Bagnaia e Valentino Rossi, così diversi ma anche così simili. Soprattutto per alcuni numeri che li stanno accompagnando nelle loro carriere.
Una rincorsa mondiale da record quella messa a segno da Pecco Bagnaia, che a Valencia ha coronato il sogno di una vita, quello di vincere il titolo della MotoGP e con la moto dei suoi sogni la Ducati. Proprio Pecco nel post sui social dove ha celebrato la vittoria, ha ricordato il rombo del motore della 996 dello zio, che ha fatto subito scattare la scintilla con la Rossa di Borgo Panigale. Un amore difficile, come capita spesso a quelli veramente belli, ma che alla fine è riuscito a raggiungere il proprio obiettivo.
Una rincorsa al Mondiale della classe regina partito nel 2013, con il suo debutto nel Motomondiale, che nel 2014 ha avuto addirittura la “certificazione” di Valentino Rossi, che ne ha riconosciuto le potenzialità, tanto da prenderlo nella sua Academy. Da quel momento in poi è stata una crescita continua quella del pilota di Chivasso, che nel 2018 ha portato a casa il suo primo titolo, quello della Moto2. E ora quello più importante della MotoGP.
E’ lui il successore di Valentino Rossi nell’albo d’oro degli italiani vincenti, proprio come se fosse un segno del destino. Due caratteri così diversi ma comunque capaci di essere uniti da un profondo rispetto ed amicizia, come hanno certificato le parole al miele delle scorse ore. Ma c‘è anche un particolare che unisce il campione di Tavullia al neo-iridato della MotoGP ed è la cabala dei numeri. Infatti nella storia di Valentino, così come in quella di Pecco, ci sono dei numeri che tornano ciclicamente.
Bagnaia e Valentino Rossi, questione di numeri
Era il 14 novembre 2021 quando a Valencia è andata in scena l’ultima recita del Dottore in MotoGP. E se si guardano bene i numeri, si vede che la somma di 14, 11 e 21 porta proprio al numero che ha reso Vale famoso nel mondo, il 46. Anche Bagnaia però non scherza. Infatti il pilota della Ducati ha vinto con il numero 63, che è la somma di 21 e 62. Pecco infatti ha iniziato la sua carriera con il numero 21 in onore di Troy Bayliss poi, in Moto 2, ha adottato il 42 perché il 21 era di Morbidelli. Con quel numero ha vinto il mondiale ma in MotoGP era già di Alex Rins e per questo ha virato sul 63.
Ma a Valencia quei numeri della sua carriera sono tornati ancora una volta prepotentemente alla ribalta. Infatti a vincere la corsa è stato Rins col 42 e alle sue spalle a fargli da “scudiero” negli ultimi giri è stato quel Morbidelli che ha il 21 sulla carena. 21 e 42 che tornano per Bagnaia anche nel giorno della sua prima vittoria in MotoGP, ad Aragon il 12 settembre 2021: 12+9=21, e unendo anche l’anno si arriva a 42. Per non parlare poi della pole numero 63 in MotoGP del team Ducati, arrivata ad Assen quest’anno. A realizzarla proprio chi sulla carena porta quel numero, Pecco Bagnaia. 21 poi come le vittorie per ora nel Motomondiale.
Ma non è tutto. Bagnaia è solo il quarto pilota italiano a vincere un mondiale della top class in sella a una moto italiana e 4 sono state le pole di fila messe a segno quest’anno, un vero primato. 4 come il numero che ha portato sulla carena al suo esordio nel motomondiale. Pecco poi ha regalato all’Italia il 21° titolo mondiale in classe regina, con il 21 che torna ancora una volta. Solo un caso?