Max Verstappen ha effettuato una stagione perfetta, battendo numerosi record. Un primato di un campione italiano è fuori dalla sua portata.
Il 2022 resterà per sempre nel cuore di Max Verstappen, che si è confermato campione del mondo piazzando anche una serie di record che apparivano impossibili da battere, soprattutto considerando le modalità con cui si era aperta la sua stagione. I ritiri in Bahrain ed in Australia lo avevano portato a -46 dalla Ferrari di Charles Leclerc, che alla vigilia della tappa di Imola era il grande favorito per vincere questo mondiale.
La Red Bull è poi tornata di gran carriera, siglando una doppietta in casa della Rossa che ha dato il via alla rimonta. Di lì a meno di un mese, Super Max ed il team di Milton Keynes sono saliti in cattedra nelle classifiche mondiali, condannando il monegasco e la Scuderia modenese all’ennesima stagione di sofferenze, contro ogni più pessimistica previsione dei tifosi.
Verstappen ha poi fatto il bello ed il cattivo tempo, ed in Messico ha stabilito il nuovo record di vittorie in una singola stagione, portandone a casa ben 14 su 20 gare disputate, mentre la Red Bull è a quota 16 considerando le affermazioni di Sergio Perez arrivate a Monte-Carlo e Singapore.
Con il trionfo messicano, Super Max ha scavalcato Lewis Hamilton per quanto riguarda il record di punti portati a casa in una singola stagione, con il britannico che ne ottenne 413 nel 2019, quando vennero corse 21 gara. Il figlio di Jos è a 416 dopo 20 appuntamenti, anche se sono già state disputate due Sprint Race, che all’epoca non erano in calendario, ma ha ancora due occasioni per migliorare ulteriormente.
Una prova di forza disarmante quella dell’olandese, e tutti si stanno chiedendo se questo suo dominio potrà continuare anche nei prossimi anni, riproponendo una superiorità simile a quella di Hamilton negli anni d’oro in Mercedes. La maggioranza la pensa così, e tutti credono che sia proprio Sir Lewis l’unica speranza per vedere un risultato differente, magari riproponendoci un duello storico come quello della passata stagione.
Il team di Brackley sta spingendo molto in questo finale di campionato per tornare competitivo, e gli ultimi sviluppi portati in pista ad Austin hanno prodotto i risultati sperati. La RB18 è ancora la macchina da battere e lo sarà fino a fine stagione, ma concludere il campionato in maniera positiva è un’ottima base prima di un lungo inverno di lavoro. La Ferrari, dal canto suo, pare essere affondata, ed il 2023 non partirà sotto i migliori auspici.
Verstappen, ecco un record che non potrà conquistare
Come abbiamo affermato in precedenza, Max Verstappen si è già preso due record storici in questo 2022, ma ce n’è uno che non potrà portare a casa. Ci stiamo riferendo alla percentuale di vittorie in una singola stagione, primato che appartiene al grande Alberto Ascari, che lo ottenne nel 1952.
Con la F1 di quei tempi, per operare qualsiasi tipo di confronto, possiamo prendere in esame soltanto le percentuali, dal momento che venivamo disputate un terzo delle gare rispetto ad oggi. Il pilota milanese vinse il suo primo titolo mondiale nel 1951 con la Ferrari, rispondendo al dominio dell’Alfa Romeo di Nino Farina nel 1950, in un dominio tutto italiano che segnò gli albori della massima categoria automobilistica.
Ascari dominò la scena nel 1952, e si poté permettere anche di saltare la prima gara del campionato, disputata in Svizzera, mentre lui era impegnato alla 500 Miglia di Indianapolis. In seguito, dopo un ritiro negli Stati Uniti, il pilota meneghino piazzò sei vittorie consecutive nelle restanti sei gare, imponendosi in Olanda, in Belgio, in Francia, in Gran Bretagna, in Germania in Olanda ed in Italia.
Al termine della stagione, Ascari concluse con sei vittorie su otto gare di campionato, totalizzando il 75% di successi, record assoluto in termini di percentuale, davanti al 72,22% di Michael Schumacher del 2004. Dal canto suo, Verstappen dovrà vincere sia in Brasile che ad Abu Dhabi per superare il Kaiser di Kerpen, ma non potrà andare oltre il 72,72%, pari a 16 vittorie su 22 gare disputate. Il campione del mondo, com’è ovvio che sia, potrà riprovarci il prossimo anno, ma per farcela dovrebbe trionfare in circa 20-21 gare delle 24 in calendario, in pratica, dovrebbe uccidere lo sport.
La speranza, per lo spettacolo della F1, è che qualcuno gli impedisca di attaccare il record del grande Ascari, un grande simbolo dell’Italia che è stata vincente nel Circus e che ora è costretta a fare da comparsa. Il passato è stato ricco dei nostri piloti, che dopo la breve presenza di Antonio Giovinazzi negli ultimi anni sono nuovamente spariti dai radar. L’auspicio è che in futuro le cose inizino a cambiare.