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Mercato

Seat, notizie preoccupanti da Volkswagen: ecco cosa sta accadendo

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Oscar Slaifer

Il nuovo CEO di Volkswagen ha mostrato i piani per diversi marchi del gruppo. E sul futuro di Seat non arrivano segnali precisi.

Il mondo dell’auto è in piena rivoluzione elettrica, con tutti i grandi marchi impegnati nel rinnovare la propria offerta sul mercato con modelli nuovi 100% green, con un interregno ibrido che poterà nel giro di diversi anni all’addio definitivo ai motori termici. Ci sono case che sono decisamente avanti sul fronte elettrico, altre meno, ma comunque la strada ormai è tracciata e tutti dovranno adeguarsi a questo stato di cose. Tra quelle che stanno facendo attualmente gli sforzi maggiori su questo piano c’è il gruppo Volkswagen, che comprende dodici marchi attualmente: per le automobili Volkswagen, Audi, SEAT, Skoda Auto, Bentley, Bugatti, Lamborghini e Porsche, per le moto Ducati e per i veicoli commerciali Volkswagen Commercial Vehicles, Scania AB e MAN.

Seat (AdobeStock)

Proprio la Volkswagen, tra nuovi progetti e campagne di richiamo continue da inizio anno per alcuni suoi modelli, è un momento davvero delicato. Ci sono infatti da pianificare tante cose per tutti i marchi che fanno parte della sua galassia. A pensarci ora c’è il nuovo CEO, entrato da poco più di cento giorni, Thomas Schäfer, che proprio con alcune recenti dichiarazioni ha tracciato il futuro per Volkswagen ma anche per le altre sorelle”, a partire da Skoda e Cupra, quest’ultimo marchio sportivo della Seat.

Schäfer è stata una nomina scioccante, perché non guidava nemmeno da due anni Skoda e in precedenza è stato a lungo responsabile delle operazioni del Gruppo in Sud Africa. Le idee però sono chiare sul futuro. In cima alla lista delle cose da fare c’è il nuovo SUV Volkswagen ID.3. Ma in generale vuole che il marchio tedesco sia “amichevole, che piace alla gente. Il brand delle persone che è vicino alle persone. Un marchio che ascolta e offre esattamente ciò che vogliono i nostri clienti, soprattutto nell’era della mobilità elettrica e digitale“. Che la Skoda diventerà un marchio sempre più con un suo carattere e meno legato alla sua “sorella maggiore”. Mentre la Cupra sarà sempre più improntata su un pubblico giovane, più ribelle. Cupra è il futuro di Seat“.

Ma cosa ne sarà di Seat?

Ad oggi la casa spagnolo ha come prodotti di punta le nuove Ibiza e Arona, ma la realtà è che da tempo si attende una svolta, con nuovi modelli e un cambio deciso verso le nuove motorizzazioni ibride. Ma le parole del CEO Schäfer hanno messo davvero in apprensione non solo chi lavora per Seat ma anche i suoi fan. “Che Cupra sia il futuro di Seat non significa che questa cesserà di esistere. Stiamo ancora lavorando al piano effettivo per Seat; per ora è tutto chiaro fino al 2028 o al 2029, quindi non dobbiamo farci prendere dal panico”.

La verità è che ancora non sanno cosa fare di Seat. Ed è un bel problema: “È un marchio entry-level per i giovani clienti. Può funzionare in Europa, in particolare in Spagna, Regno Unito e Austria”. Ma poi ha ripetuto ancora: “Cupra è la reinvenzione di Seat che va avanti. Cupra si muoverà molto più velocemente verso l’elettrificazione”. E quindi la sua progenitrice rimarrà ferma al palo? O addirittura è destinata a scomparire?

Ad oggi l’unica certezza è che il Gruppo Volkswagen ha aderito al programma spagnolo PERTE per i veicoli elettrici, lanciando un progetto che prevede un investimento totale di oltre 7 miliardi di euro insieme a fornitori esterni lungo l’intera catena della mobilità elettrica nel Paese iberico. E lo stesso Schäfer, non in maniera ufficiale, avrebbe aperto alla possibilità di una trasformazione di Seat da marchio auto a marchio di mobilità. Un campo questo dove, nel gruppo, non avrebbe rivali e non troverebbe quindi problemi.

Intanto una parte di questo futuro è già realtà: è nato da poco il primo motorino elettrico, il , che recentemente è riuscito a battere due titoli Guinness World Records in 48 ore consecutive: ha battuto il record delle 24 ore nella prova di squadra, percorrendo 1.430 chilometri, più del doppio della distanza del precedente. E poi ha percorso 1.158 chilometri in 24 ore di corsa in solitaria.

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Oscar Slaifer

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