chiari di luna.

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