Il FIA WEC si è deciso con la 8 Ore del Bahrain, dove ha trionfato la Toyota in Hypercar. Apoteosi Ferrari in classe GTE PRO.
Le Toyota hanno dominato in lungo ed in largo la 8 Ore del Bahrain, con la GR010 Hybrid #7 di Mike Conway, Kamui Kobayashi e Jose Maria Lopez che hanno vinto l’ultimo appuntamento stagionale del FIA WEC. Il secondo posto è bastato alla #8 di Sébastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa per assicurarsi il titolo mondiale piloti, battendo per cinque punti l’Alpine #36 di Nicolas Lapierre, André Negrao e Matthieu Vaxivière che anno chiuso terzi. Gara da incubo per le Peugeot, con la #94 quarta al traguardo e la #93 ritirata.
Nella LMP2 il successo è andato all’Oreca 07 Gibson #31 del team WRT, che con René Rast, Robin Frijns e Sean Gelael non ha avuto rivali, ma il trionfo non è bastato per strappare il titolo alla Jota #38. Antonio Felix da Costa, Will Stevens e Roberto Gonzalez sono i campioni di classe, così come la #83 dell’AF Corse di Alessio Rovera, Nicklas Nielsen e Francois Perrodo hanno portato a casa il titolo tra i PRO/AM.
Thrilling assoluto per quanto riguarda la GTE PRO, nella quale le Ferrari hanno dominato le prime sei ore, prima che la #51 di Alessandro Pier Guidi e James Calado, leader incontrastati, accusassero un guasto al cambio. I campioni del mondo sono così scesi al quinto ed ultimo posto, ritrovandosi costretti a guidare solo con la quinta e la sesta marcia.
Dopo quasi due ore di sofferenza, la Ferrari ce la fa e per Pier Guidi e Calado è il terzo titolo mondiale piloti dopo quello del 2017 e del 2021, con il Cavallino che si aggiudica il costruttori, il quarto nella storia della 488 GTE ed il settimo assoluto nella storia della Rossa in questa classe.
La classe GTE PRO, che sparirà dal WEC il prossimo anno, ha regalato brividi fino alla fine, Tra le GTE AM vince la Porsche #46 di Matteo Cairoli, Mikkel Pedersen e Nicolas Leutwiler, ma il titolo va all’Aston Martin #33 del TF Sport di Ben Keating e Marco Sorensen.
Il FIA WEC targato 2022 si decide in quel di Sakhir, dove la classica gara della durata di 8 Ore conclude lo spettacolo di un campionato che il prossimo anno sarà seguitissimo. La pole position della classe Hypercar è stata messa a referto dalla Toyota #8 di Brendon Hartley, che ha così acquisito 1 punto di vantaggio sull’Alpine #36 rivale per il titolo.
In prima fila c’è anche la Peugeot #93, che con Paul Di Resta dimostra di avere un passo eccellente nelle prime fasi, attaccandosi alla Toyota di testa, partita con Sébastien Buemi. Tanto spettacolo anche in classe GTE PRO, dove si decide tutto tra Porsche e Ferrari, con la #91 di Gimmi Bruni che ha fatto segnare la pole position.
Al via, la #92 di Kévin Estre si è subito presa il comando delle operazioni, davanti alla Ferrari #52 di Antonio Fuoco ed al nostro Bruni. Quarta la #51 di AF Corse con James Calado, la vettura che è in testa al campionato del mondo. Tra Gimmi e Fuoco si accende un duello bellissimo, ed alla fine è proprio il pilota romano a portarsi in seconda piazza.
Nella seconda parte del primo stint la Ferrari ritrova ritmo, e Fuoco torna in seconda piazza, quasi come se la 488 GTE EVO fosse più competitiva con la gomma usata. Il Cavallino domina tra le AM, con la #71 dello Spirit of Race di Pierre Ragues al comando davanti alla #85 di Sarah Bovy, sulla vettura dell’Iron Dames che aveva fatto segnare la pole position. In LMP2 è la #22 dello United Autosports con Filipe Albuquerque a dettare il passo.
La lotta tra Toyota e Peugeot prosegue nel primo stint, ma le vetture giapponesi guadagnano poi parecchio terreno dopo il pit-stop, formando un netto 1-2. Niente da fare per l’Alpine, che non ha il ritmo per pensare di giocarsela con le Hypercar ibride ufficiali, anche a causa di un BoP che di certo non la favorisce.
Le Ferrari vengono fuori alla grande, con Fuoco che sale in cattedra passando Estre, ed anche Calado riesce a liberarsi delle Porsche. Il ritmo delle Rosse di AF Corse è impressionante, e la #51 ne approfitta anche con un pit-stop sfruttando una Full Course Yellow, creando un enorme vantaggio sulla concorrenza.
La stessa tattica è adottata dalla Corvette #64, che sale in seconda posizione con Nick Tandy. Tra il britannico e Miguel Molina nasce un gran bel duello, mentre le Porsche, con le temperature che si abbassano, che crollano nelle retrovie, mentre sul Bahrain arriva la notte.
Disastro per le due Peugeot, con Di Resta prima e Nico Muller poco dopo che si fermano in pista. Entrambe le vetture ripartono, ma la #93 viene ritirata nel garage e perde diversi giri. La #94 dello svizzero, invece, perde solo pochi secondi, e si guadagna il terzo posto davanti all’Alpine, con le Toyota ormai inarrivabili.
Dopo un lungo inseguimento, Molina riesce a liberarsi della Corvette di un comunque grande Tandy, componendo la doppietta delle Ferrari. Lo stesso risultato, dopo quasi tre ore di gara, lo si ha in classe GTE AM, con la #85 dell’Iron Dames in testa grazie a Rahel Frey, seguita dalla #54 dell’AF Corse di Francesco Castellacci. Disastro per lo Spirit of Race, che dopo aver condotto nelle prime fasi precipita indietro a causa di una foratura alla posteriore sinistra.
In classe LMP2, dopo la dittatura iniziale dello United Autosports, la WRT #31 sale in cattedra grazie a René Rast, sulla vettura che si gioca il titolo contro la Jota #38. Quest’ultima fa una gran fatica nelle prime ore di gara, ritrovandosi in settima piazza alle spalle della Prema Orlen #9, vale a dire la campionessa della European Le Mans Series ed al debutto assoluto nel FIA WEC.
Le Toyota dominano la scena con Hartley che viene insidiato da Mike Conway, sulla vettura #7 che però non ha interessi in termini di classifica mondiale. Momento di agitazione nel team giapponese per via di un team radio del leader della gara che si lamenta di un qualcosa che non va nella scalata delle marce.
Al neozelandese vengono consigliati nuovi settaggi per far rientrare il guaio, e le cose tornano alla normalità. Tra le due GR010 Hybrid viene effettuato uno switch di posizioni, con Conway che sale in testa davanti ad Hartley dopo aver messo in mostra un passo del tutto diverso.
La Porsche #92 perde ancor più terreno attorno alla metà gara, quando viene introdotta una FCY per dei detriti alla prima curva. Infatti, Michael Christensen effettua il proprio pit-stop cedendo il volante ad Estre poco prima della neutralizzazione, perdendo terreno rispetto agli avversari e regalando la quarta piazza all’altra vettura tedesca.
Le Toyota continuano a fare il bello ed il cattivo tempo, mentre la WRT e le Iron Dames dominano in LMP2 ed in GTE AM. Le fasi di sosta ai box proseguono, con le Ferrari davanti a tutti in classe GTE PRO, mentre la Corvette sorprende nel mantenere la terza posizione con autorevolezza.
Con l’abbassarsi delle temperature, la vettura americana ha guadagnato competitività, risultando addirittura più efficace delle Porsche che in qualifica erano state più veloci di circa un secondo e mezzo rispetto alle giallone. In LMP2 c’è un contatto tra la WRT #31 di Rast e la #34 dell’Inter Europol Competition con Alex Brundle, il tutto avvenuto in una fase di doppiaggio.
Un grosso rischio per la vettura che comanda la categoria cadetta dei prototipi, che viene subito messa sotto investigazione da parte della direzione gara. Ancora problemi per la Peugeot #93 che era in rimonta sull’Alpine, ma i meccanici ritirano dentro al box la vettura francese che era in quarta posizione assoluta.
Di Resta viene informato del fatto che sulla sua vettura è stata persa la quarta marcia, per cui un guasto alla trasmissione non di poco conto. La Peugeot ha fatto registrare un buon passo avanti sul fronte delle performanci rispetto a Monza ed al Fuji, ma i guasti al cambio ed all’elettronica continuano a pesare e non poco.
A due ore dal termine c’è uno switch in casa Ferrari, con Calado che cede il passo alla gemella di Fuoco, sulla #52 che è ancora a caccia della prima vittoria stagionale. Poco dopo si scatena il panico in AF Corse: il leader del mondiale si lamenta di un qualcosa che tocca a terra, ma le immagini non confermano la sua teoria e sembra esserci di mezzo un problema al cambio.
Dopo alcuni giri di sofferenza, Calado viene richiamato ai box a causa di un evidente guasto alla trasmissione. Tuttavia, avviene un pit-stop normale, con Pier Guidi che sale al volante nella speranza di poter arrivare al traguardo. In chiave mondiale, infatti, alla #51 basta concludere la gara per portare a casa il titolo.
L’ultima ora è una sofferenza, con il pilota italiano che retrocede in ultima posizione di classe, tentando di portare a casa la sua vettura. C’è anche da stare attenti alla rimonta delle GTE AM, che sono staccate di due giri, ma che potrebbero togliere punti in classifica mondiale in quanto comunque facenti parte del raggruppamento delle Gran Turismo.
La Ferrari deve cedere il passo anche tra le AM, con la Porsche #56 del Team Project 1 con Matteo Cairoli che supera le Iron Dames con Rahel Frey al volante. Il WEC non smette mai di emozionare, e la Ferrari #51 riesce a portarsi a casa il mondiale, così come fatto dalla Toyota #8, dalla Jota #38 e dall’Aston Martin #33 di Ben Keating e Marco Sorensen. Una stagione splendida che si conclude in modo rocambolesco, in attesa di un 2023 da brividi.
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