La rottamazione auto può mettere in crisi chi ha intenzione di disfarsi del suo vecchio veicolo. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.
E’ ormai prassi che quando ci si reca in un autosalone si venga accolti dalla domanda se si possiede un mezzo da rottamare. Se la risposta è affermativa, spesso si riceve uno sconto sull’acquisto del nuovo grazie agli incentivi previsti a livello nazionale, piuttosto che regionale.
Ma quando un mezzo di trasporto a due o quattro ruote deve essere rottamato? Di solito quanto è inutilizzabile e dunque impossibile da piazzare sul mercato. A quel punto viene portato nei centri di raccolta autorizzati, o al massimo ritirato dal concessionario e dopo l’avvenuta demolizione, cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico.
Alla fine del procedimento l’ex intestatario riceverà il certificato di rottamazione.
Ma riavvolgiamo il nastro. Prima di poter effettuare la rottamazione, bisogna sbrigare alcune pratiche burocratiche. Innanzitutto va chiesta la visura all’ACI che attesti che il veicolo non è sottoposto a fermo amministrativo.
In secondo luogo vanno consegnati targa, certificato di proprietà e carta di circolazione, o il documento unico di circolazione.
Altro elemento da tenere presente è l’esenzione dal pagamento del bollo. Questa può avvenire soltanto dopo la radiazione dal PRA.
Rottamazione auto: quanto costa
La procedura di cui abbiamo parlato non prevede l’esborso di alcuna somma se avviene in contemporanea all’acquisto di una moto o una vettura nuove. Altrimenti si devono pagare 32 euro di imposta di bollo, 13,50 euro di emolumento ACI, se si compila il modulo NP3B 48 euro, e 7,10 euro di visura. E queste cifre va aggiunta quella per il trasporto al centro di raccolta.
E’ comunque possibile effettuare tale processo gratis, tranne che per il punto relativo alla radiazione. L’importante è che il mezzo da rottamare sia perfettamente integro e ben funzionante. Il guadagno dell’autodemolitore sarà rappresentato dalla vendita delle componenti.
Se il veicolo in questione non è di nostra proprietà, si può procedere a rottamazione soltanto tramite atto notorio firmato dal proprietario o dopo aver accettato l’eredità, se la persona è defunta.
Se l’auto o la moto sono all’estero, ma registrati al PRA italiano, la procedura è la stessa. Il certificato di demolizione verrà rilasciato dal centro estero e dovrà essere accompagnato dalla traduzione ufficiale del documento, più un documento d’identità valido e il codice fiscale. Questo per deresponsabilizzare il proprietario da qualsiasi aspetto civile, penale o amministrativo relativo al mezzo in questione.
Altra nota cruciale. Se il veicolo o motoveicolo è cointestato, deve essere allegato anche il documento d’identità del secondo proprietario.
Incentivi 2022: di cosa si tratta
Per sostituire un mezzo vecchio ed inquinante, con uno più moderno si possono ottenere degli incentivi di carattere nazionale o regionale.
Per i primi occorre rispettare dei requisiti di sostenibilità. Si ottiene un taglio di 5000 euro se il veicolo emette tra gli 0 e i 20 g/km di CO2, 4000 euro da 21 a 60 g/km e 2000 euro dai 61 ai 135 g/km.
Chi ha un ISEE inferiore ai 30.000 avrà uno sconto di 7500 e 6000 euro. L’ultima fascia non è più contemplata in quanto i fondi sono già esauriti.
Tutte le macchine fino a classe Euro 5 immatricolate prima dell’1 gennaio 2011 possono essere rottamate.
Per quanto concerne i motocicli e i ciclomotori, con l’acquisto di un elettrico o un ibrido, previa rottamazione di una moto di classe fino a Euro 3, spetta al proprietario un contributo del 40% sul prezzo finale fino a 4.000 euro.
Se termico, sempre con le medesime condizioni, il contributo erogato è del 40% fino a un massimo di 2.500 euro.
Previsto il bonus pure per le società di car sharing, purché si rinnovi il parco in una fascia di emissione di CO2 fino a 60 g/km, e dietro rottamazione di un Euro 4.
Infine le società di noleggio possono ottenere 2500 euro per autoveicolo da 0 a 20 g/km di emissioni e fino a 2000 euro per quelli che emettono da 21 a 60 g/km di anidride carbonica.