Lo stop alle auto termiche è fissato per il 2035, ma qualcosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi. Ecco qual è la situazione.
I puristi dell’auto tradizionale sono spaventati a morte da una data, che appare tanto lontana nel tempo ma che si sta avvicinando sempre di più, vale a dire il 2035. Si tratta, infatti, dell’anno in cui scatterà lo stop ai motori termici, come deliberato dall’Europa per diminuire l’inquinamento globale e favorire una mobilità più green.
Parlando dell’Italia, è evidente che ci sia un grave ritardo rispetto agli altri paesi per quanto riguarda la vendita delle auto elettriche. Gli ultimi dati parlano addirittura di un calo rispetto al passato, mentre in Europa le cose vanno diversamente. I nostri concittadini non credono alle nuove tecnologie, per il discorso legato alla produzione ed allo smaltimento delle batterie.
Inoltre, vige un’ulteriore problematica non di poco conto. Il costo delle vetture full electric è ancora troppo elevato, rendendole praticamente inaccessibili alla gran parte degli automobilisti. Al giorno d’oggi, dove i rincari sono all’ordine del giorno, pensare di spendere oltre 20 mila euro per una vettura elettrica che poi non consente un gran risparmio in termini di gestione è fuori dal mondo.
Vigono poi altre problematiche, come le riparazioni in caso di incidenti ed i lunghi tempi di ricarica. L’autonomia di queste automobili è ancora un problema, così come l’assenza di colonnine di ricarica. In Italia, ci sono ancora troppi luoghi dove sarebbe impossibile pensare di fare il “pieno”, a causa di un’arretratezza e di una scarsa conoscenza di questi argomenti. Il Governo sta tentando di mediare le problematiche con tanti incentivi, che però non hanno migliorato di troppo la situazione legata alle vendite.
Messa così, appare quasi impossibile pensare ad uno stop ai motori termici entro il 2035, ed infatti l’Europa sta pensando a qualche clausola che possa consentire ai vertici ed alle case automobilistiche di prendere tempo. Nelle prossime righe, andremo ad analizzare quelli che sono gli scenari futuri, con la possibilità di utilizzare i motori plug-in ibridi ed i carburanti sintetici per un lungo periodo di tempo.
Auto, ecco perché può saltare lo stop ai motori termici
Il mondo dell’auto si avvicina ad una rivoluzione senza precedenti, che secondo alcune voci potrebbe però essere ritardata. Per il momento, esiste il 2035 come data di scadenza per i motori termici, con una clausola di 5 anni per chi produce supercar. Tuttavia, la situazione è in costante divenire, e grandi cambiamenti potrebbero essere considerati dall’Europa per gli anni a venire.
Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, ha rilasciato un’interessante intervista ad il “Politico“, parlando del futuro dell’auto e della possibilità di introdurre una clausola che consentirebbe di proseguire la produzione dei motori termici anche dopo il 2035, data in cui è previsto lo stop di questi ultimi.
Ecco le sue parole: “Potremmo anche ripensare allo stop dei motori termici che è previsto per il 2035, questo argomento non deve essere considerato un tabù, sarebbe sbagliato farlo. Per noi è molto importante considerare una clausola di revisione per poter avere il tempo per reagire se dovesse essere indispensabile. Quello che il mondo dell’automotive dovrà affrontare è un cambiamento enorme, che sarà compiuto da un settore industriale molto grande“.
Una delle soluzioni a questo caos potrebbe essere la riconsiderazione dei motori plug-in ibridi e degli E-Fuel, ovvero quelli che ridurrebbero l’impatto ambientali, in sostanza i carburanti sostenibili. Il motorsport sta pensando a questa soluzione, e per fare un esempio, in F1 il loro utilizzo è in costante aumento, cosa che verrà presto allargata anche a tante altre categorie.
Breton ha poi detto che il processo di elettrificazione creerà un numero enorme di posti di lavoro: “Sarà un grande impegno, ma contiamo di creare circa 600 mila posti di lavoro in tutta Europa. Dovremo aumentare di gran lunga il sistema di produzione dell’energia elettrica, senza contare lo sforzo che dovranno sostenere anche le case automobilistiche“.
Secondo Breton, il resto del mondo continuerà per tanti anni a puntare sui motori a scoppio, in particolare in continenti come l’Africa. Il commissario europeo per il mercato interno ha incoraggiato i costruttori a continuare la produzione dei propulsori termici in modo da poterli esportare fuori dal Vecchio Continente, ed è chiaro che la situazione è ancora molto confusa, in vista di una data che si avvicina velocemente.
Quale sarà la decisione finale che verrà presa dall’Europa? Al momento è impossibile dirlo ma è chiaro che per riconvertire tutta la produzione delle case automobilistiche all’elettrico ci vorrà molto tempo, senza contare la mancanza di infrastrutture come le colonnine di ricarica, che in Italia latitano.