Piero Ferrari, quel retroscena su Forghieri: i fan restano a bocca aperta

La notizia della scomparsa del geniale ingegnere Forghieri ha sconvolto il paddock della F1. Ecco la reazione di Piero Ferrari e di chi lo ha conosciuto.

Se n’è andato in silenzio nel giorno che il calendario dei cristiano-cattolici dedica alla commemorazione dei defunti. Mauro Forghieri è stato il Colin Chapman della Rossa. Tecnico avanguardista, potremmo dire visionario, si distinse per alcune intuizioni che faranno la storia diventando patrimonio comune delle auto da corsa e sportive. Una su tutte l’alettone collocato nel posteriore del veicolo per aumentarne le prestazioni.

 

Mauro Forghieri (LaPresse)
Mauro Forghieri (LaPresse)

In Ferrari dagli anni ’60, agli ’80 darà vita a macchine belle e vincenti che lo renderanno uno dei designer più stimati e riconosciuti dell’ambiente della top class, nonché una vera e propria bandiera della compagine modenese. Tanto che, gli verranno offerti diversi lavori all’estero, ma lui, per amore della sua terra e della Scuderia, risponderà sempre picche.

Quando sono entrato in azienda, nel 1965, condividevo l’ufficio con il Cavalier Giberti, il primo dipendente del Cavallino, e lui, che era stato assunto qualche anno prima, era nell’ufficio accanto. Ci separavano dieci anni di età e un vetro. Di fatto ci vedevamo tutto il giorno tutti i giorni“, il toccante omaggio del figlio del fondatore Piero.

Metteva energia e passione in ogni sua attività. Aveva un carattere sanguigno. Ricordo che in alcune delle interminabili riunioni di Gestione Sportiva mi sono trovato a fare da mediatore tra lui e mio padre Enzo, comunque innamorato della sua instancabile voglia di fare“, prosegue il 77enne. “Sapeva che dietro un suo eventuale errore c’era sempre e solo il tentativo di fare di più e meglio. Di guardare avanti. È un pezzo della nostra storia che se ne va. Un uomo che ha dato molto alla squadra e al mondo delle corse in assoluto“.

Binotto non dimentica l’uomo Forghieri

Ovviamente non poteva mancare un pensiero da parte dell’attuale team principal Mattia Binotto che ha definito l’ingegnere emiliano “una delle figure più straordinarie per Maranello“.

Nominato a capo dell’equipe a 27 anni, con i suoi colpi di genio è stato uno degli ultimi ingegneri totali del mondo dell’automobilismo“, ha esaltato il contributo dell’87enne. “Mi è capitato di incontrarlo in varie occasioni e ogni volta è stata un’emozione speciale. Il suo carisma è rimasto intatto nel tempo. Le sue idee rivoluzionarie, insieme al carattere acceso e alla capacità di essere un grande motivatore, gli hanno permesso di scrivere alcune delle pagine più significative del marchio e alimentare come pochi altri il suo mito. Mancherà a tutti noi”.

Anche per Antonello Coletta, capo delle attività sportive GT del brand, Furia è stato ben altro che un semplice professionista. “Se il Drake si definiva un agitatore di uomini, Forghieri lo è stato per quanto concerne le idee. Un innovatore geniale, capace di elaborare soluzioni tecniche precluse alla maggior parte dei tecnici della sua epoca“, il riconoscimento.

Un progettista che sapeva trascendere il suo ruolo, diventando un punto di riferimento e una fonte di ispirazione per tutte le persone che collaboravano con lui”, continua la testimonianza d’affetto. “La sua ecletticità dal punto di vista progettuale, la grande curiosità e la voglia di spingersi oltre, gli hanno consegnato un posto nell’Olimpo delle competizioni a quattro ruote“.

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