La Ferrari ha ancora 40 punti da difendere sulla Mercedes, ma l’ex campione di F1 ha una teoria particolare. Ecco cosa ha detto.
Le prime gare della nuova era contraddistinta dalle F1 ad effetto suolo ci aveva fornito un quadro tecnico sorprendente, con la Ferrari nel ruolo di grande favorita e la Mercedes ad oltre un secondo di distanza, sia sul giro secco che sul passo gara, con la Red Bull unica sfidante credibile della Scuderia modenese.
Dopo la vittoria di Melbourne, Charles Leclerc sembrava lanciato verso il suo primo titolo mondiale, con un buon vantaggio sui suoi rivali ed una fiducia nei propri mezzi davvero notevole. Da Imola in avanti, il team di Milton Keynes ha dato il via alla rimonta, con Max Verstappen che ha infilato tre vittorie consecutive volando in testa al campionato.
In tutto questo, la Mercedes ha mostrato dei timidi segnali di ripresa a Barcellona, per poi crollare nuovamente tra Monte-Carlo e Baku. Il problema del porpoising, legato alle F1 ad effetto suolo, sembrava una condanna per le frecce d’argento, che in alcune tappe come Imola e Miami non avevano le prestazioni neanche per mantenere il ruolo di terza forza.
Con dei grossi sviluppi tecnici, gli uomini di Toto Wolff hanno iniziato a guadagnare terreno, e tra Canada e Silverstone sono arrivati altri podi grazie a Lewis Hamilton, che ha iniziato ad avvicinarsi al ritmo di Red Bull e Ferrari. Il sette volte campione del mondo ha chiuso tra i primi tre anche in Austria, Francia ed Ungheria, per poi incappare in un ritiro a Spa-Francorchamps.
George Russell ha siglato la prima ed unica pole position della Mercedes in quel di Budapest, ma le frecce d’argento si sono dimostrate superiori alla Ferrari per la prima volta in gara in quel di Zandvoort, dove grazie ad una gestione delle gomme molto accurata l’ex Williams ha chiuso secondo, giusto davanti a Leclerc.
In alcune gare ci si sono messe anche la sfortuna e gli errori dei piloti ad impedire alla monoposto di far vedere il suo potenziale, ma tra Austin e Città del Messico la situazione tecnica è stata molto chiara. La Mercedes è la seconda forza in pista, non ancora abbastanza forte per battere la Red Bull (o meglio, quella di Verstappen), ma nettamente superiore alla Ferrari.
La casa della Stella a tre punte è a quota 447 punti in classifica, ed ormai paga soltanto 40 lunghezze dai 487 della Ferrari. In palio, per quanto riguarda i team, ci sono ancora ben 103 punti, considerando i due giri veloci e la Sprint Race di Interlagos di sabato prossimo, che in questa sfida assume un’importanza capitale.
Da qualche anno a questa parte, in F1 vige una regola particolare, che è stata studiata per riequilibrare le carte in tavola, ma che per ora non ha portato alcun risultato. In pratica, più si finisce in alto nella classifica costruttori, meno ore si hanno a disposizione per lavorare in galleria del vento.
La Red Bull, campionessa del mondo, sarà quella che potrà sfruttare il wind tunnel in maniera minore, considerando anche il 10% che verrà sottratto per via della questione Budget Cap. Al momento, la Ferrari potrebbe lavorare meno della Mercedes, visto che occupa la seconda posizione nel mondiale davanti al team di Brackley.
Su questo aspetto si è espresso Damon Hill, campione del mondo di F1 nel 1996 con la Williams-Renault. Il figlio d’arte, nel corso di un’intervista, ha sostenuto quanto segue: “La regola è che se si arriva più in alto nel mondiale costruttori, si può lavorare per meno tempo in galleria del vento“.
“Credo che in Ferrari stiano facendo questi calcoli, dal momento che la Mercedes è ormai molto vicina in questa classifica. Credo che, forse, non vogliano chiudere in seconda posizione proprio per poter lavorare di più in galleria del vento. Dal mio punto di vista, a Maranello stanno pensando a questa possibilità, visto che tra secondo e terzo posto in graduatoria generale le differenze sono davvero minime. Sarà curioso vedere cosa decideranno, ma il mio consiglio è quello di valutare al meglio tutte le possibilità“.
Quello sottolineato da Hill è un aspetto molto interessante, che però non può far felici gli uomini di Maranello. La stagione era iniziata sotto i migliori auspici, e sta ora terminando con il rischio di perdere anche il secondo posto a vantaggio della Mercedes. La Scuderia modenese ha già dimostrato lo scorso anno che, pur lavorando di più in galleria, è difficile costruire l’auto minore, soprattutto se lo staff tecnico a disposizione non è all’altezza della diretta concorrenza.
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