F1, Gran Premio del Brasile a rischio? Si fa largo un guaio enorme

Il mondiale di F1 è pronto per il Gran Premio del Brasile, ma le tensioni nel paese preoccupano il Circus. Ecco la situazione.

Ultime cartucce da sparare per il mondiale di F1 targato 2022, che si prepara ai round conclusivi, previsti in Brasile e ad Abu Dhabi. Dopo la meravigliosa battaglia tra Max Verstappen e Lewis Hamilton perdurata sino al giro finale della passata stagione, la prima annata delle monoposto ad effetto suolo si è rivelato un flop, al contrario di quanto si voglia dimostrare.

F1 (ANSA)
F1 (ANSA)

La Ferrari ha cercato di stare al passo con la Red Bull, la quale ha poi fatto il vuoto ponendo le basi per un nuovo ciclo tecnico, con Super Max già due volte campione del mondo. La Mercedes ha completamente sbagliato progetto, ma nelle ultime gare è apparsa in netta ripresa e si candida ad essere l’unica rivale concreta del team di Milton Keynes vista la crisi tecnica della Scuderia modenese.

E gli altri? Staccati di anni luce, annichiliti, demoliti dai top team che hanno fatto un altro sport. Le vittorie di Verstappen in a Budapest, a Spa-Francorchamps ed a Monza, tutte ottenute partendo oltre la terza fila, rendono bene l’idea di quanto, nella F1 moderna, non esista più competizione, con le squadre più piccole condannate al ruolo di comparse.

Intendiamoci, nella storia di questo sport i cicli sono sempre esistiti, così come la superiorità di 2-3 team rispetto alla concorrenza, ma urge fare una precisazione. Se torniamo agli anni precedenti all’introduzione del DRS, ovvero sino al 2010, partire dal fondo e pensare di vincere o concludere sul podio era praticamente impossibile, anche guidando la monoposto migliore del lotto.

I sorpassi erano più rari e difficili, e proprio per quello eravamo di fronte a vere e proprie imprese dei piloti, come quella di Kimi Raikkonen a Suzuka nel 2005, quando il finlandese superò Giancarlo Fisichella all’ultimo giro, con una manovra spettacolare e figlia solo del suo talento, non dell’apertura dell’ala mobile.

Di quel Circus, oggi, non c’è rimasto nulla. Lo scandalo che ha visto protagonista la Red Bull ha dimostrato che il Budget Cap è una completa farsa, che non ha aiutato i team minori ad avvicinarsi ai primi, con i quali il gap si è allargato durante l’anno piuttosto che restringersi.

Un esempio pratico è dato dalla Mercedes, che nelle prime gare era spesso al livello di Alfa Romeo Racing, McLaren ed Alpine, ma che con i dovuti sviluppi è tornata stabilmente terza forza sin dalle tappe europee, ed ora insidia addirittura la piazza d’onore tra i costruttori alla Ferrari, ormai crollata del tutto. La tappa di Interlagos, in questo senso, sarà decisiva, ma l’evento dove è prevista l’ultima Sprint Race dell’anno è a rischio.

F1, pericolo proteste attorno al Gran Premio del Brasile

Nelle ore precedenti vi avevamo parlato delle crescenti proteste in Brasile da parte dei sostenitori di Jair Bolsonaro, il presidente uscente che è stato sconfitto alle elezioni politiche da Luiz Inacio Lula da Silva. I ribelli hanno bloccato le strade di accesso a San Paolo a causa della sconfitta del loro idolo, e nel bel mezzo delle proteste si sono ritrovati anche alcuni camion della Ferrari, mentre non si hanno notizie degli altri team di F1, che pare l’abbiano scampata.

Sino ad oggi, si hanno notizie di violenze, tensioni e manifestazioni poco pacifiche, con circa 200 blocchi stradali ed autostradali che stanno mettendo in ginocchio la mobilità del Brasile. Come ben sappiamo, tra poco più di una settimana scatteranno le prove libere della F1, e la disputa della gara di Interlagos è tutt’altro che certa, anche se per il momento, le autorità hanno assicurato che si intende procedere con l’evento in programma dall’11 al 13 di novembre.

Il Circus si trovò in una situazione del genere nel marzo del 2011, quando il Gran Premio del Bahrain, che avrebbe dovuto aprire quella stagione, fu annullato a poche settimane di distanza a causa delle proteste scoppiate nel Regno posto in mezzo al deserto. Inizialmente, la corsa di Sakhir fu spostata ad ottobre, per poi essere definitivamente cancellata per via della delicata situazione politica del paese, per poi essere ripristinato già dal 2012, quando fu corso ad aprile come quarta tappa del campionato.

Per il momento, in Brasile c’è la volontà di correre, ma nulla è scontato in un paese che versa in uno stato di grande agitazione. Le squadre stanno già iniziando a montare le attrezzature nel paddock di Interlagos, mentre piloti e team arriveranno solo la prossima settimana, essendo tornati in Europa dopo la doppia trasferta americana di Austin e Città del Messico. Nelle prossime ore seguiranno altri aggiornamenti.

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