Ferrari, c’è una speranza in chiave 2023? Può cambiare tutto

La Ferrari conclude l’ennesima stagione deludente puntando tutto sul nuovo anno. Alcuni interventi potrebbero aiutare a tornare al top presto.

In Ferrari si lavora già da tempo sulla vettura del 2023, ma questa frase, che Mattia Binotto ripete da varie settimane, ha ormai il sapore amaro di una scusa per tutti i tifosi, ed anche per i piloti. Charles Leclerc e Carlos Sainz, dopo aver avuto la vettura migliore del lotto per la prima volta nella loro carriera, si ritrovano tra le mani quella che è la terza forza.

Ferrari F1-75 (LaPresse)
Ferrari F1-75 (LaPresse)

In Messico, i due “Carli” hanno vagato nella terra di nessuno, restando costantemente in quinta e sesta posizione. Nella fase di gara che ha preceduto la prima sosta, il monegasco stava addirittura perdendo terreno dall’Alpine di Fernando Alonso che lo inseguiva, con lo spagnolo che era riuscito a riportarsi a pochi secondi di distanza dal ferrarista.

Appare chiaro che la Ferrari del Messico non era quella che conoscevamo, lontanissima parente di quella di inizio stagione, ma anche di quella vista sino ad Austin, che per alcuni frangenti aveva almeno battagliato con Red Bull e Mercedes. La tappa di domenica scorsa ci ha riportato al 2021, con distacchi nell’ordine del minuto da Max Verstappen e di oltre 40 secondi da Lewis Hamilton.

Dando un’occhiata ai tempi, si è visto anche un gap inquietante nelle medie sul passo gara. Le due Rosse giravano sugli 8-9 decimi di ritardo nei confronti di Verstappen, accusando 6-7 decimi dalle frecce d’argento, con ogni tipologia di mescola. Il problema, a Città del Messico, non è stato tanto il degrado delle gomme, ma una vettura che era semplicemente troppo lenta per pensare anche lontanamente di combattere per il podio.

Uno scenario simile non si era mai visto prima d’ora, ma una parziale spiegazione la si può trovare anche nella power unit depotenziata, che gareggiando in altura si è ritrovata a fornire ancor meno cavalli di quanti ne avrebbe potuti sprigionare. Oltre a questo c’è anche dell’altro, dal momento che Leclerc ha fatto una fatica estrema per tutti il week-end nel settore centrale, finendo violentemente a muro nelle seconde prove libere del venerdì.

La Rossa è ormai incapace di far funzionare gli pneumatici, con una finestra di utilizzo che si è ridotta sin troppo dopo la TD39 introdotta in Belgio. Binotto continua a dire che la direttiva tecnica non ha influito, ma l’amara verità è che egli non vuole ammettere l’ennesima sconfitta politica maturata sotto la sua gestione, un qualcosa a cui ormai i tifosi sono abituati.

Ferrari, ecco il lavoro svolto sulla power unit

La Ferrari, esattamente come era accaduto lo scorso anno, sta usando le ultime gare per fare esperimenti sulla power unit in ottica 2023. Da ormai quasi 12 mesi si parla delle problematiche del motore super fast in chiave affidabilità, e quanto visto nelle gare precedenti ha confermato che le magagne non sono state risolte.

Le rotture subite da Charles Leclerc a Barcellona e Baku e da Carlos Sainz in Austria hanno fatto scattare l’allarme, costringendo i due piloti a gareggiare dalla Francia in poi con unità propulsive depotenziate. In Belgio è stato introdotto il nuovo ibrido, che però non sembra aver portato quel surplus di potenza in cui si sperava, anche se non ci è dato sapere quanto possa essere stato spremuto per paura delle rotture.

Stando a quanto ha riportato nelle ultime oreMotorsport.com“, pare che gli ultimi aggiornamenti portati non siano pezzi definitivi per il 2023, ma che si tratti di elementi sperimentali utili a raccogliere dati, i quali verranno ulteriormente rivisti per presentarsi al via del nuovo campionato preparati a combattere per la vittoria.

Ricordiamo infatti che nel 2023 le gare saranno 24, con ben 6 Sprint Race, ma il numero di power unit rimarrà sempre di 3 unità da utilizzare nel corso dell’anno. Le follie dei regolamenti ormai le conosciamo, ma se tutti riescono ad adattarsi, anche la Ferrari dovrà farlo.

In questa stagione, Leclerc è andato in penalità in Canada, in Belgio e negli Stati Uniti, mentre Max Verstappen ha cambiato tutta la power unit solo a Spa-Francorchamps, introducendo un nuovo motore endotermico a Monza. La Mercedes è stata praticamente perfetta, con Lewis Hamilton che ha dovuto optare per la quarta unità propulsiva a Monza soltanto per i danni subiti nell’incidente del primo giro in Belgio.

La differenza in termini di affidabilità con Honda e Mercedes è stata notevole, e solo l’Alpine che monta i motori Renault ha fatto di peggio. Questo scenario è molto preoccupante in chiave futura, considerando il Budget Cap ed il poco tempo a disposizione per risolvere il problema. Il 2023 è ormai alle porte.

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