La Fiat 124 è un’icona del Made in Italy, ma quella protagonista del nostro racconto stava per essere demolita. Ecco come è stata salvata.
Se non avete mai sentito parlare di una Fiat 124 significa che non siete attenti alla storia del nostro paese, dato che questa vettura ne ha costituito almeno una piccola parte. La sua produzione durò dal 1966 al 1974, in un periodo contraddistinto dal boom economico ad un paio di decenni dalla fine della seconda guerra mondiale.
Stiamo parlando del momento d’oro della casa automobilistica di Torino, che sotto la guida degli Agnelli era diventata una potenza mondiale, un motivo d’orgoglio per tutti gli italiani, storia ben diversa da quanto accade oggi, visto che è dominata da Stellantis ed è dipendente da ciò che si decide all’estero.
La 124 è l’immagine perfetta di un’Italia diversa, potente e che faceva sognare i cittadini, dove le famiglie potevano vivere tranquillamente, senza pensare a tutti i problemi che oggi ben conosciamo. L’obiettivo della Fiat, tramite la costruzione di questo modello, era quello di regalare una nuova auto alla bassa borghesia italiana, affidabile e molto solida, in piena sintonia con le altre vetture del marchio piemontese.
La sua origine è molto complessa, visto che l’ingegner Dante Giacosa, che ne curò il progetto, pensò a ben tre modelli distinti: il Progetto 124, dotato di motore anteriore e di trazione posteriore, il Progetto 123 E4, con propulsore e trazione entrambi posti all’anteriore, ed un altro con motore e trazione posteriore. Alla fine, com’è logico capire deducendolo dal nome, si optò per il Progetto 124.
Tuttavia, il Progetto 123 non morì del tutto, dal momento che fu trasferito su un altro modello iconico, vale a dire l’Autobianchi A111. Il motore scelto sprigionava 60 cavalli, una cifra di tutto rispetto considerando l’epoca in cui fu prodotta, ma anche il tipo di vettura di cui vi stiamo narrando le gesta.
Infatti, anche la velocità massima raggiunse un ottimo risultato, superando i 146 km/h in una prova effettuata da “Quattroruote“, una fonte più che affidabile in tema di automotive, ma anche la casa torinese aveva riferito, prima di quel test, che la top speed era superiore ai 140 km/h.
Oltre al modello base, venne realizzata anche una 124 Special, che uscì nel 1968 soltanto in versione berlina. Nel 1970 fu immessa sul mercato una nuova 124 che fu caratterizzata da un restyling, valido sia per la berlina che per quella che oggi chiameremmo station wagon, all’epoca definita più semplicemente familiare.
La Special e la Special T furono un grosso passo in avanti sul fronte delle performance, con velocità massime dichiarate superiori ai 160 km/h, ma in questo caso non siamo in possesso di una controprova di un test su strada. Tuttavia, i numeri delle vendite furono ottimi, anche se dopo il 1974 non ne furono mai realizzati altri esemplari, ma una di quelle prodotte in quegli anni è la protagonista di ciò che vi andremo a raccontare tra poche righe.
Fiat, la 124 abbandonata viene salvata dallo sfascio
La Fiat dei giorni nostri è un’entità del tutto diversa da quella del secondo dopoguerra, e pochi giorni fa vi abbiamo parlato dell’intenzione dei vertici di Stellantis di presentare un Suv elettrico entro il 2024. Ogni tanto però, ci piace parlarvi del passato, che per fortuna non è stato mai dimenticato dagli esperti del settore.
Una 124 ridotta ad un catorcio è stata ritrovata in un garage abbandonato dai nostri amici del canale YouTube “AMMO NYC“, che si occupano di car wash e del restauro di vetture antiche. Questa vettura, come spiegato nel video che abbiamo postato in basso, rischiava di essere demolita, dal momento che nessuno aveva più reclamato la propria proprietà sul modello.
Sarebbe stato un enorme peccato vedere una vettura che ha fatto la storia dell’automotive italiano e mondiale, risalente a mezzo secolo fa, distrutta a causa della noncuranza dei proprietari. La Fiat è stata prelevata dagli esperti, che l’hanno portata in officina restaurandola e facendola tornare praticamente come nuova.
Incredibile il livello di sporcizia che contraddistingueva sia l’abitacolo che la carrozzeria, con il volante impossibilitato a muoversi a causa delle varie incrostature dovute all’usura. Gli esperti hanno subito tolto le ruote e si sono occupati della manutenzione delle sospensioni, su cui è stato svolto un lungo lavoro per renderle nuovamente funzionanti ed evitare pericoli a chi guida.
In seguito, si è passati al lavaggio vero e proprio delle gomme e della zona degli ammortizzatori, per poi occuparsi della pulizia dell’abitacolo e degli esterni. Non è nostra intenzione svelarvi tutto, dal momento che ciò che è accaduto va guardato direttamente in base alle immagini qui riportate.