La Ferrari ha detto addio ad uno dei più grandi tecnici della storia dell’automobilismo italiano. L’omaggio di Binotto a Forghieri è toccante.
Mauro Forghieri ha creato auto iconiche, vivendo uno dei periodi più avvincenti del Motorsport. Gli strumenti avuti a disposizione erano basilari, ma con la sua maestria ha trasformato piccole idee in grandi opere d’arte. Forghieri era nato a Modena il 13 gennaio del 1935 ed entrò da neolaureato in Ferrari. L’ingegnere dimostrò subito di avere una marcia in più ed impressionò una figura autoritaria come il Drake. Il padre della Rossa instaurò un rapporto meraviglioso con il giovane, intuendo le sue smisurate potenzialità.
Nel corso della sua carriera Forghieri è stato in grado di far vincere alla Scuderia ben sette titoli mondiali costruttori. I competitor inglesi erano al top della forma, ma l’arguzia dell’italiano permise a straordinari cavalieri del rischio, come Niki Lauda, di estrarre il massimo potenziale dalle Rosse. I successi non arrivarono solo nella categoria regina del Motorsport, ma anche nel mondiale marche, l’odierno campionato del mondo endurance. A lui si devono tante idee geniali, come il cambio trasversale sulla 312 T e anche la costruzione di auto strepitose, come l’iconica 250 GTO.
Sino al 1979 per la Rossa furono solo grandi soddisfazioni. Oggi ci vorrebbe un altro Forghieri è il caso di dire, proprio per risollevare un team che sembra stia ripetendo il digiuno iniziato con Jody Scheckter e terminato con Michael Schumacher. Gli anni ’80 e ’90 furono un disastro per il Cavallino. Dopo 21 anni il Kaiser riuscì a sfatare un tabù che sembrava ormai maledetto. Non solo la Ferrari tornò a vincere dai tempi di Forghieri, ma lo fece in grande stile, riuscendo ad aprire un ciclo. Sei titoli costruttori consecutivi e ben cinque mondiali con il Barone Rosso. La Ferrari si confermò al vertice anche nel 2007 e nel 2008, conquistando l’ultimo titolo piloti con Kimi Raikkonen e l’ultima corona iridata nei costruttori nella sfida alla McLaren.
L’era ibrida della F1 ha poi demolito le speranze dei tifosi del Cavallino che, da anni, non hanno più avuto il privilegio di assistere ad un trionfo. Ci hanno provato in tanti, Alonso ci è andato ad un passo, Vettel, decisamente, un pò più vicino di quanto abbiano fatto per ora Leclerc e Sainz, ma alla fine sembra mancare sempre un qualcosa. Forghieri è stato in passato quel quid in più che oggi manca a Maranello. Quella luce, come Newey per la Red Bull Racing, che faceva sognare piloti e meccanici. Dopo il suo addio, la Scuderia fu triturata da McLaren, Williams e persino dalla Benetton. Forghieri negli anni d’oro del Cavallino era il tecnico più invidiato dagli altri team, ma decise sempre di restare al fianco del Drake. Un rapporto indissolubile il loro. Ecco il ricordo di Piero Ferrari.
Ferrari, il messaggio di Binotto per Forghieri
La Scuderia oggi è capitanata dal team principal svizzero che ha assunto un ruolo apicale. La scomparsa, a 87 anni, di Mauro ha colpito anche l’ingegnere di Losanna. Mattia Binotto, come riportato da FP, ha annunciato: “Oggi è un giorno molto triste per tutti noi della Scuderia Ferrari. Piangiamo la scomparsa di Mauro Forghieri, una delle figure più straordinarie nella nostra storia. Nominato a capo del team a 27 anni, con le sue intuizioni geniali è stato uno degli ultimi ingegneri totali del mondo dell’automobilismo. Mi è capitato di incontrarlo in varie occasioni e ogni volta è stata un’emozione speciale: il suo carisma è rimasto intatto nel tempo. Le sue idee rivoluzionarie, insieme al carattere acceso e alla capacità di essere un grande motivatore, gli hanno permesso di scrivere alcune delle pagine più significative della storia della Ferrari e alimentare come pochi altri il mito del Cavallino Rampante. Mancherà a tutti noi”.
Una personalità mai banale, sempre fuori dagli schemi. Ogni sua dichiarazione era misurata e molto incisiva, anche come commentatore in TV. Un personaggio mitico per tutti i tifosi. “Mauro Forghieri ha ricoperto un ruolo chiave nell’alimentare la storia di Ferrari. Se Enzo Ferrari si definiva un agitatore di uomini, credo si possa dire che Forghieri fosse un agitatore di idee. Un innovatore geniale, capace di elaborare soluzioni tecniche precluse alla maggior parte dei tecnici della sua epoca. Un progettista che sapeva andare oltre il suo ruolo, diventando un punto di riferimento e una fonte di ispirazione per tutte le persone che collaboravano con lui. La sua ecletticità dal punto di vista progettuale, la grande curiosità e voglia di spingersi oltre, gli hanno consegnato un posto nella storia, non solo di Ferrari, ma anche dell’automobilismo sportivo”, ha chiosato Antonello Coletta, responsabile delle attività sportive GT del Cavallino.